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Alberto Bianchi: “La mia gioia a Salerno? La salvezza ai play-out”

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In vista dell’11ª giornata di Serie A tra Salernitana e Spezia, che si terrà sabato 21 ottobre alle ore 15:00 allo stadio “Arechi”, la redazione di Salernosport24 ha avuto modo di intervistare Alberto Bianchi.

La carriera di Alberto Bianchi

Alberto Bianchi, originario di Sanremo, inizia la sua avventura calcistica proprio all’età di 16 anni aggregandosi in Serie D con l’Imperia. Questa gavetta fatta in giovane età gli è stata quindi utile come banco di prova, risultando ideale per forgiare il proprio carattere e temperamento in mezzo al rettangolo verde. Nella sua carriera da calciatore si è contraddistinto con le casacche di Spezia, Cremonese e Salernitana. Proprio con la maglia della Bersagliera ha collezionato 29 presenze ed un gol e ha ricoperto il ruolo da dirigente conquistando la promozione in Serie A due stagioni fa.


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In vista della partita tra Salernitana e Spezia, essendo un match molto acceso allo stadio “Arechi”, come vede le due compagini? E chi vede favorito?

«Sicuramente è una partita importante e le due squadre sono in una situazione di classifica similare. Giocando in casa la Salernitana ha un piccolo vantaggio in più perché nel cammino di entrambi i punti sono stati conquistati per lo più nelle mura amiche, quindi giocando a Salerno e avvantaggiata sicuramente la Salernitana».

Secondo lei chi è il leader in mezzo al campo di questa Salernitana?

«Secondo me ci sono alcuni giocatori che sono carismatici e con esperienza come possono essere Fazio o anche Candreva. Però non conoscendo personalmente i ragazzi non so come sono all’interno dello spogliatoio; perché ci possono essere leader comunicativi che vengono presi come degli esempi, leader come forza in mezzo al campo, come può esserlo L. Coulibaly che è un giocatore che trascina la squadra anche per il modo di giocare. Nella Salernitana, secondo me, ci sono questi tipi di giocatori che possono ricoprire questo ruolo».

Da ex difensore cosa ne pensa di Lovato? Che margini di crescita vede in lui?

«Lovato sicuramente è un giocatore importante che già lo scorso anno ha giocato con continuità. Purtroppo è stato bersagliato dalla sfortuna perché non è riuscito a giocare mai, penso che un giocatore come lui alla Salernitana sia mancato. Anche l’assenza di Fazio ha influito molto. Sono piacevolmente sorpreso dalle prime partite di Daniliuc, di cui se ne parla bene e che potrà quindi crescere con dei giocatori di esperienza come Fazio».

Nella sua parentesi in granata, qual è il momento più importante che ricorda alla Salernitana?

«Sono sicuramente due. Il primo con la promozione in Serie A da dirigente. E da giocatore, più che la promozione in B che mi ha visto meno partecipe a causa dell’infortunio al ginocchio, la salvezza ai play-out che è stato un momento di grande gioia perché retrocedere sarebbe stato una tragedia sportiva».

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