Intervista ad Antonio Floro Flores, allenatore dell’under-17 della Paganese.
Intervista ad Antonio Floro Flores
Inizia la sua carriera nei settori giovanili dell’Atletico Toledo e Posillipo. Il 28 gennaio 2001 l’attaccante napoletano debutta in Serie A con Napoli nella sconfitta per 3-0 contro la Roma. In carriera Floro Flores ha giocato e segnato con numerose squadre. Sampdoria, Perugia, Arezzo fino ad essere ingaggiato nel 2007 dall’Udinese della famiglia Pozzo.
Con la maglia bianconera colleziona 114 presenze condite da 26 reti. Con l’Udinese realizza anche 3 reti in Coppa Uefa tra cui una al Borussia Dortmund. Nel 2011 è stato richiesto dalla Juventus, trasferimento poi non avvenuto. Dopo l’Udinese Flores passa al Genoa dove in 18 partite realizza 10 reti. Nel 2012 passa al Granada per poi tornare 6 mesi dopo di nuovo al Genoa. Nel 2013 passa al Sassuolo dove rimane alla corte del presidente Squinzi per 3 anni dove realizza 12 reti in 72 gare. Chievo e Bari le ultime squadre del calciatore napoletano prima di chiudere la carriera nel 2020 alla Casertana in Serie C dove in 26 gare segna 4 gol.
Dal 1 dicembre diventa allenatore dell’under-17 della Paganese.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera d’allenatore? Cosa ti ha convinto del progetto della Paganese?
«È successo tutto molto in fretta. Dopo la Casertana ero alla ricerca di un progetto serio perché mi reputo una persona molto esigente. Quando la Paganese mi chiamato ero titubante ma col sennò del poi ho deciso di andarci a parlare insieme ad un mio collaboratore. Sono rimasto meravigliato dalla voglia che il presidente Trapani e Vincenzo Veneruso avevano quando mi hanno mostrato il loro progetto. È un progetto dedicato alla crescita del settore giovanile e dove l’allenatore può crescere e migliorarsi in tranquillità. Sono rimasto meravigliato della struttura che hanno e delle competenze che posseggono. Sono felice perché le promesse al momento sono state tutte mantenute».
Come inciti i tuoi ragazzi a dare il massimo in allenamento nonostante non ci siano stimoli visto il campionato fermo causa COVID?
«Non è facile. Purtroppo viviamo una situazione particolare. Oggi c’è poca attenzione della classe politica verso i bisogni dei giovani. Non so a cosa andremo incontro nei prossimi anni. Nonostante tutto incito i miei ragazzi trasmettendo quello che i miei allenatori hanno trasmesso a me in passato. Il calcio per me è tutto mi ha fatto crescere come persona e se non fosse stato per il calcio chissà cosa sarei diventato. Finché farò l’allenatore trasmetterò il massimo dai miei calciatori e voglio che quest’ultimi mi diano il 100%. Ho fatto il lavoro più bello del mondo e spero che qualcuno di loro riesca a realizzare il sogno di giocare a calcio a livello professionistico».
Sei stato un calciatore che ha avuto un’ottima carriera giocando in Serie A, Serie B, Serie C e Liga. Il tuo ricordo più bello? Hai dei rimorsi?
«Ho tanti bei ricordi. La cosa che mi fa più piacere è quello di essere ricordato come uomo, perché da calciatore magari puoi anche non lasciare il segno perché quello fa parte di un’annata. Non ho fatto una carriera come l’ha fatta un: Totti, Del Piero o Maldini però in ogni posto in cui sono stato ho dato sempre il 100% perché come ti ho detto prima questo sport mi ha dato tanto».
«Devo essere sincero ho pochi rimorsi, anni fa ho rifiutato la Juventus perché avevo paura di non giocare con continuità visto che arrivavo da un’anno ad Udine dove avevo raccolto poche presenze, forse dei rimorsi li ho avuti quando ho scelto di andare a Verona e in Spagna, probabilmente sono state scelte troppo affrettate. Un’ altro pensiero non troppo positivo è quello di non smettere prima di Caserta, magari avrei potuto smettere prima. Sono errori però che ti aiutano a crescere. Infine, vorrei aggiungere che da calciatore mi è mancata la fame di vincere, pensavo ad altro. Oggi, invece, da allenatore voglio solamente vincere».
Domenica al Torre si sfideranno il tuo presente e il tuo passato. Un pensiero su questa gara e in generale sul campionato che stanno disputando Paganese e Casertana.
«Ho visto qualche gara della Casertana e non mi ha fatto impazzire. Domenica se ci danno la possibilità cercherò di essere presente allo stadio. La Casertana è una squadra battibile, come anche altre squadre di Serie C. Gli errori lì commettono tutte le squadre e si deve bravi ad approfittarne. La Paganese viene da un momento difficile, ha appena cambiato l’allenatore e penso che i calciatori hanno voglia di dimostrare al nuovo allenatore di tornare alla vittoria. I calciatori della Paganese domenica avranno una bella gatta da pelare e sono tenuti a fare risultato, perché in caso di sconfitta la classifica diventerebbe molto difficile».