A Sinisa Mihajlovic va la terza edizione del premio Rino Santin.
Mihajlovic: il serbo succede ai fratelli Inzaghi
Il tecnico Sinisa Mihajlovic questa mattina ha ricevuto il premio Rino Santin.
«Ringrazio la città e il Sindaco per l’accoglienza. Non sono mai stato a Cava, nonostante quattro miei collaboratori sono originari di questa bella cittadina».
Il serbo succede ad Emilio De Leo, suo collaboratore, a Claudio Ranieri e ai fratelli Inzaghi. La manifestazione si è tenuta nella splendida cornice di palazzo San Giovanni a Cava de’ Tirreni. L’evento presentato dal giornalista Nunzio Siani ha riscosso un ottimo successo vista anche, la bella cornice di pubblico che è intervenuta questa mattina.
Insieme a Siani presenti anche, Antonio Giordano giornalista del Corriere dello Sport, Gianfranco Coppola, giornalista Rai e il presidente della FIGC Campania Carmine Zingarelli.
Mihajlovic ha dichiarato di essere lusingato e fiero di aver ricevuto questo premio. Non sono mancate battute nel corso della manifestazione. L’allenatore ha rivelato di essere stato vicino ad allenare la panchina del Napoli nel 2015, ha dichiarato di essere amante della cucina cavese e alla richiesta di alcuni tifosi che gli avevano chiesto di diventare il prossimo allenatore della Cavese lui ridendo ha risposto: «C’è Capuano libero!».
Miha: “Per emergere bisogna avere fame”
Di seguito un estratto delle parole dell’allenatore serbo:
«Ho sempre pensato un giorno di diventare un calciatore professionista. Nove ragazzi su dieci oggigiorno lo pensano. Io arrivo da un paese povero, la mia infanzia è stata povera, perciò l’unico modo per poter uscire da quella povertà era il calcio. Grazie al carattere e a quello che mi è capitato da ragazzo ci sono riuscito, anche perché ,come diceva Mazzone per emergere bisogna avere fame. Infatti, ho fatto tanto sacrifici per emergere, anche se non li considero veri sacrifici i miei. Ritengo sacrifici quelli di mio padre e mia madre che per arrivare a fine mese facevano più di un lavoro. Io sono stato fortunato perché faccio un lavoro che mi piace, un lavoro che mi dà passione, non ho mai mollato».
«Mio padre è venuto a mancare 10 anni fa di cancro. Di solito, ascolto alcune canzoni che mi fanno pensare a lui e piango. Quando piango però, prendo due bicchieri di grappa uno per me e uno per lui e passa tutto.»
Sinisa, inoltre, ha parlato anche della sua malattia che ha sconfitto poco tempo fa:
«Capisci, che solo combattendo e avendo voglia di vivere e di combattere che c’é la puoi fare, non da solo perché si ha bisogno dell’ausilio dei dottori. Io avrei potuto fare qualsiasi cosa, ma avevo bisogno dell’aiuto dei dottori e della medicina».