Otto stagioni in Serie D, una vittoria nei play-off e una Coppa Italia prima dell’oblio: dal 2003 al 2011, Sapri è stata l’orgoglio del calcio dilettantistico a sud di Salerno.
Sapri, otto anni in Serie D tra gloria e ombre
La fresca promozione della Gelbison tra i professionisti ha riportato alla mente la rivalità tra i rossoblù di Vallo della Lucania e il Sapri, entrambi protagonisti in Serie D fin dai primi anni Duemila.
Tra il 2003 e il 2011, la cittadina bagnata dal Tirreno occupò stabilmente la ribalta del calcio dilettantistico italiano, accarezzando più volte il sogno di giocare nelle serie nazionali.
Una storia finita nel peggiore dei modi, con il sequestro della società per le infiltrazioni della criminalità organizzata e la conseguente sparizione dai radar.
Prima di attraversare la galleria dei ricordi, però, è necessario analizzare le tappe principali della storia del club.
Mezzo secolo nelle serie regionali
Il Sapri visse la sua prima, remota stagione di gloria nella seconda metà degli anni Cinquanta, partecipando per due volte al campionato di Promozione, all’epoca la massima espressione del calcio regionale.
Negli anni Sessanta, la squadra della città della Spigolatrice esce dall’anonimato dei tornei minori, frequentando con assiduità il torneo di Prima Categoria. Tra una salvezza e l’altra, i tirrenici strappano un buon 6° posto nella stagione 1963-64.

In questa fase storica, l’uomo di punta dell’undici saprese è il bomber Michele Russo (scomparso nell’estate del 2013), che avrebbe proseguito la sua carriera con i colori biancoazzurri anche nel decennio seguente.
Per ritrovare i tirrenici sulla mappa del calcio campano, bisogna aspettare la metà dei ’70, quando il Sapri-Golfo di Policastro si arrampicò fino alla Promozione, conquistando un 3° posto nel gruppo B (1975-76) e un 4° nel girone C (1977-78)
Dopo la retrocessione in Prima Categoria nel 1979, il Sapri si riaffaccia alla Promozione nel 1988. Pur senza ripetere i risultati di qualche anno prima, la società salernitana conquista la permanenza nella massima categoria regionale, giocando anche nel neonato torneo di Eccellenza dal 1991 al 1994.
Il Sapri torna a far parlare di sé nella stagione 1995-96, quando la squadra allenata da Antonio Paolini vinse il torneo di Prima Categoria al termine di una memorabile sfida a tre con il Caselle e il Sala Consilina.
Tuttavia, quella splendida cavalcata fu funestata dal suicidio di uno dei suoi giocatori più rappresentativi, il mediano Gioacchino Romano, trovato senza vita nella casa di suo padre il 26 aprile 1996.
Dal Rotondasapri al salto in Serie D nel 2003
Prima di conquistare in proprio un posto in Serie D, Sapri condivise con il Rotonda una fugace (ma memorabile) apparizione nel Campionato nazionale dilettanti.
Nella stagione 1997-98, il club metà campano, metà lucano – che giocava le gare interne al campo “Italia” – contese la promozione in C2 al Nardò e al Tricase fino alle ultime giornate, piazzandosi subito alle spalle delle due squadre pugliesi.
Chiusa quell’esperienza, il calcio a Sapri riparte dalla Spigolatrice, un omaggio alla celebre poesia di Luigi Mercantini dedicata alla tragica spedizione di Carlo Pisacane.
Dopo aver vinto il campionato di Promozione nel 1998, il club del Golfo di Policastro conquista il primo trofeo della sua storia: la Coppa Italia regionale di Eccellenza e Promozione, spingendosi fino alle semifinali nazionali.

Il 2° posto alla fine della stagione sembra annunciare l’inizio di un ciclo vincente. Eppure, Sapri dovrà attendere il nuovo secolo per assicurarsi un posto in prima fila.
La squadra presieduta da Sergio Fortunato e allenata da Cosimo De Feo sale sul treno per la Serie D nel marzo 2003 al termine di un campionato stellare, festeggiando la promozione con un mese e mezzo di anticipo sul campo del Saviano.