La Salernitana arriva alla sosta dopo 3 risultati utili consecutivi e una ritrovata solidità: la quadra parte dal centrocampo. Con un Tello in crescita, tante opzioni per Martusciello.
Salernitana, la chiave del match passa dal centrocampo
Martusciello pare aver trovato la quadra della squadra, riuscendo ad abbinare alla solidità difensiva, complice la continua crescita di Ferrari che sta prendendo in mano la retroguardia granata, al risultato e allo stile di gioco a lui tanto caro.
Se Amatucci ha ormai abituato troppo bene la città sin dalla prima giornata, confermandosi con un’altra prestazione deliziosa a metà tra il ruolo di recupera palloni alla Coulibaly e la freddezza nella gestione della palla sotto pressione, ha piacevolmente invertito il trend Andrés Tello.
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Tello: quell’arma a doppio taglio
Arrivato tra lo scontento popolare per quell’esultanza sotto la curva alla vigilia di Natale con la maglia del Cagliari, Andrès Tello nelle ultime due apparizioni è sembrato di nuovo il calciatore visto nei suoi primi anni in Italia, creativo in fase offensiva e attento (a modo suo) in fase difensiva.
Il centrocampista ex Benevento ha avuto bisogno di alcune partite per rientrare in forma (e in tal senso la sosta non potrà che far bene): nelle prime giornate alcuni sprazzi intermittenti (e talvolta leziosi) di tecnica e qualche pallone perso di troppo hanno fatto mugugnare la tifoseria granata, ma il calciatore visto nella ripresa contro il Catanzaro e quello equilibrato che ha ben figurato in Sicilia, è di certo una nota più che lieta per Martusciello, che già lo aveva allenato ad Empoli.
Il colombiano 28enne, nel pieno della maturità calcistica, e con due campionati di Serie B vinti nel palmarès, potrebbe lasciare Tongya, prossimo al rientro, libero di giocare nel suo ruolo naturale nei tre davanti. Considerati i continui acciacchi fisici di Adelaide, l’ex Cagliari potrebbe essere una pedina fondamentale anche in termini di contributi sotto porta: nel 2023 ben 5 i gol siglati con la maglia del Benevento.
“Dov’è il Maggiore di La Spezia?”
In questi anni di permanenza all’ombra dello stadio “Arechi”, Giulio Maggiore ha regalato ai tifosi l’immagine di un calciatore discontinuo: l’avvio più che promettente nel suo primo anno, regalò alla piazza l’immagine di un calciatore bravo a verticalizzare e in grado di fare tanta legna in mezzo al campo, culminando nella straripante prestazione contro la Juventus nell’ultimo incontro casalingo coi bianconeri (in cui, sfortunatamente, fu espulso).
L’altro lato della medaglia, ha regalato a Salerno un Maggiore talvolta troppo disattento, che ingenuamente perde palloni sanguinosi e duelli fondamentali nella zona nevralgica del rettangolo verde.
“Ogni tanto lo provoco, chiedendogli dove ha lasciato lo Giulio di La Spezia“, dichiarava Simone Inzaghi circa un anno fa. Il calciatore bravo negli inserimenti e puntuale nelle chiusure che aveva fatto gola a più di una squadra di Serie A, a Salerno si è infatti visto troppo poco, nonostante i numeri diano una panoramica piuttosto positiva: l’anno scorso, 4 gol e 2 assist per lui. Dopo il mancato trasferimento last minute a Venezia, il Maggiore di La Spezia potrebbe conferire alla squadra quell’esperienza e quella quantità fondamentali in un campionato insidioso come la Serie B. Chissà che, tra Venezia e La Spezia, non si possa rivedere Maggiore anche a Salerno.