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Walter Sabatini: “Mi sono salvato a Salerno. Posso dire che qui ho vinto”

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L’ex direttore della Salernitana, Walter Sabatini, nel corso della serata di ieri, ha ricevuto a Salerno l’importante premio come miglior direttore sportivo dell’anno. Nel corso di un’intervista ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni sulla squadra granata.

Le parole di Sabatini, ex presidente della Salernitana

Nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Sabatini parla della Salernitana e del suo rapporto con la città di Salerno.

«Sono andato via da Salerno nel momento in cui  stava per cominciare una nuova stagione ed avrei potuto vivere il momento più esaltante della mia vita, quello in cui costruisco una squadra. Quando sono andato via in questa città c’era una luce meravigliosa, ma per godersi la luce bisogna aver fatto qualcosa che ti dia soddisfazione. Quando sono arrivato a Salerno, lo scorso gennaio, ricordo che c’era la stessa luce di oggi e quella luce me la sono goduta quando abbiamo conquistato la salvezza. Ti godi la luce quando alle spalle hai un motivo per poterlo fare, quando hai fatto qualcosa di buono. Non essermi goduto la luce di Salerno in estate, quando avrei finalmente potuto gustarmi quel famoso pescheto in riva al mare senza neanche le ciabatte, è un mio grande rimpianto».

E sul rapporto con Iervolino

«E’ solo colpa mia, perché ho litigato col presidente Iervolino per la questione delle commissioni agli agenti di Lassana Coulibaly. Io, in quel momento, difendevo quella richiesta ma aveva ragione il presidente a respingerla. Ho sbagliato io, a causa della mia arroganza che non è il mio principale difetto, e c’è qualcun altro oggi ad operare per la Salernitana e a godersi la luce di Salerno. Amo Salerno e la sua gente, vorrei abbracciare tutti per dimostrarvi il mio affetto ma non posso farlo. Tornare? Be’, certo che vorrei tornare ma sapete tutti com’è andata in estate».

L’ex direttore ha espresso anche la sua opinione sulla Salernitana e sulla prossima sfida che la attende contro il Milan.

«La Salernitana è una squadra forte, Dia è un pungiglione straordinario che ti infetta appena gli dai la possibilità di attaccarti in verticale. Penso che col Milan e nelle successive partite non parta affatto battuta: sono gare che possono darti ala gloria o la normalità, ma non quelle che devi vincere assolutamente per centrare l’obiettivo stagionale. Nella mia carriera non ho vinto scudetti, ma ho fatto per cinque anni di fila la Champions e mi sono salvato a Salerno. Posso dire che qui ho vinto».

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