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Salernitana: teste basse e tanti mea culpa… cercasi

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L’ennesima disfatta che non porterà mani sulla coscienza

Un’altra sconfitta casalinga che mortificano il cavalluccio e i tifosi granata nell’anno del centenario. Se c’era un’annata nella quale si poteva sperare in un campionato che facesse sognare i tifosi della Salernitana, doveva essere questo. Magari alla fine sarà così, magari Angelo Gregucci troverà il bandolo della matassa e sbroglierà il più antipatico dei nodi. In questo momento però, i tifosi in primis, meriterebbero un esame di coscienza da parte di chi, proprio in settimana, aveva sparato a zero sugli addetti all’informazione. Parole aspre, dall’alto di un’arroganza che oggi trova conferme sull’incapacità di gestione.

Uscire sconfitti da una partita ci può stare; uscire sconfitti per l’ennesima volta dopo Brescia, Lecce e anche Benevento, forse ci può stare. Trattasi di squadre realmente costruite ad arte per fare un campionato quanto meno da play-off. Sconfitti però, con l’atteggiamento di supponenza come se si fosse in possesso dell’unica verità per far funzionare una macchina, beh, questo no. La Salernitana senza Lotito sarebbe partita dall’Eccellenza?! Probabilmente sì a suo dire ma lo avrebbe fatto certamente con umiltà e, oggi lo possiamo dire, con la certezza di avere qualche tifoso in più allo stadio. Uno dei ricordi che più avranno affascinato Gregucci a Salerno, siamo certi, è legato ad un Salernitana-Ascoli del 2005 quando la città rispose presente. Ed era uno scontro salvezza, l’Arechi una polveriera. Un amore vero verso la squadra del cuore, verso la maglia, una risposta che forse Lotito non ha mai realmente provato se non sporadicamente. E siamo certi, a meno di controprove, mai proverà. Gli atteggiamenti di questa società sono quelli che realmente stanno allontanando la gente dai colori coi quali sono nati. Ieri la Salernitana è uscita sconfitta dall’ennesimo scontro diretto per il treno play-off e c’è da chiedersi: c’è mai stato un vero confronto per entrare nella lista di un posto al sole? Probabilmente no. E c’è mai stata la ferma volontà di fare qualcosa di meglio rispetto agli obiettivi prefissati? Non siamo così arroganti da sapere con certezza cosa avvenga nella stanza dei bottoni della dirigenza. I fatti dicono però che la Salernitana non è nulla di più dello scorso campionato e di quello precedente. Una squadra da dodicesimo posto. Un limbo come quello in cui è caduta una città.

Una sconfitta sul piano gestionale, sull’aspetto professionale con una programmazione pari a zero. E allora, se ci fosse o meno un imprenditore intenzionato a rivelare questa società, che non si sentissero offesi Lotito e compagnia bella, Salerno vuole e merita altro perché questo centenario sta andando di traverso.

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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