In vista della gara di venerdì tra Salernitana e Inter abbiamo avuto il piacere di intervistare Arturo Di Napoli, bomber molto amato a Salerno e doppio ex di turno.
La carriera di Arturo Di Napoli
Nato a Milano da una famiglia di origini campane, il classe ’74 cresce calcisticamente nelle giovanili dell’Inter. I suoi primi passi tra i professionisti li compie con le maglie di Acireale e Gualdo per poi passare al Napoli nel 1995.
Proprio con i partenopei esordisce in Serie A trovando anche la prima rete in massima categoria. Nel fa ritorno all’Inter dove, però, non trova fortuna e viene girato in prestito a Vicenza e Empoli.
Di Napoli riesce a distinguersi con la maglia del Venezia nella stagione 2000-2001 segnando 16 gol e agguantando la promozione in A. Da sottolineare anche la sua permanenza al Messina, società con cui registra più di 120 apparizioni.
Nel 2007 approda a Salerno, trascinando i granata alla promozione in cadetteria con ben 21 reti in stagione (capocannoniere del girone B, ndr). Con la Bersagliera marca, in totale, 35 volte il cartellino e ancora oggi è ricordato con affetto dai tifosi della società campana.
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L’Inter nonostante una rosa di grande livello non sta vivendo una stagione particolarmente felice, secondo lei cosa non ha funzionato?
«Per capire cosa non ha funzionato bisogna essere dentro lo spoglatoio. Aldilà di tutto Inzaghi ha fatto un egregio lavoro perchè in qualche modo ha portato qualche trofeo edè ai quarti di Champions League. Ovviamente, è chiaro che in un club cosiì importante questo non basta. La continuità che non ha avuto ha inciso, l’Inter è stata discontinua e ha perso molti punti per cali di tensione e ciò ha creato non pochi grattacapi».
Per quanto riguarda la Salernitana, molti pensano che la stagione più importante per avviare un grande progetto sia questa, cosa ne pensa?
«Rispetto alle spese del presidente i risultati sono venuti un po’ meno viste le aspettative. È chiaro che Sousa, che conosco, è un allenatore da non sottovalutare perché propone un calcio molto propositivo. Inoltre, conosce più lingue e nel contesto Salernitana questo agevola molto il compito del mister. Sousa è un allenatore di caratura internazionale e rappresenta un salto di qualità, ciò è un dato di fatto confermato dalla società ambiziosa alle spalle del club che vuole fare calcio in una certa maniera. La Salernitana sta facendo un grande percorso».
Si parla già di mercato e la Salernitana sembra intenzionata a trattenere Dia, se i granata non dovessero riuscirci chi suggerirebbe alla dirigenza campana?
«Il direttore e il presidente hanno le idee chiare e non hanno bisogno dei miei consigli. La qualità bisogna dimostrarla in campo però credo che per Salerno ci voglia un giocatore dal carattere forte. Questo perché l’amore che i tifosi della Salernitana può trasformarsi in pressione e un calciatore più sensibile può avere delle ripercussioni, parlo per esperienza vissuta. A Salerno si sta bene e oggi c’è una proprietà ambiziosa quindi trovare calciatori che si vogliono rilanciare o di grande nome non sarà difficile».
Si aspetta una partita aperta oppure secondo lei la Salernitana lascerà la gestione del gioco all’Inter?
«Credo che l’Inter verrà a Salerno per portare a casa i tre punti. La Salernitana ha una buona classifica ma non è ancora salva, in Serie A non ti puoi permettere di rilassarti. L’Inter farà la partita ma Sousa ha portato una mentalità diversa. Mi aspetto una Salernitana non attendista».
Infine, a 10 giornate dalla fine se la sente di indicarmi i tre giocatori granata migliori della stagione?
«Fare nomi è sempre antipatico perché il gioco del calcio è un gioco collettivo, di solito sono gli attaccanti a prendersi le luci della ribalta. Mi sento di dire: De Sanctis, questo perché ha retto bene le pressioni e sta portando la Salernitana verso gli obiettivi di inizio stagione».