Intervista ad Alberto Urban, ex calciatore dell’Avellino e della Cavese.
Intervista ad Alberto Urban
L’ex centrocampista classe 1961 inizia la sua carriera nelle giovanili della Pro Tolmezzo.
Con la squadra del Friuli-Venezia Giulia debutta in Serie D nel 1979 dove in tre stagioni colleziona 63 presenze condite da 13 reti. Nel 1982 passa alla Pro Gorizia in Serie C2. La stagione con la Pro Gorizia gli fa guadagnare la chiamata dell’Udinese, società di Serie A.
La stessa Udinese però gira il calciatore nativo di Saint-Avold (Francia) in Serie B, precisamente alla Cavese di Rino Santin neo promossa.
Con i metelliani Urban rimane per tre stagioni collezionando 85 presenze condite da 16 gol. Nel 1986 passa al Cosenza con il quale conquista la Serie B, con i cosentini timbra il cartellino 14 volte in 97 presenze. Triennio al Cosenza che gli vale la chiamata del Genoa di Franco Scoglio che milita in Serie A. Urban debutta in massima serie nel 1989 in un Genoa-Lecce terminato 1-0. Con i rossoblù Urban scende in campo 20 volte segnando 2 reti.
L’anno dopo passa alla Triestina in Serie B per poi chiudere la carriera nel 1996 con la Cavese in Serie D dopo aver vestito precedentemente le maglie di Avellino e Turris.
Dopo la carriera da calciatore ha iniziato contestualmente quella di tecnico.
Ha allenato le giovanili del Cosenza, il Savoia, Turris e il Venafro in Serie D, ha allenato anche il Vairano tra Eccellenza e Promozione. Ha intrapreso anche una breve carriera da dirigente col Cosenza.
Urban: “A Cava ho trascorso tre anni meravigliosi”
Da calciatore ha indossato le maglie dell’Avellino e della Cavese. Che ricordi ha di queste esperienze?
«Voglio fare una premessa. Per me le esperienze sono sempre positive, nonostante possano essere per la squadra positive o negative. Ad Avellino è stata un’annata storta, avevamo una bella squadra, infatti l’allenatore è stato prima Borghi poi sostituito da Ciccio Graziani. Avevamo anche dei calciatori importanti come: Stringara, Celestini e Fonte. Sono quelle annate storte che ti segnano, infatti, siamo retrocessi in Serie C però devo dire nonostante ciò Avellino è un’ambiente importante. Quando eravamo in corsa per la salvezza allo stadio c’erano fisse 15.000 persone pronte a sostenerci».
«A Cava, invece ho fatto tre anni favolosi. È stato il posto dove mi sono rilanciato visto che poi sono stato a Cosenza e poi a Genova. Ammetto di avere Cava nel cuore, vivo a Cava e sono un tifoso della Cavese. A Cava ci sono stati dirigenti importantissimi come il presidente Guerino Amato e l’allenatore che secondo me ha fatto conoscere la Cavese in Italia e nel mondo mister Santin».
Un giudizio sulla gara di sabato tra Avellino e Cavese. Che match si aspetta?
«La Cavese si presenta al Partenio con tre calciatori in più ma non basta. Bisogna intervenire anche negli altri reparti non solo in attacco. Sarà una gara difficile perché l’Avellino è una squadra che ambisce alla promozione in Serie B e per me sarà la mina vagante dei play-off».
Un’impressione sul campionato dell’Avellino?
«L’Avellino sta facendo un buon campionato. Però secondo me poteva ovviamente fare qualcosa in più. Questo qualcosa in più non è arrivato perché comunque hanno avuto vari infortuni e parecchi contagiati. Lì c’è un’allenatore bravo come Braglia che conosce bene la categoria, hanno tutto i presupposti per rimanere nella parte alta di classifica anche se ha perso entrambi gli scontri diretti con Ternana e Bari. È una squadra da terzo, quarto posto ma deve avere continuità perché se il Palermo acquisisce continuità darà filo da torcere ai ragazzi di Braglia».
Un’impressione sul campionato della Cavese?
«Il campionato della Cavese al momento è drammatico. Non è assolutamente consono fare 8 punti in 16 gare, a memoria non ricordo un campionato peggiore dei biancoblù. Non è tutto è perduto perché c’è ancora tempo per poter lasciare l’ultimo posto in classifica e fare perlomeno i play-out. Però la società ha il dovere di fare un buon mercato perché con la rosa attuale è difficile arrivare a questo obiettivo. Sono presenti grossi limiti in questa squadra. Dobbiamo considerare però che la società ha acquistato dei giovani di qualità ma non gli ha affiancato degli over adatti. Sono convinto che con un buon mercato la Cavese potrà dire la sua e lasciare l’ultimo posto in classifica».