Una passione bruciante per la Scafati Basket: il fisioterapista Giuseppe Giordano racconta in esclusiva per SalernoSport24 la sua ultima avventura per seguire i colori gialloblù, documentata dalla pagina Twitter de La giornata tipo.
Giuseppe Giordano in esclusiva: “Scafati, amore totale”
Fisioterapista nella vita di tutti i giorni, tifoso di basket come nessuno: Giuseppe Giordano ha parlato in esclusiva per il nostro giornale del suo amore per i colori della Scafati Basket. Un sentimento così intenso che il 28enne di San Giuseppe Vesuviano si è meritato la menzione di uno dei siti più importanti in Italia per chi segue la palla a spicchi, La Giornata Tipo.
Serie A2, Nardò-Scafati. Nardò gioca le partite in casa a Brindisi.
Sugli spalti un solo tifoso scafatese in trasferta.
390 km all'andata e 390 al ritorno da solo.
Applaude la squadra per tutta la partita, da solo.
Scafati vince, è il solo ad esultare sugli spalti.Onore a lui. pic.twitter.com/uZn5sEY6ai
— La Giornata Tipo (@parallelecinico) October 17, 2021
Dottor Giordano, da quanto tempo segue la Scafati Basket?
«Seguo Scafati dai play-off della serie A2 giocati nella stagione 2009-2010. Le anticipo che non ho avuto la fortuna di vivere da vicino i due campionati di serie A (a cui il club dell’Agro partecipò dal 2006 al 2008, ndr)».
Qual è stata la sua reazione quando la pagina Twitter de La giornata tipo ha rilanciato la sua storia, all’indomani del match contro la Next Nardò?
«In tutta sincerità, mi sono sorpreso, perché mi era già capitato di essere l’unico tifoso a seguire Scafati in trasferta, persino quando le distanze da percorrere erano più lunghe. Aver meritato un tweet de La giornata tipo è il segno che la mia storia ha destato interesse».
Cosa rappresenta per lei questa squadra?
«È la mia vita, perché rappresenta esattamente ciò che mi piace fare di più. Adoro la pallacanestro e Scafati è la squadra del mio cuore: sento i suoi colori tatuati sulla mia pelle. Pertanto, appena mi è possibile, cerco di seguirla tanto al PalaMangano quanto fuori casa. È molto difficile spiegare a parole le sensazioni che provo quando la mia squadra scende in campo. So solo che io devo essere lì: da casa non sarebbe lo stesso».
L’ultima stagione è stata penalizzante per tutti gli appassionati, dal momento che i palasport sono rimasti chiusi per colpa dell’emergenza sanitaria. Come ha vissuto questo periodo di “cattività” lontano da Scafati?
«È stato un periodo triste, perché sapevo che questa frattura non era dipesa da me o da qualcuno in particolare. So solo che mi è toccato rimanere a casa, nel rispetto delle regole, anche se qualche tifoso è comunque riuscito a entrare nei palazzetti per seguire la propria squadra. Sono rientrato al PalaMangano per gara-4 della semifinale play-off contro Udine prima di accompagnare Scafati in trasferta per la “bella”».
Qual è la sua opinione sulla squadra allestita per questa stagione?
«Considerati i nomi che erano circolati in estate, non mi aspettavo che potesse arrivare Alessandro Rossi, un allenatore che avevo apprezzato molto già negli anni trascorsi a Rieti. Sono convinto che possa dare la giusta spinta al nuovo corso della Givova. Quanto al roster, mi ha entusiasmato l’ingaggio di Rotnei Clarke. Se la società non prenderà decisioni affrettate, anche Daniel potrà diventare un giocatore-chiave a stagione in corso».