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Delio Rossi: “La Salernitana deve imporsi un traguardo e raggiungerlo. Allenare? Sto valutando”

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Altro giro e altra corsa per la Salernitana. Dopo aver chiuso la pratica contro la squadra allenata da Maurizio Sarri, conquistando i primi tre punti di questo campionato, la squadra di Filippo Inzaghi è chiamata nella corsa per i tre punti contro la Fiorentina di Vincenzo Italiano. Proprio in occasione di questo match abbiamo avuto modo di intervistare Delio Rossi.

Delio Rossi: “La Salernitana non deve disunirsi. Come valori tecnici la Fiorentina è superiore, ma…”

Contro la Lazio è arrivata per la Salernitana la prima vittoria di questa Serie A targata 2023-2024, una squadra “marchio Inzaghi” che ribalta l’inerzia della gara, oltre che il risultato visto fino alla fine del primo tempo. Un match che porta la squadra campana a ritrovare fiducia, una fiducia che arriva anche dal proprio capitano Antonio Candreva, che riporta i tre punii (che mancavano dal 27 maggio 2022) grazie ad una gara giocata in maniera impeccabile.

Archiviata la gara contro i biancocelesti la squadra di patron Iervolino è chiamata a ripetere quanto di buono fatto vedere, questa volta contro la Fiorentina di Vincenzo Italiano. Proprio in occasione di questo match abbiamo avuto modo di intervistare Delio Rossi.


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Con Inzaghi si è vista una Salernitana che ha fatto della determinazione la propria caratteristica predominante, forse quel qualcosa che è mancata fino ad oggi, secondo lei la vittoria contro la Lazio può essere un segnale importante di crescita che verrà riapplicato a Firenze, oppure è un fuoco di paglia, testimone anche della tenuta incostante della squadra di Sarri?

«Lo scopriremo solo vivendo, fermo restando che questa vittoria è stata una boccata d’ossigeno importante, che fa sicuramente morale, soprattutto dopo l’avvento del nuovo allenatore. In Serie A, però, è anche difficile fare delle “tabelle”, visto che si può vincere e perdere con chiunque. In questo momento la Salernitana deve fare una sola cosa: imporsi un traguardo e centrarlo, concentrandosi e guardando partita dopo partita. La squadra dovrà quindi essere brava a non esaltarsi per una vittoria e non abbattersi quando verrà sconfitta. Avrà la meglio, sotto questo punto di vista, anche l’ambiente, che dovrà dare una mano, visto e concesso che serviranno parecchi punti per rimanere nella categoria, un risultato questo che, onestamente, non è facile».

Vincenzo Italiano si sta sempre più ritagliando spazio nel panorama calcistico italiano ed Europeo. Tra i suoi principi cardine c’è sicuramente: un’identità di gioco basata sulla costruzione dal basso e la ricerca della riconquista del pallone attraverso la riaggressione uomo contro uomo. Nella partita contro il Milan la Fiorentina è caduta nelle sue solite ingenuità: mancanza di concretezza. Come pensa che Inzaghi imposterà a livello tattico la partita, e se le caratteristiche appena indicate metteranno in difficoltà i granata?

«Come valori tecnici la Salernitana è inferiore alla Fiorentina. Sicuramente i granata dovranno migliorare sulla compattezza dei reparti, visto che la Fiorentina qualche spazio dietro lo concede, sebbene siano una squadra ben organizzata nella fase offensiva. Sulla carta, come detto, è sicuramente più forte la Fiorentina, ma la Salernitana, dal canto suo, sa che c’è bisogno di fare risultato su ogni campo. Quella di domenica sarà quindi una partita imprevedibile».

Nella sua carriera da allenatore ha avuto modo di sedere su molte panchine prestigiose, le chiedo se c’è un giocatore, che più di un altro, l’ha colpita non solo per essere un leader tecnico, ma anche per essere un leader nello spogliato?

«Ho allenato tanti giocatori che poi sono diventati anche dei campioni e ho fatto la differenza in molte squadre. Io, però, sono legato a tutti i giocatori che ho allenato, paradossalmente preferirne uno sarebbe come scegliere tra mamma o papà. Sicuramente è più facile legare con i “più bravi”, io, infatti, ho avuto modo di allenare tanti giocatori come: Cavani, Pastore, Di Vaio; ma onestamente credo di essere più legato a quelli “meno bravi”, a quelli che hanno dato di più, ma che non avevano tante possibilità. Addirittura nella prima Salernitana avevo legato con giocatori come: Tudisco, Breda, Grimaudo; giocatori che non erano di prima grandezza ma che hanno fatto la differenza».

Per il recente futuro c’è l’interessamento di qualche club? Le sono arrivate, oppure sta valutando, delle possibile offerte?

«Qualcosa è arrivato. Delle offerte arrivatemi ho deciso di prendere in considerazione delle proposte, altre, invece, ho deciso di declinarle. Intendo però, ad oggi, aspettare per vedere se arriveranno delle soluzioni giuste, perché posso, con le mie capacità, ancora dare una mano nella società in cui andrò».

Nella scorsa partita Kastanos è stato schierato da unico trequartista, si è vista una squadra, che, anche grazie a lui, è riuscita a tenere ben legati i reparti, sviluppando anche il gioco. Il cipriota, secondo lei, se schierato in questa posizione, che sembra essere la più congeniale alle sue caratteristiche, può essere l’arma in più di questa squadra?

«Kastanos, da quello che ho visto, non mi sembra un trequartista classico, mi sembra di più un centrocampista, visto che non ha quella caratteristica, spalle alla porta, di saltarti l’uomo. Può sicuramente giocare in quel ruolo, ma, secondo me, rende di più da centrocampista. Chi ha fatto però la differenza contro la Lazio è Candreva, non Kastanos, il cipriota in quella partita ha rivestito il ruolo di finalizzatore».

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