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Salernitana: le idee, il gioco ed i dogmi di Davide Nicola

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Dopo il comunicato diramato dalla Salernitana nella giornata di oggi la guida tecnica della è stata assegnata ufficialmente a Davide Nicola. Una scelta molto importante per un allenatore abituato a lottare per la salvezza, capace di organizzare la squadra sul piano tattico e, soprattutto, mentale.

Salernitana, l’impronta di Nicola

L’ultima esperienza di Nicola in serie A risale al 2021, con il Torino. La squadra di Cairo navigava in zone basse della classifica ma, con il cambio di guida tecnica, sono riusciti a raggiungere la salvezza ottenendo 5 vittorie, 9 pareggi e 6 sconfitte.

Il modulo più utilizzato dal tecnico piemontese è il 3-5-2 che in fase di possesso diventa 4-4-2; tuttavia non è da escludere che venga proposto un 3-4-2-1 in modo da sfruttare al meglio giocatori come Verdi, Perotti e Ribéry abili nel giocare sotto la punta

Le squadre di Nicola sono caratterizzate da un grande spirito di sacrificio; soprattutto grazie al lavoro a livello mentale e di concentrazione che l’ex Torino dedica al suo gruppo squadra.

Un ruolo importante lo ricopre la punta, la quale deve essere fisica e capace di tenere palla per abbassarsi sulla trequarti. Questo per permettere lo sviluppo della manovra, in verticale, alla ricerca degli inserimenti dei centrocampisti.

I punti di forza della “Cura Nicola”

La cura della fase difensiva è una delle peculiarità del tecnico piemontese; le sue squadre, infatti, godono di un ottima solidità difensiva.

L’area viene totalmente militarizzata, con due linee molto corte; I cross avversari vengono arginati facilmente sfruttando la fisicità dei centrali e la loro bravura nello stacco.  Caratteristica di cui godono anche Fazio e Dragusin.

I cross bassi sono molto efficaci grazie agli inserimenti costanti dei centrocampisti e dei trequartisti.

Punti di debolezza

Le squadre di Nicola tendono a perdere palla spesso durante la costruzione della manovra; non avendo mai goduto di giocatori con un elevata qualità nel palleggio.

Difficoltà nell’occupare l’area di rigore avversaria, rendendo futili cross alti.

Spesso i difensori tendono a concentrarsi troppo sull’uomo da marcare non alzandosi in maniera corretta seguendo la linea difensiva.

 


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