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Le parole di Paulo Sousa nella conferenza stampa pre Bologna

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Poco più di 24 ore al fischio d’inizio di Salernitana-Bologna: ecco le parole del tecnico granata Paulo Sousa, che presenta così il match di domani, sabato 18 marzo.

La conferenza stampa di Paulo Sousa

Impegno da non sottovalutare affatto, quello con il Bologna di Thiago Motta. I felsinei arrivano allo stadio “Arechi” con tanta fiducia: il sogno settimo posto sembrerebbe alla portata di una squadra che sta sorprendendo in questo campionato di Serie A 2022-2023. Al momento, i rossoblù occupano il nono posto in classifica, a sole due lunghezze di ritardo dalla Juventus. La Salernitana, invece, spera di proseguire un buon momento: nelle ultime tre partite sono arrivate una vittoria e due pareggi, l’ultimo al “Meazza”, con una grande prestazione contro il Milan campione in carica. La sfida dello stadio “Arechi” sembra promettere spettacolo tra due compagini che hanno sì obiettivi diversi, ma la stessa voglia di conquistare punti importanti. Il tecnico dei granata presenta il match in conferenza stampa, in diretta dal centro sportivo “Mary Rosy” a partire dalle 12:45.

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«Questa settimana abbiamo lavorato con intensità bassissima. La squadra doveva recuperare, era abbastanza affaticata non per la partita contro il Milan, ma per le tre settimane di duro lavoro e per ogni avversario affrontato. Poi abbiamo avuto due giorni di lavoro in meno. Abbiamo deciso di togliere intensità per farli arrivare più freschi al match. La squadra deve sapere con frequenza di essere intensa difensivamente, sia in blocco alto, sia migliorando il blocco difensivo, e dobbiamo essere più propositivi. Dobbiamo giocare contro una squadra in salute, a due punti dalla Juve. Thiago Motta propone un calcio moderno, intenso. La linea di centrocampo toglie spazi agli avversari, dando difficoltà di costruzione. Abbiamo lavorato per fare lavoro su dove giocare negli spazi, per creare opportunità. Non possiamo comparare gli avversari e la complessità del gioco. Dobbiamo portare le nostre idee anche se i protagonisti possono essere diversi».

«Ho parlato con Iervolino. Oggi avere persone come lui nel calcio è difficilissimo. Soprattutto all’inizio di un qualsiasi progetto, avere qualcuno che investe soldi per avere una base di lavoro che possa anche generare soldi è complicato. Dobbiamo ringraziarlo. Per me il calcio è tutto, ha dato stabilità economica a me, ai miei cari e ai miei amici. Lo vivo da quando avevo 14 anni e vedere persone come il presidente è sempre importante. Gli ho chiesto sin dall’inizio: deve essere più presente. Lo sta facendo, sta prendendo tempo e libera la sua agenda per esserci e sono contento. Quando mi ha chiamato l’idea è sempre stata la stessa: dobbiamo salvarci. Non siamo ancora salvi».

«La squadra non è stanca ma la nostra idea è quella di far arrivare i nostri giocatori freschi, sia di gambe che di testa. In ogni partita dobbiamo essere consapevoli di avere contro avversari diversi e sempre complessi. Le ultime tre partite avevamo contro avversari che tatticamente erano diversi. Questa partita sarà impegnativa. I nostri tifosi sono l’anima di questa squadra. Da quando sono arrivato mi sentite dire che dobbiamo renderli orgogliosi e rappresentati in campo. Lavoriamo su questo, dobbiamo far arrivare il sentimento ai nostri tifosi. Continuo a chiedere, soprattutto in questa partita visto che l’avversario ci metterà in difficoltà a livello di pressione, aiuto dai tifosi: devono spingerci alla vittoria, l’Arechi deve essere così. Il pubblico, così vicino a noi, deve spingerci. In questa strada per la salvezza possiamo costruire un futuro molto bello. Ci credo».

«Non abbiamo impostato il lavoro anche per quello che ci sarà dopo la sosta. Pensiamo partita per partita, pensiamo solo al Bologna. Ci possono essere tanti cambiamenti in seguito alla sosta, come i carichi di allenamento. Pensiamo solo a domani, non possiamo controllare quelle cose».

«Mi aspetto sempre di più dai miei giocatori. Sempre. Da tutti quelli come Fazio, Sambia, tutti quelli che sono stati infortunati per tempi importanti mi aspetto la reintegrazione con regolarità. Per Mazzocchi siamo solo a due partite. Ha fatto uno spezzone importante contro il Milan. La preparazione deve farlo arrivare a migliori livelli fisici. Può raggiungere il suo massimo livello attraverso il lavoro».

«Salernitana bruttina dopo le imprese con le big? Quando sono arrivato ho detto sempre che un giocatore non può avere paura del risultato o della prestazione. Deve pensare a quello che può controllare. Può controllare l’azione, deve essere presente nelle azioni e aiutare la squadra. I giocatori devono avere coscienza dei ruoli dei loro compagni, per aiutare e comunicare. La squadra deve migliorare la comunicazione. Quello che sono sicuro di vedere nella squadra è essere fieri e coscienti di ciò che dobbiamo fare. Voglio una squadra dove ogni giocatore scende a compromessi per la squadra. Non devono dare per loro stessi, ma per gli altri. Non bisogna pensare che un ruolo possa dare più di un altro. Mi aspetto continuità, ma per quello dobbiamo essere tranquilli, equilibrati in tutto. Solo perché abbiamo fatto una buona partita non significa che dobbiamo pensare in modo diverso. Dobbiamo prendere decisioni importanti che ci possano far arrivare alla vittoria. Mi aspetto una squadra che ha coraggio e ambizione per vincere le partite contro chiunque, in casa e fuori. Avere l’Arechi pieno e vicino nei momenti di difficoltà, che ci spinge alla vittoria, allora quello sarà un trionfo. Siamo noi che dobbiamo guidare per primi i nostri tifosi, non il contrario. Abbiamo bisogno di tranquillità e continuità. Non dobbiamo essere troppo gasati o troppo depressi».

«A voi piacciono tantissimo i numeri. Guardate chi ha fatto gol finora. Non sono stati solo gli attaccanti. Tutti avranno le opportunità di segnare, l’importante è arrivare vicini alla porta. Gli attaccanti e i centrocampisti offensivi hanno la capacità di farlo. Domani avremo bisogno sia di Dia che di Piatek. Durante la settimana dimostrano di essere pronti per questo».

«Prima di tutto devo focalizzarmi su ciò che posso controllare. Sono felicissimo di aver trovato un direttore come De Sanctis, super preparato, conosce il calcio e parliamo tutti i giorni. Ho passato sei anni in UEFA, quando lavoravo con la federazione portoghese. Sono stato in tutti i seminari di allenatori di club e nazionale. Ho sentito tanto. Wenger ha detto tante cose interessanti. Disse che noi come allenatori abbiamo un impatto sulla cultura di qualsiasi squadra. Oggi, la mia preoccupazione è di dare quello che posso nelle cose che posso controllare. Sono concentratissimo sui miei giocatori, sulla salvezza da raggiungere il prima possibile, sul dare a questa città passionale orgoglio e … magari un giorno l’Europa».

Fine conferenza.

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