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Campioni in periferia: quando la provincia batte le metropoli

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Pregiudizi e complessi di inferiorità non hanno impedito alle città di provincia di primeggiare negli sport di squadra. Una panoramica dei trionfi fuori dal giro delle metropoli.

Lo sport nelle città di provincia: scudetti e trionfi

Chi l’ha detto che le città di provincia non possono lottare ad armi pari con le grandi piazze dello sport italiano? SalernoSport24 vi propone una carrellata dei successi che hanno rovesciato i tradizionali equilibri.

CALCIO – Il dominio delle metropolitane ha azzerato da decenni ogni possibile sorpresa nella corsa allo scudetto. Eppure, fin dall’epoca pioneristica, anche le società di provincia hanno flirtato con la gloria.

L’esempio più eclatante è senz’altro la Pro Vercelli, campione d’Italia per 7 volte dal 1908 al 1922. Prima dell’istituzione del campionato a girone unico, altri due club piemontesi conquistarono il tricolore: il Casale (1914) e la Novese (1922).

Nel secondo dopoguerra, poi, si ricordano almeno due squadre che fecero la storia: il Cagliari di Riva e Scopigno, campione d’Italia nel 1970, e il Verona guidato in panchina da Osvaldo Bagnoli, scudettato nel 1984-85.

Tra le donne, infine, la squadra più vincente è ancora oggi la Torres di Sassari con i suoi 7 allori.

BASKET – Benché le varie società di Milano (Assi, Costanza, Internazionale e Olimpia) e Bologna (Virtus e Fortitudo) abbiano vinto in tutto 44 campionati, la provincia ha spesso rotto l’egemonia delle due piazze più importanti del nostro movimento.

Scorrendo l’albo d’oro del nostro campionato, infatti, troviamo i nomi della Ginnastica Triestina (a segno per 5 volte tra il 1930 e il 1941) e della Reyer Venezia, che vinse il titolo per due anni consecutivi (1942 e 1943).

All’alba degli anni Sessanta, l’asse del basket italiano si spostò in Brianza: Varese e Cantù dominarono in Italia e in Europa, mettendo insieme 11 scudetti e 6 Coppe dei Campioni.

Tra gli Ottanta e i Novanta, poi, salirono sulla ribalta prima Pesaro – campione d’Italia nel 1988 e nel 1990 – poi Caserta, che sconfisse l’Olimpia Milano nella finale-scudetto del 1990-91, infine Treviso che – sotto la guida dei Benetton – salì sul tetto d’Italia per 5 volte. A fine secolo, poi, non si può dimenticare lo scudetto della “stella” vinto dalla Varese di Pozzecco e Recalcati in panchina.

Gli anni 2000 furono l’epoca d’oro dalla Mens Sana Siena, campione d’Italia per 8 volte tra il 2004 e il 2013. Tuttavia, le inchieste per frode e falso in bilancio hanno portato alla revoca degli scudetti vinti nel 2012 e nel 2013.

In tempi più recenti, infine, l’egemonia delle big è stata spezzata dalla Dinamo Sassari di Romeo Sacchetti (2015) e dalla Reyer Venezia allenata da Walter De Raffaele (2017-2019).

Più frequenti, invece, le vittorie delle squadre di periferia nel campionato femminile, a cominciare dalla leggendaria Pool Comense (15 titoli, di cui 9 consecutivi tra il 1990 e il 1999), seguita a ruota da Vicenza (12 titoli, l’ultimo nel 1987) e Schio (11).

PALLAVOLO – Il volley è forse lo sport in cui la provincia ha esercitato il suo dominio più a lungo.

In campo maschile, le città emiliane hanno presidiato la scena fin dall’istituzione del campionato nel 1947: Modena, Parma e Ravenna si sono infatti spartite i primi 18 titoli.

Tra gli anni Settanta e Ottanta, la rivalità tra Parma e Modena (in cui riuscì a inserirsi anche una metropoli come Torino) ha concesso ben poco alle altre piazze del volley tricolore. Eppure, non si possono dimenticare gli scudetti dell’Ariccia (1975) e della Paoletti Catania (1978).

Il declino di Parma coincise con la irresistibile ascesa della Sisley Treviso, per 9 volte sul libro d’oro del nostro campionato. Nel nuovo millennio, infine, il volley italiano ha trovato la sua dimensione proprio in provincia: Macerata, Cuneo, Piacenza, Trento, Perugia e Civitanova tra gli uomini, Bergamo, Busto Arsizio, Casalmaggiore e la fenomenale Conegliano nel settore femminile.

Salerno capitale della pallamano. Gloria anche per Nocera e Scafati

Come avete visto, le città di provincia del Mezzogiorno hanno legato i loro successi perlopiù a estemporanei exploit.

Tuttavia, questo non significa che Salerno e la Campania non abbiano mai gioito.

Al netto dei successi nel calcio e nel rugby delle squadre napoletane – a cui bisogna aggiungere il campionato di calcio femminile vinto dal Giugliano nel 1989 – la nostra regione deve gran parte dei suoi successi alle società salernitane.

In prima fila, naturalmente, c’è la pallamano donne: Salerno è diventata una delle capitali della disciplina, grazie ai 9 campionativi vinti da Pelplast, ITC e Jomi tra il 2004 e il 2021.

Al maschile, poi, non bisogna dimenticare il pur isolato trionfo della Cierre Scafati nel 1983-84.

L’Agro è stata anche la culla del tennistavolo italiano per merito dell’Alfaterna. La società nocerina è stata tricolore in 5 occasioni dal 1993 al 1998, arrivando anche all’ultimo atto della Coppa Campioni.

E adesso? La finale conquistata dalla Feldi Eboli di calcio a 5 potrebbe aprire una nuova pagina nella storia del nostro movimento che, a dispetto di tante difficoltà, è uno dei più competitivi della penisola.

La città di Salerno è infatti presente in 4 campionati di massima serie. Allargando l’orizzonte agli altri centri (Eboli e Scafati), il numero sale a 6.

A livello nazionale, se escludiamo Roma e Milano, le città meglio rappresentate nelle categorie nazionali sono Brescia, Padova e Trento.


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Carmine Marino
Carmine Marino
Nato a Battipaglia nel 1986, dal 2004 si è occupato di cronaca, attualità, cultura e sport per «Il settimanale Unico» e «Il Quotidiano della Basilicata». Telecronista di calcio, basket, calcio a cinque e pallavolo per alcune televisioni locali del Basso Salernitano, dal 2016 è speaker di manifestazioni sportive amatoriali di atletica e ciclismo, per le quali cura anche le attività di ufficio stampa. Già collaboratore fisso del «Il Quotidiano del Sud - L'altravoce dei ventenni» e di ventiblog.com, attualmente è caporedattore di SalernoSport24 per gli sport di squadra e le discipline olimpiche. Dal 4 dicembre 2023, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania. Insegnante di italiano e storia nelle scuole superiori, ha pubblicato saggi e recensioni in volumi collettanei e su riviste di storia contemporanea. Dalla primavera del 2023 è socio della Società italiana di storia dello sport.
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