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Torino-Salernitana, doppio ex Rubino: “La Salernitana migliorerà col tempo”

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In vista del match TorinoSalernitana, in programma domenica 12 settembre ore 15, abbiamo raggiunto telefonicamente il doppio ex Raffaele Rubino.

Torino-Salernitana, Rubino: “Salerno e Torino piazze prestigiose”

Raffaele Rubino è l’attuale dirigente sportivo della Juve Stabia. Inizia la sua carriera nel ’94, tra le file del Bari, squadra della sua città, e da lì non si fermerà più. Le esperienze al Torino e alla Salernitana, nel 2004 e nel 2005, saranno entrambe per sei mesi, in prestito dal Novara. Proprio con la maglia degli azzurri, raggiunge un incredibile record: è il primo giocatore nella storia del calcio italiano ad aver realizzato almeno un gol in tutti e quattro i campionati professionisti con la stessa maglia. Il “Re Leone”, però non si ferma qui. Il 15 marzo 2014 segna il suo gol numero 87 contro la Virtus Lanciano, staccando così di una rete Silvio Piola, il cui record era saldo dal 1954 ed entrando nella storia del club piemontese come secondo marcatore di sempre.

Torino e Salernitana: che ricordi ha di quelle esperienze, seppur brevi?

«Sono state due mezze esperienze perché sono arrivato a campionato in corso. Ho comunque bei ricordi perché ritengo di aver giocato in piazze importanti, una del sud ed una del nord. Quegli anni in Serie B erano piazze di grande prestigio».

Insieme a Lorenzo Pasciuti del Carpi e ad Alessandro Lucarelli del Parma è l’unico giocatore nella storia del calcio italiano ad aver realizzato almeno un gol in tutti e quattro i campionati professionistici con la stessa maglia…

«Sono stato il primo a stabilire quel record, quindi è stata una cosa molto piacevole, fu una grande emozione perché non è semplice, soprattutto dimostrare di avere grande senso di appartenenza, cosa che oggi nel mondo del calcio avviene meno facilmente».

Salernitana in A dopo 23 anni: riuscirà a salvarsi?

«La Salernitana sicuramente paga lo scotto di ambientamento perché manca da diversi anni in A. È inevitabile che con tutte le difficoltà che ha avuto il club tra mercato e situazioni di trust, il suo campionato inizia pian piano con le prossime partite ed andrà sicuramente migliorando».

È arrivato Franck Ribéry…

«Ribéry è un colpo che dà ancora più entusiasmo alla piazza, fa alzare l’aspetto tecnico, è importante all’interno del gruppo. Oltre ad avere grande conoscenza e professionalità è un campione. Non può che alzare le prestazioni della squadra».

Da dirigente sportivo, quali sono le caratteristiche imprescindibili che un giocatore deve avere affinchè possa pensare di avviare la trattativa per un eventuale trasferimento?

«Sicuramente quando si fanno delle valutazioni, le si fanno a 360°. La volontà conta più di qualunque altra cosa. La determinazione di un giocatore nel volere la piazza è imprescindibile, non mi piace convincere un giocatore per un premio o un euro in più».

Per i romantici del calcio questi sono tempi duri. Il business ha preso il sopravvento rispetto alla competizione sportiva, all’attaccamento alla maglia e alla gratitudine verso club e tifosi. Secondo lei le bandiere saranno sempre più un’utopia?

«Il senso di appartenenza è il business che lo crea, ad oggi è sempre più difficile che un giocatore non riesca a cambiare squadra. Prima c’erano altri valori, ora ci sono altre distrazioni, altre valutazioni, altri dettami economici. Ora tutto è più complicato».

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