19 maggio 2017: un tragico incidente nella zona industriale di Battipaglia strappava alla vita l’arbitro di basket Maria Rosaria Santese. Il ricordo di chi ha avuto la fortuna di incontrarla e conoscerla, tra una partita e l’altra.
In memoria di Maria Rosaria Santese
Il mondo del basket salernitano ricorda a cinque anni dalla morte l’arbitro Maria Rosaria Santese.
Vent’anni: un’età fatta di sogni e di speranze. La musica, i viaggi, una palla a spicchi, il motorino per andare a trovare gli amici.
A cosa pensi quando sei in sella al tuo scooter? Intorno a te hai i profumi della primavera. Non c’è ombra di dubbi, paure o ansie. E poi, chi può avere paura, quando hai tutta la vita davanti?
E invece, tutto è svanito in pochi istanti. Una macchina invade la carreggiata opposta a quella in cui viaggia Maria Rosaria, nella zona industriale di Battipaglia. Tutto finito, per sempre.
Quel fiore di primavera – perché Maria Rosaria era innegabilmente una splendida ragazza – è volato via come i petali di un papavero scossi dal vento, a un passo dall’estate.
Di tanto in tanto, mi capita di pensare a una frase del commediografo greco Menandro, appresa ai tempi del liceo classico: «Muore giovane colui che è caro agli dei».
No: un dolore così non si può stemperare – e non solo perché l’idea di morire a vent’anni mozza il fiato. Maria Rosaria aveva un carattere e una forza d’animo che non appartengono alle ragazze della sua età.
Quella domenica al PalaZingaro…
Ho avuto la fortuna di conoscerla nel 2016, quando collaboravo con la tv locale Italia2, commentando le gare di basket della Diesel Tecnica Pallacanestro Trinità.
Mio malgrado, non abbiamo avuto molte occasioni per dialogare. Tuttavia, quando scendevo sul parquet del PalaZingaro ad annotare i roster delle squadre che si apprestavano a giocare, ero sempre felice di incontrarla, perché sapevo di avere davanti a me una persona diversa da tutte le altre.
Maria Rosaria aveva il potere di mettere in riga gente che aveva il doppio dei suoi anni, smorzando ogni polemica, ogni contestazione. Conosceva il regolamento come pochi altri, dimostrando di avere quel polso, quella sicurezza che mancano a tanti arbitri che hanno avuto l’opportunità di arrivare nelle serie nazionali.
La sua ultima partita mi dà ancora i brividi. 30 aprile 2017: al PalaZingaro si gioca la sfida tra Diesel Tecnica e Growatt Portici, quintultima giornata del campionato di Promozione. Chi vince mette in cassaforte il biglietto per la Serie D.
Sostenuta da un pubblico meraviglioso, la squadra allenata da Gennaro Durante vive una serata di grazia, schiantando i vesuviani con un perentorio 107-69. Di lì a un mese, Sala Consilina ritroverà un posto in D dopo 19 anni di attesa.
La magia di quella partita è racchiusa in un coro: «Sei bellissima», come il titolo della canzone di Loredana Bertè. Sì, i tifosi dei biancoazzurri erano innamorati di lei – e non poteva essere altrimenti. Perché Maria Rosaria Santese – una volta riposto il fischietto nella tasca dei pantaloni – tornava a essere Maria Rosaria. La ragazza che avrei sempre voluto incontrare. Dentro e fuori dal parquet.
P.S.: Scusami se non ho mai avuto il coraggio di darti del tu.