Un’avventura tra i dilettanti con pochi precedenti nella storia del calcio salernitano: SalernoSport24 ripercorre con voi gli otto anni del Sapri in Serie D.
Sapri in Serie D: la promozione mancata per un punto
Seconda e ultima parte del viaggio di SalernoSport24 nella storia del Sapri, presenza fissa dal 2003 al 2011 in Serie D.
Il neopromosso club tirrenico – inserito nel girone I, a cui partecipano i club siciliani e calabresi – debutta tra i dilettanti nazionali con un ottimo 4° posto, strappando il biglietto per i play-off. Il doppio pari con il Modica, meglio piazzato alla fine della stagione regolare, costa l’eliminazione ai biancoazzurri del Golfo.
Conclusa la gestione De Feo, il Sapri versione 2004-2005 punta su Santino Bellinvia e sull’esperienza di giocatori come Ercolano, Lio e Sparacio. È un campionato formidabile, in cui i tirrenici duellano ad armi pari con Paganese e Modica.

La contesa si risolve all’ultima giornata: i siciliani conquistano la C2 all’ultima giornata, pareggiando per 2-2 in casa degli azzurrostellati con un calcio di rigore a tempo scaduto. Al Sapri non basta lo 0-2 a Cosenza per brindare al salto tra i professionisti: la promozione svanisce per un solo punto.
Tuttavia, l’undici di Bellinvia si prende una parziale rivincita nei play-off, superando prima l’Alcamo, poi il Siracusa. Per diverse settimane, Sapri sogna il ripescaggio, ma senza successo.
Una salvezza insperata e il trionfo in Coppa Italia
Nel 2005-2006, i dirigenti del Sapri affidano la panchina all’ex Avellino Orazio Sorbello, disputando un campionato più che dignitoso, chiuso con un’altra partecipazione ai play-off e l’eliminazione di misura per mano della Vibonese.
La stagione seguente, invece, parte nel peggiore dei modi, con la squadra in fondo alla classifica e una vorticosa quanto inevitabile girandola di calciatori. Nell’ultimo scorcio del 2006, Fortunato chiama un allenatore navigato come Vittorio Belotti per tentare una pur difficile risalita.
Il Sapri cambia completamente pelle e, grazie a un formidabile girone di ritorno, si assicura la partecipazione alla Serie D per la quinta volta consecutiva.
Il passaggio nel gruppo H non porta particolare fortuna: il campionato 2007-2008 si conclude infatti con un modesto 10° posto.
Arriviamo così alla stagione 2008-2009, il punto più alto della storia calcistica del centro costiero, che torna a giocare nel gruppo calabro-siculo.

Al posto di Belotti, Fortunato punta sul palermitano Andrea Pensabene. Nella rosa sfilano nomi pesanti per la categoria: gli argentini Buttazzoni e Pignatta sono le stelle di una rosa che comprende uomini di esperienza come Di Sole, Ferrara e Sekkoum.
Con il Siracusa fuori portata per tutti, il Sapri contende a Nissa e Vico Equense la piazza d’onore. Tuttavia, il meglio arriva dalla Coppa Italia di Serie D: i biancoazzurri eliminano Nocerina, Pomigliano, Rosarno e proprio il Vico Equense nei quarti.
In semifinale, poi, la sfida con la Renato Curi Angolana: 1-1 al campo “Italia”, 1-1 al ritorno in Abruzzo. Epilogo ai rigori: il portiere Lamberti nega per due volte il gol a Canali e regala al Sapri la finale con la Villacidrese.
La gara d’andata in casa dei sardi si chiude con una sconfitta per 1-0. Tuttavia, il giudice sportivo ribalta il verdetto del campo, perché la Villacidrese ha schierato un giocatore che doveva scontare una squalifica risalente… a tre anni prima: 0-3 a tavolino per il Sapri, a cui basta uno 0-0 nella partita di ritorno – disputata il 20 maggio 2009 – per vincere il trofeo.
Triste, solitario y final: le infiltrazioni della ‘ndrangheta
Per la seconda volta nella sua storia, dunque, il Sapri ha la possibilità di partecipare a un torneo professionistico, ma la società non riesce a onorare la fideiussione da 100.000 € necessaria per formalizzare la domanda di iscrizione alla Lega Pro.
Di conseguenza, per il settimo anno di fila, il Sapri si presenta al via della Serie D. Dopo un anno esaltante, la squadra vive una stagione sottotono, segnata anche dall’avvicendamento in panchina tra Pugliese e Rogazzo, e non va oltre la 7ª casella della classifica.
Alla vigilia dell’estate 2010, Fortunato e i suoi pretoriani lasciano il club nelle mani di Vincenzo Calce, che sceglie per la panchina il 40enne Alfonso Pepe. Con una rosa formata perlopiù da giovani, il Sapri ottiene una comoda salvezza, ma le vicende del campo passano in secondo piano quando la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dispone il sequestro del club per i legami con il clan Pesce di Rosarno.
I fatti risalgono all’estate 2005, quando Marcello Pesce assunse per qualche tempo l’incarico di direttore generale. Le sorti del Sapri erano a questo punto segnate. Neppure l’intervento dell’amministrazione comunale, a cui fu ceduto il titolo sportivo, servì infatti a smuovere le acque.
Nell’estate del 2011, dunque, suonò il requiem per una storia sportiva a suo modo irripetibile, che portò un piccolo centro della nostra provincia a misurarsi con molte piazze storiche del calcio italiano. Non tutti i sogni, però, sono a lieto fine.