È appena terminata Salernitana-Juventus ed è il momento delle pagelle dei granata. Ecco come si è comportato l’Ippocampo al cospetto della Vecchia Signora.
Salernitana-Juventus: troppa Juve per i granata
La Salernitana ritorna all’Arechi per affrontare la Juventus nella seconda giornata di ritorno. Nicola conferma, grosso modo, gli stessi uomini della trasferta vittoriosa di Lecce, ad eccezione di Nicolussi Caviglia davanti la difesa al posto di Bohinen. Per quanto riguarda la Juve, Allegri fa sedere Chiesa, Cuadrado e Fagioli, conferma De Sciglio e Vlahovic e dà una chance dal 1′ a Miretti.
La prima palla-gol della partita la confeziona la Juventus al 3′ con Vlahovic, il cui colpo di testa in tuffo sul cross dalla destra di De Sciglio si perde alto sul fondo. La risposta della Salernitana arriva al 7′, con Dia fermato sul più bello da Bremer sul tiro-cross di Bradaric. La Salernitana gestisce bene palla, rischiando poco e attaccando il giusto, sfruttando la buona vena di Nicolussi Caviglia e Vilhena a centrocampo e di Dia sulla sinistra. La Juve, dal canto suo, gioca duro e il permissivo Rapuano da Rimini tende poco a tirare fuori i cartellini (anzi, il primo ammonito è stato Vilhena al 23′). Al 14′, Nicolussi Caviglia tenta il colpo al volo dal limite dell’area, ma la palla esce di pochissimo a lato.
Al 26′, grande palla di Di Maria a liberare in area Rabiot, il quale viene steso da Nicolussi Caviglia. L’arbitro Rapuano non ha dubbi nell’assegnare il rigore e Vlahovic realizza in maniera perfetta, nonostante l’intuizione di Ochoa. I bianconeri, sbloccata la partita, vanno vicini anche al raddoppio al 33′ con la volée di Vlahovic ispirata da un Di Maria incontenibile. Il serbo non è da meno rispetto all’argentino e, al 37′, inventa una magia con il tacco per liberarsi di Troost-Ekong, ma il diagonale è impreciso.
Dopo attimi di difficoltà, la Salernitana si riaffaccia dalle parti di Szczesny al 39′ con il tentativo in diagonale di Sambia murato in angolo. Al 43′, la Juventus è costretta a sostituire l’infortunato Miretti (fatale lo scontro con Dia) con Fagioli. Al 45′, arriva il raddoppio della Juve: cross di Rabiot dalla destra, rinvio centrale di Sambia raccolto da Vlahovic che svirgola il tiro e ribadito in rete al volo da Kostic. Proprio nell’ultimo minuto di recupero del primo tempo, Locatelli ha la palla del 3-0 su assist invitante di Di Maria, ma Ochoa è bravo a chiudergli la strada in uscita.
Andati all’intervallo sul punteggio di 0-2, Nicola si gioca la carta Lovato al posto di Vilhena per ritornare alla difesa a tre. La mossa serve a poco: Nicolussi Caviglia sbaglia l’apertura e Fagioli lancia in profondità Vlahovic che trafigge Ochoa con un diagonale chirurgico. Il gol subito scuote la Salernitana, che al 51′ ha l’occasione per accorciare le distanze con Sambia, ma il suo tiro-cross è troppo impreciso per impensierire Szczesny e premiare l’inserimento di Dia sul palo opposto.
La Juventus non sembra, però, accontentarsi del 3-0 e va vicino a calare il poker al 53′ con la pennellata di Di Maria respinta dalla traversa. Nicola cerca, allora, di rinforzare l’attacco inserendo Bonazzoli al posto di Bradaric, mentre Allegri risponde con gli ingressi di Cuadrado e Chiesa al posto Di Maria e Kostic che valgono la difesa a quattro.
La partita scivola via senza troppi patemi, anche se Dia, Bronn, Bonazzoli e Kastanos hanno l’occasione buona per il gol della bandiera e la Juve va vicina al poker con Chiesa e Kean (palo per l’attaccante italo-ivoriano). Termina così 0-3 per la Juve, con i bianconeri che rimediano alla batosta casalinga contro il Monza e la Salernitana che può solo leccarsi le ferite in vista di Verona.
Le pagelle dei granata: Ochoa, Dia e Troost-Ekong le note liete
Ochoa – Sui gol può veramente poco (anzi, quasi ci arrivava sul rigore di Vlahovic), ma è stato monumentale su Locatelli nel finale di primo tempo. Il palo lo salva dalla rasoiata di Kean. 6.
Sambia – Pochi alti e molti bassi. Sebbene mostri buona gamba sulla fascia, i cross sono quasi sempre imprecisi e i disimpegni ancora peggio. Le sue responsabilità sul gol di Kostic sono enormi. 5.
Troost-Ekong – Serata non facile la sua. Vlahovic gli nasconde spesso e volentieri il pallone, ma negli scontri aerei riesce a fare la voce grossa. 6.
Bronn – Di riffa e di raffa ogni tanto la pezza ce la mette, ma Di Maria per lui è un incubo e Vlahovic non si rivela un cliente migliore quando passa dalle sue parti. Nel secondo tempo ha un sussulto d’orgoglio e ha cercato di mettersi in proprio per riaprirla, ma senza successo. 5,5.
Bradaric – È sempre intraprendente e accompagna molto i compagni in proiezione offensiva, ma raramente riesce a fornire palloni pericolosi per la retroguardia juventina. 5. Dal 60′ Bonazzoli – Entra e subito si rende pericoloso con un conclusione che sfiora il palo. Purtroppo per lui, la gara era finita prima ancora del suo ingresso in campo. 6.
Coulibaly – I suoi polmoni e i suoi muscoli avrebbero fatto comodo. Oggi non si sono mai visti e, senza la sua presenza in fase di interdizione, il centrocampo della Juventus ha avuto vita fin troppo facile. 5. Dall’80’ Kastanos – Appena entrato, sfiora il gol dell’ex con un rasoterra a sfiorare il palo alla destra di Szczesny. 6.
Nicolussi Caviglia – Tanta personalità, forse pure troppa. Avventato nell’azione del rigore, scriteriato nell’apertura che ha permesso a Fagioli di liberare Vlahovic per il tiro dello 0-3. I numeri e le geometrie ci sono, ma il ragazzo va gestito. 5. Dal 71′ Bohinen – Entra in una fase della partita in cui c’è poco da dire o fare. 6.
Vilhena – Parte forte, ma l’ammonizione arrivata a metà del primo tempo ne ha limitato il seguito. Non una partita malvagia la sua, ma tende troppo a scomparire quando il gioco si fa duro. 5,5. Dal 46′ Lovato – Entra per dare maggiore sicurezza al reparto arretrato, ma il 3-0 immediato di Vlahovic ha mandato a monte i progetti tattici che Nicola aveva in serbo per lui. Non per demeriti suoi, va detto. 5,5.
Candreva – Diverse le iniziative personali nel primo tempo dal buon potenziale di pericolosità. Nella ripresa, l’esterno romano è letteralmente scomparso in seguito al cambio di modulo. 5,5.
Piątek – Si è sbattuto molto tra i tre difensori bianconeri per creare delle sponde vincenti, ma non si è mai reso pericoloso dalle parti di Szczesny. Tanto lavoro di sacrificio, ma poca sostanza. 5,5. Dal 71′ Crnigoj – Il suo ingresso in campo dà forza e dinamismo al centrocampo, ma ormai è troppo tardi. 6.
Dia – È l’unico che mette in apprensione la retroguardia bianconera con la sua fisicità e la sua velocità, ma i compagni lo supportano poco in zona gol. 6.
Nicola – I due gol subiti nel primo tempo hanno costretto al cambio di strategia, ma il terzo gol preso in avvio di ripresa ha buttato giù il progetto sul nascere. Che sia 4-3-3 o 3-5-2 poco importa, la Juve è superiore in tutto. 5,5.