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Stefano Sacripanti, neo coach di Scafati: “Saranno undici finali”

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In occasione del cambio tecnico sulla panchina dello Scafati Basket, la redazione di SalernoSport24 ha intervistato in esclusiva il tecnico Stefano Sacripanti. Guida storica della Pallacanestro Cantù e della squadra nazionale U-20, adesso il coach approda a Scafati.

Stefano Sacripanti, “Ci saranno undici finali da giocare”

Dopo le dimissioni di Attilio Caja dalla guida dello Scafati Basket, i tifosi gialloblù chiedevano a gran voce un allenatore che fosse in grado di salvare la squadra. Al momento, infatti, la situazione in classifica non è delle migliori: lo Scafati Basket è terzultima in classifica con soli quattordici punti. A sventare la paura retrocessione ci voleva una figura solida cui fare affidamento.

La dirigenza dello Scafati Basket non ha disilluso le attese ufficializzando Stefano Sacripanti alla guida della panchina gialloblù. Il tecnico di Cantù vanta un curriculum vitae di tutto rispetto, tra nazionale e club. L’ultima grande avventura è stata con la squadra di Napoli con la quale ha conquistato, nello stesso anno, la promozione in serie A e la coppa Italia LNP. Dalle esperienze in Campania è partita l’intervista esclusiva per SalernoSport24 di Osvaldo Luzzi.

Che ricordi porta della nostra regione? Mi ricordo dei gran campionati con Caserta, Avellino e l’ultima storica avventura con il Napoli.

«Sono particolarmente legato a questa regione. Credo di conoscere bene il territorio e credo di aver fatto il mio nella pallacanestro campana. Sono molto entusiasta di fare questa sfida per provare a mantenere questa realtà in A1 dopo la promozione dell’anno scorso».

Lei interviene a campionato in corso. L’obiettivo dichiarato è la salvezza. Il roster s’è dimostrato all’altezza della categoria, ma lei come ha trovato lo spogliatoio?

«Ho trovato dei ragazzi molto seri e giustamente preoccupati della situazione perché nelle ultime sei partite ne hanno vinte una sola nonostante il lavoro ottimale fatto da Attilio Caja. Li ho trovati seriamente preoccupati, quindi non parliamo di una squadra di menefreghisti a cui non interessa vincere o perdere. Oggettivamente nell’ultimo quarto di tutte le partite hanno avuto dei cali, che può essere fisico, che può essere mentale, che può essere legato ad una struttura di squadra non equilibrata con sette esterni e solo tre lunghi. Non ho trovato uno spogliatoio distrutto, anzi un gruppo compatto, ma che ha bisogno di trovare fiducia».

Ci saranno dei  nuovi tesseramenti? Porterà dei suoi uomini?

«Abbiamo solo un tesseramento da poter sfruttare e cercheremo di utilizzarlo al meglio possibile. Ho trovato qui uno staff desideroso di aiutare nel percorso dello Scafati».

Lei è arrivato in un momento di pausa del campionata perché c’è stata la coppa Italia con il miracolo Brescia.

«Credo che questo faccia capire che tipo di campionato ci sia: si può vincere o perdere con tutti. D’altronde Scafati ha vinto una partita con Bologna che non era preventivata. Le due squadre di Milano e Bologna hanno lasciato punti per strada. Questo vuol dire che nelle undici partite che rimangono ci saranno undici finali da giocare. Questo è un campionato talmente equilibrato che uno o due partite in più ti fanno sognare i play-off; una o due partite in meno ti fanno retrocedere».

Il primo impegno sarà a Milano, contro l’Olimpia, dove rincontrerà il coach Messina. Che sfida ci attende?

«Sulla carta è una sfida improponibile. Però, in verità, anche loro possono avere qualche problema. Noi dobbiamo sostanzialmente crederci e buttare il cuore oltre l’ostacolo. Ci sono tanti temi tattici da affrontare, ma noi dobbiamo andare pensando che ce la possiamo fare e che dobbiamo fare la nostra miglior pallacanestro possibile».

Secondo lei quale sarà la quota salvezza?

«Io credo che la quota salvezza, quella tranquilla, sia 22 punti. Noi puntiamo a vincere più partite possibili».

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Daniele Alfano
Daniele Alfano
Laureato in Scienze storiche.
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