Intervista a Daniele Balli, ex calciatore dell’Empoli e della Salernitana. Con lui abbiamo parlato del prossimo incontro tra i granata e i toscani.
Balli: “Salerno è stata l’apoteosi per me”
Quando nomini Daniele Balli a Salerno la mente va subito alla storica promozione in Serie A della stagione 1997-1998. Il portiere originario di Firenze ha difeso per 68 volte la porta della Salernitana, 31 solamente nella massima serie. Il portiere classe 1967 ha totalizzato anche 217 nell’Empoli tra Serie A, Serie B e Serie C arrivando anche a disputare la Coppa Uefa nella stagione 2007-2008.
Daniele Balli: “Dispiace per l’esonero di mister Castori”
Un pensiero sull’esonero di Castori e sull’arrivo di Colantuono?
«Il mio pensiero è che ci sono dei problemi. C’è stata un’idea condivisa sia dai tifosi della Salernitana che da noi ex calciatori, per noi Castori era la persona giusta. Però all’interno avranno sicuramente capito che le cose non stanno andando come sarebbero dovute andare, nel calcio ci sta è una cosa molto triste ma ne va del bene della squadra per il proseguo della stagione. Spero che mister Colantuono sia la scelta giusta».
Cosa è mancato alla Salernitana in queste prime otto giornate di campionato?
«Non sono riuscito a vedere tutte le partite dei granata, ma la forza di questa squadra lo scorso anno era la compattezza difensiva. Compattezza che in queste prime gare non si è vista. Probabilmente la società avrà capito che la filosofia che si aveva in Serie B non funziona in Serie A, quindi forse è giusto cambiare».
L’Empoli, invece con Andreazzoli al momento ha racimolato 9 punti in 8 gare vincendo anche allo Juventus Stadium con la squadra di mister Allegri. Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto dei toscani finora?
«Dell’Empoli mi piacciono tante cose. È una società che ho visto crescere nel corso degli anni. Sta dimostrando di combattere ad armi pari contro squadre tecnicamente superiori, valorizza tanto i giovani del proprio settore giovanile. A Salerno di certo non verrà di certo a passare la passeggiata. Dall’altra parte è una piccola realtà. Una realtà che non ha ancora quella concretezza di rimanere per tanti anni di fila in Serie A».
Sabato si sfidano Salernitana e Empoli. I granata non possono sbagliare. La tifoseria potrà essere il dodicesimo uomo in campo?
«La gara di sabato è fondamentale. Con la forza dell’ambiente e con il carattere che i giocatori metteranno in campo con il cambio d’allenatore si dovrà battere assolutamente l’Empoli che ha dimostrato comunque dei difetti. Non è l’ultima spiaggia ma spero che non la vivino così all’interno della squadra, visto che dicembre è ancora lontano e ci sarà anche il cambio di società più il mercato invernale. Il pubblico dovrà obbligatoriamente trascinare la squadra, dovrà tifare dall’inizio alla fine. Io spero che il pubblico granata sia vicino alla squadra in questo brutto momento e poi dopo a risultato definitivo sarà libera di applaudire o fischiare la squadra, ma durante la gara il sostegno deve essere pieno».
Hai racimolato 217 presenze con l’Empoli e 68 con la Salernitana. Cosa senti di dire a riguardo a queste esperienze maturate nel corso della tua carriera?
«Salerno è stata l’apoteosi per me. Anche perché non ho giocato in squadre di prima fascia ma credimi vincere un campionato di Serie B davanti a 40.000 spettatori è stato qualcosa d’incredibile. Io a Salerno ho avuto il meglio che un calciatore possa avere. Invece, ad Empoli sono cresciuto sono partito dalla Serie C e ho terminato la carriera in Coppa Uefa con un pubblico ristretto ma con tanta gratificazione a livello umano e calcistico, infatti vivo ancora a Empoli. Salerno e Empoli hanno contraddistinto la mia carriera sia in positivo che in negativo, ma non solo come calciatore ma anche come uomo».