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“Errare Humanum Est” Iervolino: dai modelli da seguire… alla Serie B

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Salernitana e la rima dell’annata sciagurata. Tra scelte inconsistenti e “uomini” nel vero senso della parola, ancora in fase adolescenziale. La Salernitana che saluta la Serie A dopo tre anni consecutivi, cala il sipario nella “Scala del Calcio”. Quale metodo migliore per far scorrere i titoli di coda di un campionato iniziato male e finito peggio.

Una Salernitana disastrosa saluta la Serie A: e ora?

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© Carlo Giacomazza

Una patata bollente che Danilo Iervolino, sabato alla centesima gara da quando è presidente granata, potrebbe raffreddare… o passare di mano. C’è, sempre, da precisare che Iervolino, ad oggi, non ha nessuna fretta o voglia spasmodica di vendere il club ma soltanto di fare un punto, strategico e aziendale di pronto e (si spera) vincente successo. C’è in atto una due diligence con un fondo americano e presto, visto anche il patto di riservatezza, ci saranno sviluppi. Defilato ma ancora in ballo il fondo che in passato si è avvicinato all’Udinese e al Watford. Proprio in quest’ultimo il patron potrebbe addirittura investire in prima persona come chairman advisor e quindi prendere parte a tutti gli effetti al panorama granata con Milan personaggio di fiducia.

Salernitana, Iervolino e l'”Annus horribilis”

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© US Salernitana 1919

Conoscete “Il Cammello e Zeus”, favola scritta da Esopo? Un cammello, geloso delle corna di un toro, andò da Zeus, e gli chiese se potesse dargli delle corna. Il Dio, irato perché il cammello non era soddisfatto della forza e delle dimensioni del suo corpo, ma desiderava anche delle corna, non solo non gliele diede, ma tagliò anche una parte delle sue orecchie. La morale è di non avere invidia e ambizione per le cose altrui, sennò c’è il rischio di perdere le proprie. Un po’ come quando ci si presenta ad una prima conferenza stampa, giusto per conoscersi e farsi conoscere, si “spara” subito alto lì dove la piazza a stento ha visto un settore ospiti aperto. Figuriamoci sentir parlare di laboratorio di medicina personalizzata, intelligenza artificiale, big data. E poi  famiglie allo stadio, Academy, la classifica, il mercato e lo scout digitale. Ma un neofita del calcio non può non sognare o identificare un modello per provare a crescere. E infatti: “Gli esempi sono Atalanta e Sassuolo in Italia” certo.

Annus mirabilis” in casa Atalanta

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© LaPresse

Partiamo dalla prima che ha legittimato non solo la bontà tecnica, ma anche quella finanziaria del club di Percassi. Dal 19 febbraio 2022 il club è controllato da una cordata di investitori statunitensi della quale fa parte Stephen Pagliuca, comproprietario della squadra NBA dei Boston Celtics e co-presidente del fondo di investimento Bain Capital a cui si è aggiunta in seguito la società Arctos Partners, gruppo di private equity focalizzato sullo sport, per dividere l’appartenenza societaria de la dea srl al 55-45% tra nordamericani e Percassi stesso. I nerazzurri hanno chiuso in attivo gli ultimi otto bilanci, sommando 163 milioni di utili. Ci ha messo 14 anni, però, patron Percassi e family per portare il “gioiellino” Atalanta come la conosciamo oggi, e, non ultimo per importanza, a riuscire nell’impresa del primo trofeo internazionale di sempre per questo piccolo, grande club di provincia.

Arrivederci, Sassuolo: l’importanza delle amministrazioni locali in materia di sviluppo

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Dopo undici campionati consecutivi in Serie A, il Sassuolo l’anno prossimo sarà avversaria dei granata in Serie B. Gli anni neroverdi con l’epopea di Squinzi, dal 2002 al 2019 che traghettò il club dai dilettanti all’Europa, e pronto a lanciare tanti giovani italiani e a ri-dargli una chance. Dai vari ScamaccaRaspadori passando per Politano, Frattesi, Traorè, Defrel, Demiral, Duncan, Sansone. Dal campo alle infrastrutture. Atalanta e Sassuolo… e amministrazione locale. Già, perché il supporto e la vicinanza dell’amministrazione locale è importante quanto fondamentale. Nel 2017 la proprietà dello stadio della Dea è passata dal Comune di Bergamo alla Società Stadio Atalanta s.r.l., controllata e creata appositamente dal club. Dal 1º luglio 2019 e per i successivi sei anni, diventa Gewiss Stadium in base alla cessione dei diritti di denominazione. Intoppi? Nessuno. Anzi, stando a quanto dicono in ambienti bergamaschi c’è stata una vera e propria stretta di mano tra club e Comune con l’impegno di sviluppare e valorizzare l’area di Viale Giulio Cesare, e dintorni. A Sassuolo, invece, “l’intoppo” è sponda tifosi. Nel 2013 il la proprietà neroverde trasferisce il suo campo casalingo allo stadio di Reggio Emilia che in quell’anno viene acquistato dalla Mapei di patron Giorgio Squinzi e rinominato Mapei Stadium – Città del Tricolore. Questo percepito come un “attentato” nei confronti delle identità storiche del tifo italiano, ovvero, portare una squadra di una città X a giocare nel campo di quella Y… con l’aggravante di non riempirlo nemmeno.

Nerazzurri, neroverdi e granata: Iervolino studia la Salernitana 24/25…

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©️ SalernoSport24

Come detto, Atalanta sul tetto d’Europa con una compagine che può attingere sempre dal settore giovanile nonché dalla seconda squadra, U23 come territorio di sviluppo. Sassuolo retrocesso, contestato in città e dintorni. Facile quindi scegliere “a chi ambire” ma ci vuole tempo, collaborazione (in primis a livello locale e con gli esponenti locali) e soprattutto volontà. Il tempo dei silenzi è finito. C’è da programmare, anzi riprogrammare se non rifondare. Nonostante la conferma del ritiro in quel di Rivisondoli, più croce che delizia del campionato appena concluso. La proprietà ha rassicurato di lavorare già notte e giorno per quello che sarà. “Il mio cibo è il vostro battimani! I semi, la fatica delle nostre mani. Che squillino le trombe signori spettatori… che parlino gli attori”.

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