«In cauda venenum», avrebbero suggerito i nostri antenati. Già, perché il proprietario di Scafati Basket, Nello Longobardi, non ha fatto prigionieri nella conferenza stampa (meglio: un monologo) a margine della partita casalinga con la Pallacanestro Trieste, persa dopo un tempo supplementare.
Nello Longobardi: “Il sistema vuole fare fuori Scafati”
Un attacco frontale ai vertici del basket italiano: un inferocito Nello Longobardi ha impugnato la sciabola nel dopopartita di Scafati Basket-Pallacanestro Trieste.
«Ci dicano immediatamente se il sistema vuole farci fuori dalla Serie A. Se le cose stanno davvero così, è meglio restare a casa: risparmieremmo soldi e nessuno di noi si guasterebbe l’umore», il primo affondo del patron. Che ha poi contestato senza troppe perifrasi l’operato dei tre arbitri: «Le loro decisioni sono state cervellotiche. In particolare, ce l’ho con Gonella, che si è comportato in maniera vergognosa. Nel corso della partita, sono stati applicati due pesi e due misure: Trieste si è lamentata per il metro arbitrale nel match perso in casa con Venezia e, giustamente, questa sera la direzione di gara è stata a senso unico».
Potrebbe interessarti anche:
Dopo aver elogiato i suoi giocatori («Hanno lottato strenuamente, nonostante giocassimo contro forze impari»), Longobardi galoppa a briglia sciolta: «Il basket è uno sport in cui le scelte arbitrali incidono eccessivamente sull’andamento delle partite. Non ci siamo lamentati dopo la sconfitta a Napoli per le decisioni di Mazzoni e Noci – anche se il designatore mi ha dato ragione – ma adesso basta! Noi spendiamo i soldi ed esigiamo rispetto dalla classe arbitrale! Una partita punto a punto non può essere decisa da scelte a mio giudizio incredibili. Penso a quanto è successo nell’overtime: un fallo di sfondamento fischiato da Sahin (in favore di Stewart, ndr), ma invertito da Gonella, con il possesso assegnato a Trieste».
Il numero 1 dei gialloblù è incontenibile: neppure la certezza di essere deferito e squalificato attenuano la durezza della sua giaculatoria. «Mi squalificheranno? Non c’è problema: posso anche non investire più in questo sport. Ripeto: gli arbitri sono troppo determinanti nello sviluppo delle partite. Anche quando abbiamo vinto, le direzioni di gara non sono state imparziali. Pertanto, è giusto che lo sappiano tifosi, sponsor e amministratori: c’è qualcuno che ha deciso di condannare la Givova Scafati alla retrocessione. Esattamente come gli altri, noi versiamo tutte le tasse anche per pagare le spese agli arbitri. Non saremo di certo i più ricchi e i più bravi della Serie A, ma chiediamo rispetto! Stasera abbiamo avuto la conferma che siamo l’anello debole del sistema».
“Forse è il momento di fare un passo indietro”
Lo sfogo di Longobardi non è ancora finito: «Non voglio trasformare questa piazza in una polveriera, ma è forse arrivato il momento di fare un passo indietro. Con tutta probabilità, non verrò più al palasport fino al termine della stagione».
Prima di lasciare la sala stampa del PalaMangano, Longobardi ha annunciato la pubblicazione sui canali social della squadra di una clip «con le nefandezze di questo trio» (completato da Marco Catani, ndr), oltre che lo scambio “epistolare” con il designatore federale Marco Giansanti.