La Salernitana cede anche allo stadio Ceravolo contro il Catanzaro, sprofondando sempre più giù. Sconfitta di misura raccontata nell’analisi del match. La compagine allenata da Colantuono sempre più in crisi ed in piena zona retrocessione.
KO per la Salernitana anche a Catanzaro: l’analisi
I Granata non riescono ad avere la meglio di un Catanzaro non trascendentale, ma con un centravanti di categoria in rosa. Manovra spesso prevedibile e prestazione non certo positiva per la Bersagliera, raramente pericolosa in zona gol. La rete annullata a Hrustic nel finale grida ancora vendetta, a conferma del livello mediocre di una certa classe arbitrale.
Colantuono tra conferme e novità di formazione
Mister Colantuono conferma il canovaccio tattico messo in opera nelle ultime uscite ma stravolge l’undici titolare, in considerazione anche degli impegni ravvicinati del periodo. Squadra in campo dal 1′ con il modulo 3-5-2, che diventa a cinque in fase difensiva. Dinanzi a Sepe la difesa è composta dal trio Ruggeri, Ferrari e Jaroszynski, il rientrante Njoh sulla corsia sinistra e Gentile su quella destra. In mediana Amatucci in cabina di regia, affiancato dal rientrante Tongya a sinistra, il recuperato Reine Adelaide agisce come mezzala destra con licenza di spingere. In attacco Simy sostenuto da Hrustic. Out per infortunio Verde, Maggiore e Bronn. Ghiglione squalificato. Il Catanzaro allenato da mister Fabio Caserta si schiera con un pragmatico modulo speculare: Pigliacelli tra i pali, cerniera di centrocampo composta da Pontisso-Petriccione-Pompetti, Compagnon e Situm a presidiare le fasce laterali, Iemmello e Pittarello compongono la coppia d’attacco.
Si gioca in uno stadio Ceravolo inizialmente in silenzio per la protesta dei 750 tifosi granata nei primi 15 minuti di gara, mentre i tifosi di casa sostengono la causa di un un ultras giallorosso. Arbitra il sig Perenzoni.
Primo tempo con poche emozioni e senza reti
Fase iniziale di studio per entrambe le squadre, regna la paura di perdere per entrambe le compagini. Ospiti più propositivi rispetto alle ultime apparizioni grazie ad un tasso di qualità maggiore in mediana e più gamba sugli esterni. Reine-Adelaide prova ad accendere, in palla anche Hrustic, Tongya si adopera sulla corsia mancina. Ma non si sfonda, Cassandro ci prova da fuori area per i padroni di casa, poi serie di corner non sfruttati.
I granata provano ad imbastire qualche azione pericolosa, tentando con fatica di sviluppare i tecnicismi della propria organizzazione tattica ma non riescono a trovare il guizzo decisivo negli ultimi sedici metri. Simy è troppo macchinoso, I giallorossi vengono fuori nella seconda parte innescando la velocità delle punte, abili a stazionare sul file del fuorigioco e concludere. la Salernitana, che prova ad utilizzare le mezzali per penetrare nella retroguardia avversaria e anche la corsia destra con un vivo Gentile.
L’emozione più importante avviene nel finale del primo tempo: tocco di mano di Hrustic al limite dell’area, l’arbitro concede inizialmente il calcio di rigore e poi ritratta la decisione con un calcio di punizione dal limite perché il fallo del centrocampista australiano è fuori area. Pericolo scampato per i granata. Si va all’intervallo sul punteggio ad occhiali dopo una frazione sostanzialmente equilibrata.
Nella ripresa il vantaggio calabrese, poi il gol annullato nel recupero
Le energie si scaricano e si azzerano al pari delle idee ma c’è tempo per le emozioni finali. In pieno recupero Pigliacelli e Antonini salvano su Simy di testa. Poi Hrustic da fuori la pareggia ma l’arbitro clamorosamente annulla per fallo in attacco del bomber nigeriano. Polemiche e tensioni al triplice fischio. La partita si conclude sul punteggio di 1-0 per il Catanzaro, ospiti che recriminano.
Le conclusioni: è crisi profonda in casa granata
Prestazione ancora sottotono per qualità e applicazione al cospetto di un Catanzaro combattivo ma qualitativamente superabile.
I numeri sono da analizzare per le valutazioni opportune. I granata con Colantuono in panchina hanno conquistato finora una vittoria, due pareggi e tre sconfitte, viaggiando ad una media non confortante di mezzo punto a partita. Le 18 lunghezze in classifica racimolati finora costringono la Salernitana al cambio di passo deciso da gennaio.
Ci si attendeva una svolta con almeno un risultato positivo nell’ultima gara del 2024 ed invece la sfida con i calabresi ha ulteriormente mostrato e confermato tutte le carenze di organico ed organizzazione di gioco della Salernitana.
In casa Salernitana è tempo di definire il bilancio tecnico e dare luogo alle azioni da intraprendere a seguito delle riflessioni dettate dal campo. L’auspicio a questo punto è che sia chiaro cosa non abbia finora funzionato nel gruppo e correre ai ripari in sede di mercato al più presto. Occorre capire se ci saranno effettivamente stravolgimenti in ambito di gestione dell’area tecnica, dando per scontato il cambio in panchina. La Salernitana ha bisogno di nutrimento di sostanza per risollevarsi, non basta più l’inutile pasto bollito da servire all’occorrenza per risparmiare un ingaggio. Si paga in termini di fiducia dei calciatori nel lavoro quotidiano e si chiede ad un uomo della società di andare oltre il possibile in questa fase. L’operato del DS Petrachi si è rivelato utile in termini di uscite e realizzazione economica, ma ora occorre anche centrare gli obiettivi qualitativamente necessari a rialzarsi dai bassifondi. Prima che sia troppo tardi. Le idee e le soluzioni di potenziamento del roster dovranno essere inevitabilmente chiare, così come chiara dovrà essere la posizione della proprietà, sempre poco trasparente nei fatti e nelle intenzioni. Si chiude un 2024 terribile per le sorti della Salernitana, che il 2025 riservi meno sofferenze e più programmazione seria e competente da parte degli addetti ai lavori.