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ESCLUSIVA Gala del Calcio Salernitano: l’intervista a Vito Giordano

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Gala del Calcio Salernitano: l’intervista a Vito Giordano

Al “Gala del Calcio Salernitano” di ieri sera, giunto alla quarta edizione, non poteva mancare un vecchio amico di Salerno e dello sport salernitano: Vito Giordano che ha gentilmente risposto ad alcune domande per SalernoSport24.

Vito Giordano e il nostro giornalista Francesco Di Pasquale
Ciao Vito, è sempre un piacere averti come nostro ospite. La prima domanda non può che essere questa: cosa ne pensi di questa quarta edizione di sport e beneficenza che è il gala ormai da quattro anni?

“Mi emoziono ogni volta che vengo qui. E’ il terzo anno che partecipo e sono contento di vedere tante persone, dagli organizzatori ai componenti, il consigliere Santoro e i nuovi giornalisti del panorama salernitano. Facce giovani e pulite. Ho visto una grande crescita e vedo che c’è una grande importanza perché seguito molto questo evento soprattutto dalle squadre dilettantistiche che, come sappiamo, giocano sempre in mezzo a mille difficoltà e con impianti non all’altezza delle loro aspettative e ambizioni”.

E chi meglio di lei può insegnarci come ci si muove tra mille difficoltà e soprattutto nel calcio.

“Ho fatto l’allenatore in prima categoria, in promozione, ho vinto il campionato d’eccellenza, poi ho fatto una gavetta che mi ha portato ad essere considerato un talent scout in Italia, e ne sono fiero di questo perché ho dato consigli a tante persone che oggi mi sono amiche”.

La figura del direttore sportivo, che tu hai svolto, nel mondo del calcio, oggi, è cambiata?

“Sono stato direttore sportivo di tante squadre perché, come detto, ho mangiato e mangio pane e calcio perché sono partito dal basso, dalle fondamenta del “palazzo calcio”. Oggi il direttore sportivo è visto come chi fa solo l’esame per l’abilitazione e poi magari sul campo non sa muoversi; è importante la preparazione, la teoria e quant’altro ma è ancor più importante mettere i piedi in campo, muoversi, conoscere la cultura del calcio e saper approcciarsi con i vari procuratori, calciatori ecc.”.

Sei d’accordo con me se ti dico che “il calcio oggi è totalmente cambiato” magari rispetto agli anni in cui il pallone veniva visto come “sport e cultura” e non come “personaggio famoso”?

“La cultura del calcio parte, come dicevo, dalle fondamenta, dalle basi. Il dilettantismo è importante e ti forma perché per fortuna non hai distrazioni di “alto livello” ma pensi davvero a sudare la maglia. Non so quanti calciatori ho visto nel dilettantismo che potevano arrivare davvero ai massimi livelli e a palcoscenici molto importanti; purtroppo questa cultura in queste persone tende a svanire perché, è vero, il calcio di oggi è cambiato totalmente, nessuno vuole fare sacrifici e credimi io ne ho fatti tanti (ho giocato anche nella Salernitana) ma purtroppo oggi si pensa più ad avere lo sponsor che a mettere la palla in rete”.

Appunto per questo, ti chiedo se la voce “pagare per giocare” è vera quindi nel mondo del calcio e se, di conseguenza, non è più importante essere bravo e avere la cosiddetta “tecnica”

“Molti bravi non riescono a sfondare perché la figura del procuratore ti porta avanti, indipendentemente da ciò che fai e da chi sei. Oggi vediamo in Italia lo sfascio del gioco calcio, anche dal punto di vista societario, squadre storiche che non si iscrivono come il Bari, la Reggiana; questo è proprio il problema del sistema calcio, vuol dire che non hai programmato bene, non hai saputo investire sul team, sulla squadra, sui giocatori. Il giocatore per dichiararsi “buon giocatore” oltre a saper usare la palla deve essere soprattutto intelligente”.

A tal proposito, il bacino della Campania ma soprattutto del salernitano e della provincia, può considerarsi importante per le giovani leve?

“La Campania tutta ma come tutto il Sud vive davvero di pallone, di calcio. Si inizia a calciare fin da ragazzini perché si respira davvero il pallone. E’ uno sport che piace a tutti e tutti dovrebbero fare scuola calcio. Si dovrebbe però insegnare loro una cosa: non devi giocare a pallone perché devi risolvere i problemi familiari. Non bisogna insegnare che il calcio ti porta soldi e quindi puoi fare una vita agiata. Il calcio è bello perché è passione”.

E’ un “problema” questo voler sfondare nel mondo del calcio per soldi solo italiano secondo te?

“Credo proprio di sì. Io vado in Slovenia, in Portogallo e in Croazia, vedo giocatori di seconda serie arrivare ai campi di allenamento con bicicletta o motorino. Qui in Serie B il più “piccolo” arriva già in Porsche o col “macchinone” per sfrecciare e farsi notare. Non va bene. C’è poca sofferenza e poco sacrificio. E questi giocatori “immagine” li riconosci subito perché quando arrivano in massima serie sono i primi a bruciarsi”.

E’ evidente quindi l’abisso dal dilettantismo al professionismo?

“Io sono stato in realtà miste, da chi non aveva il campo per l’allenamento a chi addirittura non aveva nemmeno lo spogliatoio. Ho fatto il segretario, il dottore, il preparatore perché quando mi mettevo in testa un obiettivo doveva essere quello con le unghie e con i denti. Ecco appunto il sacrificio, quello che nessuno vuole più fare, ed è quello che ti rende prima uomo e poi calciatore e uomo di sport”.

Dal campo al mercato, Vito, ti chiedo un parere su questa finestra di mercato delle squadre di serie cadetta.

“Premetto che il mercato deve essere frutto di programmazione e obiettivi. Cose che molte società non tengono in considerazione perché pensano solo a fare i “salti” (dalla C alla B, dalla B alla A) per una questione economica. I grandi imprenditori vengono a mancare perché col calcio hanno ben poco da comprendere. E così facendo si hanno i fallimenti noti delle ultime ore proprio perché si pensa di più alla moneta che al pallone. Società che stanno programmando bene al momento sono la Cremonese con un presidente ambizioso, e il Verona che ha preso Di Carmine, un giocatore di categoria. Mi aspetto qualche colpo anche da chi vuole la promozione e sicuramente dalla settimana prossima vedremo un gran fermento, anzi me lo auguro”.

E la Salernitana, invece?

“La Salernitana si sta muovendo e si muoverà per bene. Ha una società con spalle forti e una garanzia che si chiama Lotito. Vogliono cogliere l’occasione per regalare un grande campionato soprattutto in ottica centenario. A quanti criticavano la società voglio solo rispondere che hanno avuto torto perché Lotito e lo staff hanno avuto ragione: in un calcio che sta ammirando con tristezza società storiche che si sono sfaldate, fallite e indebitate, loro hanno visto con gran lungimiranza nella piazza Salerno perché questa città veramente vive di Salernitana. Io spero che Lotito faccia una squadra competitiva al massimo, me lo auguro prima da tifoso e poi da uomo di sport”.

Vito ti faccio un’ultima domanda, ma questa volta parlo al Giordano direttore sportivo: i movimenti a cui ci ha abituato la società granata negli ultimi anni, ovvero, prelevare un giocatore, portarlo in ritiro e dopo meno di una settimana cederlo in prestito o nel peggiore dei casi svincolarlo, che senso hanno ai fini appunto della progettualità?

“I movimenti e i ragionamenti che una società fa col proprio direttore sportivo e viceversa, purtroppo, non li conosco ma ti posso dire una cosa: la Salernitana ci ha abituato, nel bene o nel male, a fare trasferimenti (in entrata e in uscita) a sorpresa come i vari Donnarumma, Sprocati, Coda. E’ normale che delle volte ci si sbaglia, perché solo chi non si muove non sbaglia, però è anche vero che una squadra dovrebbe partire quantomeno con un’ossatura dell’80% fatta, uno zoccolo duro che dà le basi alla squadra in modo da poter fare il “colpo” dell’ultimo minuto. Vedo queste scelte societarie come colpi futuri ovvero prendere il giocatore, farlo allenare e respirare il progetto granata, valutarlo e poi mandarlo in prestito in modo da valorizzare il giocatore in questione. Questa scelta non entra nei miei parametri perché ho sempre operato valutando il giocatore nel suo complesso”.

Grazie mille Vito come sempre della tua disponibilità

“Grazie a tutti voi di organizzare sempre eventi sportivi veri e puliti. Al prossimo anno e forza Salernitana”.

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