Salernitana–Venezia, la partita dei tifosi. Sesta vittoria consecutiva in casa e minimo di presenze stagionale sfiorato. Tanti gli applausi rivolti a fine partita a Ventura e i suoi uomini, ma i decibel del tifo continuano a calare in modo preoccupante.
La Salernitana torna al successo… ma di fronte a pochi intimi
Vince, per la sesta volta consecutiva tra le mura amiche, dinanzi a poco più di 54oo spettatori l’incerottata Salernitana di Gian Piero Ventura contro un pericoloso e mai domo Venezia. Un numero, considerando l’attuale classifica, che stride con il rendimento fin qui ottenuto dalla Banda Ventura. Senza troppi giri di parole, il dato fatto registrare in occasione della gara di ieri è senza dubbio allarmante. A prescindere da ogni posizione più o meno condivisibile, fa strano veder giocare una squadra proiettata verso il vertice (nonostante gli innumerevoli problemi fisici e organici) in un’atmosfera a tratti più che desolante.
Segno evidente di una problematica latente che continua a condizionare le presenze allo stadio. A scanso di inconsistenti giustificazioni di sorta, la spaccatura tra la proprietà e la piazza sembra, ormai, pressoché insanabile. E’ pur vero che, con l’ascesa al “potere” delle Pay Tv, gli “spezzatini” spesso indigesti di partite propinate dalla Lega, gli orari talvolta improbabili e, perché no, i prezzi esorbitanti dei biglietti, i fasti di un tempo sembrano irraggiungibili per qualunque squadra normodotata. Ma Salerno no. Salerno è un’altra cosa e tutti ne sono consapevoli: dagli addetti ai lavori, ai giornalisti, ai tifosi di tutta Italia e, soprattutto, alla Proprietà.
Con una squadra che, quasi in maniera commovente, continua a lottare per mantenere un posto nella griglia play-off, in altri tempi, si sarebbe scatenata una vera e propria “caccia al biglietto”. Certo, le condizioni climatiche di ieri sera, unite al pizzico di psicosi da Coronavirus che ha escluso dalla contesa anche i supporter lagunari, ci hanno messo senz’altro del loro. Ma la sensazione è che oggi, purtroppo, a farla da padrona è la paura di sognare. Perché si sa, più in alto si sale, più, eventualmente, la caduta è rovinosa.
Le emozioni della gara
Nei primi minuti della gara, grande gesto di solidarietà degli ultras granata in onore delle zone colpite maggiormente dall’ormai noto Covid-19. I supporter della squadra del Cavalluccio, infatti, hanno voluto esprimere la propria vicinanza e il proprio sostegno tramite uno striscione che recitava: “Ogni dramma fa nascere le grandi riprese. Contro il Covid-19, forza e coraggio in tutto il Paese”.
Pronti-via, e le giocate di un redivivo Alessio Cerci infiammano la platea. A metà primo tempo, bel gesto all’indirizzo di Cicerelli, autore di 3 passaggi sbagliati che, per poco, non sono costate caro. Dopo lo sprone ricevuto da capitan Akpa Akpro, infatti, sono piovuti applausi scroscianti di incoraggiamento dalla tribuna per l’ex ala destra del Foggia. Pochi, ma encomiabili presenti che, successivamente, hanno accompagnato la super parata di Alessandro Micai su calcio di rigore con un boato degno della Curva Sud che fu. Incitamento, ad ogni modo sempre incessante, che ha fatto la differenza in alcune, delicate fasi della gara quando il Venezia si è fatto sempre più pericoloso. A fine gara, sospiro di sollievo, urlo liberatorio e altri 3 punti in cascina.
Tutto, però, sempre nell’atmosfera semispettrale a cui, purtroppo, i tifosi della Salernitana ci stanno abituando. Una decisione, quella di restare lontano dall’Arechi, legittima ed insindacabile. Una rinuncia alla quale nessuno può arrogarsi il diritto di giudicare o, peggio ancora, criticare. Ma che, altrettanto oggettivamente, punisce ingiustamente un gruppo di calciatori mai domi guidati, probabilmente, da uno dei migliori allenatori mai transitati a Salerno.