La partita dell’allenatore. Gian Piero Ventura, al netto delle assenze più o meno importanti, cambia spesso volto alla sua squadra… ma talvolta senza risultati.
La partita di Gian Piero Ventura
Ennesima gara della possibile svolta miseramente fallita dalla Salernitana, incappata nella seconda sconfitta stagionale all’Arechi contro una diretta concorrente per i play-off. Una fragorosa caduta arrivata con almeno due, se non tre, errori marchiani di Alessandro Micai, assoluto protagonista in negativo della gara dopo la prova super di sette giorni in terra calabrese. Errori individuali a parte, in campo si è quasi sempre vista una sola squadra. L’Empoli, autentica corazzata per la categoria, ha dominato per lunghi tratti del match, costringendo i granata a giocare una gara d’attesa nonostante lo svantaggio. Netta la superiorità negli uomini, ma anche nell’organizzazione dei toscani, giunti a Salerno per giocarsi il tutto per tutto in chiave play-off.
Nella partita più importante della stagione, dunque, la squadra di Ventura ha palesato, in un colpo solo, tutti i limiti già evidenziati nel corso del campionato, a partire dalla fase difensiva. Altri quattro gol al passivo, in tutto 47, in 36 gare. Una media, tra le peggiori dell’intera categoria, che non consente, nè ha mai consentito, di fare voli pindarici in chiave promozione. La scelta di tenere fuori Jaroszynski, tra i migliori difensori della B, a detta di Ventura “per dare continuità alla gara di Crotone”, lascia quanto meno un po’ perplessi. Specie se si pensa che Karo, sostituto di giornata del polacco, ha sofferto per tutta la gara le giocate di Bajrami, mattatore del match.
Le scelte tattiche e le co-responsabilità con la dirigenza
Ciò che ha lasciato perplessi sono anche alcune disposizioni tattiche. Ad esempio, la scelta di affidarsi al solo Cicerelli in fase d’attacco, costretto a macinare chilometri sulla fascia destra e che già alla mezz’ora, giustamente, sembrava aver già perso la verve iniziale. Un’altra controversia è, senza dubbio, la posizione in campo di Fabio Maistro. Dopo ormai un anno, il trainer genovese, e a dire la verità anche gli addetti ai lavori, non ha compreso appieno in quale zona del campo l’ex Rieti possa esprimersi al meglio. Per onestà intellettuale, c’è da dire che anche lo stesso calciatore è risultato eccessivamente discontinuo, passando rapidamente da freccia in più nell’arco granata ad oggetto misterioso nella gara successiva.
Fatte le dovute premesse, le responsabilità non sono da ascrivere solo a Ventura, anzi, tutt’altro. Con questo organico a disposizione, e con i ripetuti infortuni di calciatori chiave, l’ex CT della Nazionale, per il gioco espresso e per l’organizzazione tattica fatta intravedere in alcune gare, ha compiuto quasi un miracolo. Al contempo, però, le dichiarazioni rilasciate ieri sera al termine del match, cozzano con quelle della società.
Le ultime due gare e un obiettivo ancora alla portata
A prescindere da ogni discorso, la Salernitana ha ampiamente dimostrato di essere una squadra incompleta. I mancati accorgimenti in sede di mercato di gennaio, volti a colmare le lacune strutturali già emerse nella prima parte di stagione, sono quasi da “peccato mortale”. Il tutto, specie se si considera che, a festeggiare la promozione in massima serie nell’ultimo turno, sia stata una squadra come il Crotone. Una squadra che, con tutto il rispetto, ha tutt’altro che dimostrato superiorità nel doppio confronto con i granata.
La Salernitana, ora più che mai, è padrona del proprio destino. Due vittorie nelle restanti due gare garantirebbero, a prescindere dagli altri risultati, l’accesso ai play-off. La speranza è che, dopo la tranvata di ieri sera, Ventura sappia riprendere in mano le redini e trascinare la sua squadra agli spareggi promozione. Un traguardo, considerati i valori generali, ampiamente alla portata fin dall’inizio.