La Salernitana perde immeritatamente contro una Roma che negli ultimi 20′ di partita rinuncia ad attaccare. Ecco l’analisi del match.
L’analisi del match tra Salernitana e Roma
Inzaghi torna a sedersi in panchina dopo la squalifica in una gara difficile e, allo stesso tempo, fondamentale. La affronta con un modulo che potrebbe rivelarsi un ibrido tra il 4-3-3 ed il 3-4-2-1. Infatti, schiera, a sorpresa, due terzini destri come Sambia e Pierozzi. Il primo potrebbe agire anche da interno in un centrocampo a tre, permettendo alla squadra di scalare a quattro dietro. Il secondo, invece, potrebbe fungere da terzo di difesa a destra, consentendo di passare al 3-4-2-1, con Sambia a tutta fascia. Si tratta di una scelta che potrebbe permettere a Inzaghi di sorprendere la Roma in corsa, alternando uno schieramento a specchio con uno più (o meno, dipende dalla posizione dei quinti) sbilanciato.
De Rossi risponde affidandosi al recuperato Dybala in avanti. Per il resto, nessuna sorpresa in un undici titolare nel quale si rivedono Cristante e Mancini, rientrati dalla squalifica. L’unica incognita tattica è quella riguardante la posizione delle due ali (il già citato Dybala ed El Sharaawy): c’è da capire se giocheranno a ridosso di Lukaku o più larghi.
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Il primo tempo
La Roma parte in quarta, tenendo subito i ritmi molto alti, ma la Salernitana ribatte colpo su colpo, riuscendo a mettere in allarme gli avversari in contropiede. I Granata partono a tre dietro, con Pierozzi braccetto destro, mentre gli esterni di De Rossi si posizionano molto vicini a Lukaku. Quest’ultima affermazione vale in particolar modo per Dybala, dato che, sul lato opposto, El Shaarawy tende ad allargarsi leggermente per permettere a Pellegrini di provare l’inserimento.
In fase d’impostazione, la Roma si schiera a tre dietro, con Cristante che si abbassa sulla linea dei due centrali, permettendo ad entrambi i terzini di salire. Questi ultimi potrebbero diventare un fattore importante, andando ad inserirsi nello spazio lasciato sulle fasce dai due esterni d’attacco quando convergono verso Lukaku. Curioso il fatto che Cristante vada a posizionarsi sul centro-sinistra, invece di sistemarsi in mezzo ai due centrali. Così facendo, Kristensen può salire e supportare El Shaarawy con maggiore efficacia; dall’altra parte, invece, Karsdorp avanza sempre, poiché Dybala agisce più vicino alla punta rispetto all’italo-egiziano.
Arrivati alla metà del primo tempo, nessuna delle due squadre è riuscita a rendersi realmente pericolosa. La Roma ha idee, ma è molto imprecisa, mentre la Salernitana rimane rintanata nella sua metà campo, cercando di sfruttare le ripartenze. Tuttavia, i Granata non riescono ad arrivare davanti alla porta di Rui Patricio.
Le prime occasioni da gol arrivano poco dopo la mezz’ora, ma il tiro dalla distanza di Bradaric e quello più ravvicinato di Tchaouna non impensieriscono seriamente il portiere avversario. Dopo 30′ di sofferenza, la Salernitana è finalmente riuscita a venir fuori, cominciando a tirare con una certa insistenza verso la porta. Ci sarebbe bisogno di un attaccante di maggior tecnica rispetto a Simy, che non è ancora riuscito ad entrare realmente in partita.
Il primo tempo si conclude con un enorme rischio corso da Pierozzi, che rischia l’espulsione con un brutto intervento in scivolata, e con l’ammonizione notificata a Pellegrini. La partita inizia a farsi molto dura dal punto di vista dei contrasti.
Il secondo tempo
In apertura di secondo tempo, un tocco col braccio di Maggiore causa il rigore con il quale la Roma si porta in vantaggio (gol di Dybala). La partita potrebbe cambiare radicalmente dopo l’1-0, poiché la tattica fondata su pressing e ripartenze adottata da Inzaghi non potrà più essere utilizzata. Ora la Salernitana è chiamata a fare la partita: non è detto che non si passi ad un modulo diverso dal 3-4-2-1 utilizzato fino ad ora.
Al 62′ si cambia: dentro Kastanos per Basic e Martegani per Sambia. Quest’ultimo cambio porta al passaggio al 4-3-3. Inzaghi ha deciso di rischiare, poiché un centrocampo leggero (con Martegani, Maggiore e Kastanos) espone inevitabilmente la Salernitana alle rapide ripartenze degli avversari. Proprio su una situazione di questo tipo, al 65′, (poi rivelatasi viziata da un fuorigioco), Ochoa compie una bella parata. Poco dopo arriva il raddoppio giallorosso, con l’inserimento di Pellegrini, che raccoglie un cross di Karsdorp sul secondo palo. Era evidente fin dall’inizio che quel movimento del laterale della Roma, ad occupare lo spazio lasciato da Dybala, avrebbe potuto rivelarsi decisivo.
La Salernitana accorcia le distanze al 70′ con Kastanos, che s’inserisce ed approfitta della dormita di Kristensen per mettere il pallone alle spalle di Rui Patricio.
Al 73′ avviene il solito cambio del centravanti, con Simy che si prende i fischi dello stadio; contemporaneamente, un ottimo Gyomber viene sostituito da Lovato. A livello tattico non cambia nulla: si va avanti con la difesa a quattro.
Dall’altra parte, con gli ingressi in campo di Aouar e Zalewski al posto dei due esterni d’attacco, tradiscono la volontà di difendere il risultato. La squadra di De Rossi, infatti, ha sensibilmente abbassato il proprio baricentro, consegnando il pallino del gioco alla Salernitana. Con la squadra così bassa, è impossibile per la Roma perseverare nella tipologia d’impostazione dal basso (con Cristante sul centro-sinistra e i terzini che si alzano) che ha fatto così tanto male ai Granata.
La Salernitana continua a premere negli ultimi minuti: la Roma ha praticamente rinunciato ad attaccare, accontentandosi di difendere il risultato. L’occasione arriva al 91′, con un colpo di testa di Ikwuemesi, bloccato da Rui Patricio. Poi, il buio: la Salernitana perde contro la Roma, che non vinceva in trasferta da un mese e mezzo.