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Radovanovic: “Farò un tatuaggio per ricordare la salvezza”

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Il centrocampista della Salernitana, Ivan Radovanovic, è stato ospite alla trasmissione DAZN Talks nel corso del pomeriggio rilasciando alcune dichiarazioni sul club e sulla tifoseria.

Radovanovic ospite a DANZ Talks

La Salernitana è reduce dalla storica vittoria contro la Lazio, tra i giocatori che hanno avuto l’occasione di scendere in campo c’è anche Ivan Radovanovic. Il centrocampista ex Chievo Verona è stato ospite della trasmissione DAZN Talks e ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni sulla squadra e sui tifosi.

Sulla città…

«A Salerno ho una casa fantastica con vista sul mare. Qui fa molto caldo infatti l’ultimo bagno l’ho fatto settimana scorsa con Bradaric. L’esperienza a Sud è diversa rispetto alle altre che ho fatto, il popolo salernitano ha molte cose in comune con il mio. Le persone sono molto affettuose e mi fanno sentire a casa».

Sui tifosi…

«Dopo la partita contro la Lazio Avallone ci ha detto che i tifosi ci avrebbero accolto. Sembrava che avessimo vinto lo scudetto. Con le mie figlie canto tutti i cori della Salernitana, ci piace molto “Comunque vada”».


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Su Ribery…

«Per me Frank è un esempio e si sta calando bene nel suo nuovo ruolo. Conosce tante lingue ed è sempre partecipe. Il giorno del suo addio ho pianto tanto, è stato strano non vedere più la numero 7 nello spogliatoio.

Io spero di giocare ancora per qualche anno. Per ora mi sento bene ma in futuro mi piacerebbe fare l’allenatore, magari qui a Salerno».

Sugli allenatori del suo passato…

«Ho avuto Antonio Conte durante la mia esperienza all’Atalanta. Lui è stato importante per la mia carriera, mi ha insegnato che per vincere serve lavorare. Nicola non l’ho avuto solo a Salerno ma anche a Genova durante il COVID. Inoltre conservo una sorta di diario dove annoto le qualità degli allenatori. Ballardini è quello con cui ho svolto l’allenamento più folle, una partita 7vs7 dove avevamo 20 secondi per fare gol».

L’arrivo in Italia

«Sono arrivato nel 2008 e mi sono innamorato subito di questo Paese. Le mie figlie sono nate a Verona e sono state la cosa più bella. Il caffè è diverso rispetto alla Serbia, da noi è un’occasione per passare molto tempo in compagnia, invece qui dura poco».

Sul cambio di ruolo…

«Quando ero al Genoa chiesi a Nicola di fare la mezzala. Giocai una partita in quel ruolo ma poi mi ruppi il ginocchio. Successivamente ho agito da libero sempre per decisione di Nicola. Invece, con Maran ho fatto il difensore al Chievo Verona. Io mi sacrifico molto perché il calcio italiano è molto tattico ma io ho tanta passione. Cerco sempre di adattarmi velocemente ad un nuovo ruolo».

Il pensiero su Vlahovic

«Durante le soste lavoriamo insieme e posso dire che ha una fame che hanno in pochi. Questa caratteristica può farlo arrivare in alto».

Sulla famiglia…

«Guardo molte partite e questo fa innervosire mia moglie. Però sono un genitore più rigido rispetto a lei».

Sul legame con i compagni…

«Non mi sono mai legato particolarmente a qualcuno ma ora sto vicino a Bradaric perchè parliamo la stessa lingua. L’anno scorso il legame nello spogliatoio e l’unione di noi giocatori fu fondamentale per raggiungere la salvezza. Farò un tatuaggio  per ricordare quell’impresa».

Sul gol contro la Roma

«Avevo fatto un gol simile contro il Napoli quando ero a Novara e chiesi a Ribery di toccarmi la palla. La cosa più bella fu esultare sotto il settore dei nostri tifosi».

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