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Urso: “Vogliamo riportare la Cavese dove merita, ci toglieremo soddisfazioni”

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Intervenuto ai microfoni di “One to One”, il calciatore Francesco Urso, in forza alla Cavese, ha rilasciato delle dichiarazioni relative alla sua scelta di sposare il progetto blufoncé e sull’importanza di alcuni membri della formazione.

La stagione di Urso

Arrivato a Cava de’ Tirreni nel settembre di quest’anno, Urso si è ritagliato uno spazio importante nella rosa del tecnico Cinelli. L’ex Torres ha finora collezionato tredici presenze, risultando decisivo, in particolare, nel derby contro la Nocerina: il suo gol valse il pareggio del match terminato 2-1 in favore dei blufoncé.

Il giocatore ha inoltre messo a segno la rete del 3-1 nell’ultimo incontro casalingo contro la Boreale (4-1 finale), mettendo una seria ipoteca sulla gara.


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Le dichiarazioni di Urso

«È stata una trattativa abbastanza lunga, più che altro telefonicamente. Il rapporto con il direttore è ottimo, se ci fossimo visti di persona, la trattativa magari sarebbe durata cinque minuti. Quest’estate il telefono ha squillato parecchie volte, poi ho preso questa decisione di sposare un progetto importante e di scendere per la prima volta in questa categoria. Sappiamo che la Cavese, per società e tifoseria, non merita questa categoria. Già in un Cavese-Catanzaro mi ero fatto un’idea precisa di questa piazza. Scendere di categoria non è stato per me un passo indietro, ma un “riportiamo questa società e questa piazza dove merita”, cerchiamo di farlo da subito perché potremmo toglierci delle belle soddisfazioni».

«Gol alla Nocerina? È stata una bella giornata, in quella partita c’è stata l’altalena di emozioni. Ero a conoscenza di questa rivalità, di questo derby importante. Viverlo in prima persona è sempre un’altra cosa. L’unico neo, se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, è quello di aver segnato due gol non sotto la curva e quindi abbiamo dovuto fare cento metri per andare a esultare dai tifosi. Sono sicuro che arriverà anche il gol sotto la curva e sarà un’emozione grande, tanto quanto la rete messa a segno contro la Nocerina».

«Gruppo? È uno spogliatoio composto da bravi ragazzi. È chiaro che quando arrivi in uno spogliatoio in cui ci sono trenta e più persone, non è semplice inizialmente gestire una situazione particolare come quella. Lo spogliatoio si è unito molto, ha fatto un fronte comune perché ognuno conosce l’obiettivo finale e lavoriamo tutti i giorni per arrivare al traguardo. Quando c’è unione, è bello stare e lavorare insieme. Siamo una squadra che si diverte, già dal martedì. L’unione è molto bella, è un qualcosa da difendere e da portare avanti. Siamo in periodo di mercato: chiunque dovesse arrivare, dovrà calarsi subito in un ambiente importante e con una coesione di un altro livello».

«Di Piazza? Lo conosco da tempo. Ho ritrovato un ragazzo buono e di cuore, lo è sempre stato. Come tutti può avere delle reazioni in base alle situazioni che vive, essenzialmente è molto buono. Si è posto subito bene. Il calciatore poi non devo presentarlo io, sappiamo che tipo di giocatore è. Sono sicuro che potrà darci una grande mano. Senso di responsabilità? Quando sono arrivato, essendo tra i più ‘vecchi’, ci siamo confrontati con i ragazzi dello scorso anno e mi hanno spiegato un po’ la situazione. C’è questa scottatura che dobbiamo cercare di risanare in tutte le maniere. Continuando così, sono sicuro che le soddisfazioni arriveranno per noi e per la tifoseria. È bello che un calciatore e una persona come Foggia, comunque capitano della squadra, senta questa responsabilità e cerchi di trasmetterla anche a noi per farci capire il mondo Cavese».

«Cinelli? Non lo conoscevo personalmente come allenatore, ci siamo trovati più da avversari in passato. Questo suo lato umano mi ha colpito molto, devo essere sincero. Non è semplice trovare empatia con un allenatore a livello personale, che cerca sempre di essere pulito e leale con tutti. Non è così scontato. È un qualcosa che aiuta tutti. Cynthialbalonga? Mi aspetto una partita complicata. Bisogna sempre interpretarla come stiamo facendo ogni domenica, con la massima umiltà e voglia di sacrificio. Se dovesse arrivare un risultato positivo, potrebbe darci uno slancio importante per il futuro. Tifosi? Il messaggio viene con una spontaneità incredibile. I tifosi ci seguono ovunque, poche squadre anche tra i professionisti hanno questo seguito. Chiedo di continuare a sostenerci, insieme ci toglieremo delle belle soddisfazioni».

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Elio Granito
Elio Granito
Sono un ragazzo di 28 anni, laureato in “Scienze delle attività motorie, sportive e dell’educazione psicomotoria”, prossimo a conseguire il secondo titolo, quello specialistico. Creativo, perfezionista, ambizioso. Mi ritengo una persona educata, sensibile, assertiva e altruista. Aspetti risultati sinora determinanti nelle varie relazioni avute all'interno del mondo del giornalismo, con diverse figure di rilievo, e, soprattutto, per comprendere il reale valore, la potenza e il dono di ogni singola parola. Amo il giornalismo pulito, che ha necessità di essere raccontato. Generalmente parlo di calcio, ma ho piacere di spaziare su più fronti. Il mio desidero più grande resta quello di migliorare le mie capacità puntando all’eccellenza. Basi solide, pragmatismo e pensiero creativo: sono le peculiarità sviluppate principalmente in questi anni in cui ho compreso l'amore e la passione per la divulgazione di pensieri, messaggi e valori positivi, utilizzando come strumento lo sport e la mia "penna".

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