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Fabiani: cinque anni di fallimenti… senza mai essere messo in discussione

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Focus sulla stagione, o per meglio dire sulle ultime stagioni, di Angelo Mariano Fabiani. Tanti gli errori dal ritorno in B commessi dal DS… senza mai essere messo in discussione.

Focus su Angelo Fabiani

Dal ritorno in Serie B, ormai cinque stagioni or sono, la Salernitana ha inanellato una serie di campionati anonimi o, addirittura, “tragicomici”. Due decimi posti, un dodicesimo posto e ben due salvezze ai play-out, contro squadre già fallite (Lanciano) o quasi sicure del ripescaggio (Venezia). Il tutto, a dispetto dei propositi di vittoria della società, annunciati fin dalla stagione 2015-2016 (la seconda dal ritorno in cadetteria) e ribaditi, in modo inequivocabile, nell’ormai famoso comunicato dell’aprile 2019. Propositi smentiti, sistematicamente, dal campo, unico vero ed inappellabile giudice supremo. In cinque anni, per Salerno sono transitati una serie infinita di calciatori e allenatori. Tutti o quasi per una sola stagione o, nel caso dei tecnici, addirittura pochi mesi. Gli unici dipendenti, sostanzialmente, a pagare delle mancate vittorie o, che dir si voglia, delle sciagurate sconfitte. Tutti tranne uno: Angelo Mariano Fabiani.

Le scelte discutibili degli ultimi anni

In questi anni, l’attuale DS, è stato autore di continue rivoluzioni tecniche e di veri e propri travasi dalla casa madre Lazio, nonché dei periodici smantellamenti del settore giovanile. Il tutto, con il bene placido dei co-patron Lotito e Mezzaroma, che mai, almeno pubblicamente, hanno messo in discussione la sua figura. Un tam tam di triennali a calciatori ultratrentenni e rescissioni onerose, di ricambi periodici di calciatori e di prestiti, non solo dalla Lazio, quasi mai riconfermati. Per onestà intellettuale, i colpi Mantovani, Nalini, Donnarumma, Coda, Akpa Akpro, Cicerelli (poi passato alla Lazio) e dello stesso, seppur eccessivamente discontinuo Kiyine, dimostrano la valenza e, se vogliamo, anche la lungimiranza dello scafato DS. Troppo poco, però, se si considerano le innumerevoli scommesse perse e la mancanza di una programmazione degna di tale nome. Negli ultimi anni, si è passati dall’amuleto Grillo al predestinato Cenaj, da Troianiello a Perrulli, da Bus a Joao Silva, da Memolla a Lopez, da Rosina a Di Gennaro e Vuletich e così via. Per poi concludere in “bellezza” con Heurtaux e Cerci. Errore che, questa volta, è da condividere con Gian Piero Ventura, battutosi arduamente per i loro ingaggi fin dal primo giorno di ritiro.

Le prospettive della stagione che verrà

Nella prossima stagione, stando ai primi rumors, il mercato della Salernitana sarà, ancora una volta, condizionato dalle riconferme o meno dei laziali. Un fattore inaccettabile, considerando soprattutto il valore, sia economico che morale, di una piazza che deve obbligatoriamente splendere di luce propria. A prescindere da chi sarà il nuovo allenatore, la proprietà, Fabiani compreso, è chiamata a costruire una squadra che possa realmente competere per il vertice fin dall’inizio. Inoltre, a differenza degli anni scorsi, la sessione di mercato è pressoché dimezzata. Certamente uno svantaggio per il DS, abituato a concludere diverse operazioni praticamente sul gong.

In città, intanto, il clima non è dei migliori. Tante le critiche piovute addosso alla dirigenza dopo la sconfitta contro lo Spezia, e non solo. Una sconfitta che, questa volta, ha generato anche la protesta della tifoseria organizzata che, nella scorsa notte, ha tappezzato l’esterno dell’Arechi con striscioni “poco carini” nei confronti del co-patron Lotito. Una situazione di sconforto, rabbia ed incertezza che, se il cosiddetto andazzo non dovesse cambiare, allontanerebbe ancor di più i tifosi dalla squadra. Un vero e proprio peccato originale, specie se si considera l’enorme potenziale e la passione viscerale dei salernitani nei confronti della “Bersagliera”. Una passione, checché se ne dica, dimostrata a più riprese. Una su tutte, i festeggiamenti in occasione del centenario che ha coinvolto grandi e piccini indistamente. Il tutto, solo in nome di ciò che è stata, e si spera sarà in futuro, la Salernitana che faceva battere il cuore, solo ed esclusivamente, per l’impegno profuso dai calciatori in campo.

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Le Cronache, TuttoSalernitana, Granatissimi e SalernoinWeb ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa e RCS75 e attualmente è corrispondete di Radio Punto Nuovo per lo Sport salernitano. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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