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Intervista esclusiva a Giovanni Pisano, storico bomber granata

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In esclusiva a SalernoSport24, lo storico bomber della Salernitana, Giovanni Pisano, ha parlato in occasione del match di domenica tra lo Spezia e i granata. Pisano ha vestito le maglie di entrambe le squadre. Ecco le sue parole.

Pisano: “Con Sousa si è ritrovato l’entusiasmo”

Non ha bisogno di presentazioni. Giovanni Pisano è un’autentica leggenda della Salernitana. Numeri impressionanti per il marcatore più prolifico della storia granata (tenendo conto dei match ufficiali), con 61 reti in 128 presenze. Due stagioni in Serie C, tre stagioni in Serie B con due promozioni in A sfiorate e un titolo di capocannoniere conquistato nel campionato cadetto 1994-1995. È stato anche capitano della Bersagliera.

Giovanni Pisano, che in carriera ha vestito anche la maglia dello Spezia, ha parlato ai nostri microfoni in occasione del match di domenica 2 aprile proprio tra i liguri e i granata.


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Partita importante in ottica salvezza. Cosa si aspetta domenica e come vede le due squadre?

«Spezia e Salernitana arrivano da un buon momento. Sono due squadre in ripresa e secondo me non avranno problemi per la salvezza. Anche perché chi sta dietro, chi insegue, non sta facendo risultati importanti finora. Mi aspetto una partita bloccata, comunque. La posta in palio è alta. Ho un ottimo ricordo con entrambe le squadre. Diciamo che faccio il tifo per un pareggio».

Lei è stato un attaccante più che prolifico. Ha qualcosa da dire sul periodo senza reti di Piatek e sulla difficoltà di Bonazzoli di ritrovare il minutaggio?

«È un problema (ride, ndr). L’attaccante che non fa gol è un po’ un problema, per questo mi viene un po’ da ridere. Piatek sta giocando di più rispetto a Bonazzoli, quindi avrà sicuramente più chance per sbloccarsi. Io parto da un presupposto, come diceva un mio allenatore: “l’importante è essere presenti in zona gol, così la rete prima o poi arriva”. Non bisogna farsi prendere dalla frenesia. A volte parti titolare e fai gol oppure, magari, sbagli le cose più facili… Insomma, ci vuole gestione mentale, tranquillità e serenità. Poi la squadra a prescindere è più propositiva, sta giocando di più in avanti, creando più occasioni. È solo questione di tempo, quindi, e bisogna pazientare un po’. Mi auguro che il gol possa arrivare già domenica, così da averlo mentalmente più tranquillo».

Sousa ha avuto un bell’impatto sulla squadra…

«Stiamo parlando di un profilo importante. È abituato a certe situazioni, a certe piazze. Anche in giro ne parlano tutti benissimo, è un allenatore molto preparato. Secondo me è stata un’ottima scelta. Purtroppo nell’ultimo periodo con Nicola si stava prendendo una brutta strada, adesso bisogna capire perché. Bisogna vivere un po’ l’ambiente. Con l’arrivo di Sousa si è ritrovato l’entusiasmo. Stiamo parlando di un allenatore che sa il fatto suo, anche a livello di piazze importanti. Secondo me la dirigenza ha fatto un grandissimo lavoro».

Ora una domanda più personale: come sta andando il suo percorso da osservatore per la Fiorentina?

«Sta andando benissimo. Personalmente sono già sette i ragazzi del sud che ho portato a Firenze. Stanno facendo il loro percorso e speriamo possano raggiungere traguardi importanti. Si lavora, e si lavora bene. Anche perché la società investe tanto sul settore giovanile. È una bella cosa. Personalmente, da ex calciatore, è fantastico: hai la possibilità di lavorare e vivere a stretto contatto con le scuole calcio. Mi piace e sono contento, poi i nostri giovani sono tutti nelle prime posizioni. Da questo si vede che si sta facendo un buon lavoro».

Il suo ruolo, poi, è particolarmente importante per il sud visto che svolge il lavoro nelle regioni di Sicilia e Calabria. Rispetto alle strutture del nord, magari, i giovani faticano maggiormente ad emergere…

«Esatto. Dobbiamo valorizzare il nostro sud. Diciamo che sono delle regioni dove adesso anche tantissime altre società settentrionali stanno venendo a controllare il territorio. Dopotutto ci sono tantissimi ragazzi interessanti che possono davvero essere il futuro del nostro calcio».

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