HomeSalernitanaVoce del Tifoso: cuore ultrà e arti culinarie di Fiorenzo Benvenuto!
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Voce del Tifoso: cuore ultrà e arti culinarie di Fiorenzo Benvenuto!

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Voce del Tifoso, Fiorenzo Benvenuto

La voce del Tifoso si colora di una nuova veste granata, quella dell’imprenditoria. In un’Italia dove fare imprenditoria è difficile tanto per i nuovi quanto per i più navigati, ci siamo imbattuti in Mercato Banco&Cucina. Fiorenzo Benvenuto, responsabile del locale, fa parte di un gruppo di amici che ha deciso di buttarsi. Il ristorante del centro di Salerno che ha dato nuovo lustro ad una delle strade più belle più caratteristiche, via Velia. Di traverso al corso Vittorio Emanuele, scende dagli archi dei diavoli giù fino a mare e lì, affacciata alla rotonda di piazza Flavio Gioia, alle spalle del piccolo monumento dedicato a Carlo Falvella, c’è questo bellissimo locale, un tempo Vinile. Un giorno, passando in zona Davide Moro con sua moglie, notò questo accogliente riparo, attratto da un nome, Vinile; e lui, per tanti James Moro, non poteva che fermarsi e, insieme all’amico Fiorenzo, iniziare una nuova storia culinaria.

Ciao Fiorenzo. Da che nasce questa storia?

“Dal desiderio di mettere al centro dell’attenzione la materia prima, il cibo. Ed è una materia che va a porre l’attenzione sui valori del nostro territorio, come ad esempio la carne: noi ci forniamo dal… ‘nemico’: ci riforniamo presso un macellaio irpino che segue le fasi di crescita dell’animale da ciò che mangia fino alla macellazione. Per cui arriva qui un prodotto di estrema qualità e sopratutto di territorio. Stessa cosa per il pesce: si tratta del pescato dei nostri mari e non c’è la volontà di acquistare altrove per mantenere intatto il concetto di partenza. Per quanto riguarda le verdure ci siamo specializzati con in un accordo con un’azienda produttrice di vino che ci ha dato la possibilità di coltivare un pezzo di terra, quindi di auto-produrre ortaggi che poi arriva direttamente ai tavoli della nostra clientela”. 

Vi manca solo un gozzo per la pesca quindi.

“Esatto (ride). Il concetto è quello di produrre ed esporre tutti i nostri prodotti affinché la clientela possa scegliere autonomamente cosa mangiare, proprio vedendola esposta nel nostro bancone. Da qui ne nasce una trasparenza verso la clientela e un rispetto, soprattutto, nei confronti del nostro territorio. Per cui la decisione di base è quella di non acquistare nei grossi supermercati di ristorazione con prodotti che vengono da fuori e che vengono messi sotto vuoto, i quali passano mesi e mesi sottovuoto prima di arrivare alla tavola del cliente. Quanto, invece, una ricerca di ciò che ha di meglio da offrire il territorio”.

Come funziona? Il cameriere arriva al cliente e…

“Il concetto principale è quello di far sentire il cliente a casa propria, ed è tutto curato nei minimi particolari. Per questo la prima cosa che viene servita è una bottiglia d’acqua demineralizzata, molto semplice di quelle colorate come chiunque può avere casa; oppure può capitare che ogni bicchiere sia diverso. Il locale ha un tipo di arredo e di aspetto in generale che deve apparire fin da subito gioiosa, molto colorata. Poi la nostra cucina è molto semplice, qui non facciamo piatti che portano all’esasperazione del gusto quanto, invece, ritrovare qualcosa di familiare affinché chi viene si trovi bene come starebbe a casa propria. Il nostro menù è suddiviso in due categorie, carne e pesce”.

E tu, soprattutto, sei un grande tifoso della Salernitana, e qui si è tenuta anche la festa promozione in Serie B.

“Sì, fu bellissimo averli tutti qui, ragazzi fuori dal comune. In quel periodo oltretutto eravamo sponsor della Salernitana. Ti racconto un aneddoto: la dirigenza granata fa i suoi contratti con cadenza annuale. Dissi a De Rosa, scherzando, avrei voluto fare un contratto di due anni perché avrei voluto vedere il nostro marchio in Serie B. E così fu, facemmo un contratto di due anni e la Salernitana vinse il campionato. Io sono tifoso della Salernitana da piccolo e chi, per come noi, vive la città sa bene cosa significhi sentire tutti i giorni quell’atmosfera che ti accompagna fino al giorno partita. Anche l’ultima coreografia che i tifosi hanno fatto dà bene l’idea di appartenenza, che è la prima cosa”.  

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Le Cronache, TuttoSalernitana, Granatissimi e SalernoinWeb ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa e RCS75 e attualmente è corrispondete di Radio Punto Nuovo per lo Sport salernitano. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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