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Rosina: “Per essere performanti c’è bisogno di un contesto che dia stimoli”

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Le parole di Alessandro Rosina, ormai ex calciatore della Salernitana, dopo l’addio ai granata e al calcio giocato sulle colonne del quotidiano “Il Mattino”.

L’intervista ad Alessandro Rosina dopo l’addio al calcio

Dopo la fine naturale del contratto che lo legava alla Salernitana fino al 30 giugno, Alessandro Rosina dice addio al calcio giocato. Dopo un anno vissuto ai margini del progetto e, dunque, di totale inattività, l’ormai ex fantasista calabrese ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo per dedicarsi ad altro. Intervistato dai colleghi de Il Mattino, l’ex Torino e Zenit non ha lesinato qualche stoccata all’indirizzo dell’ormai sua ex squadra. Questi alcuni passaggi salienti dell’intervista:

«Mi fermo. Dico stop. Ci sarà un nuovo inizio e cominceranno gli altri due terzi belli della vita: famiglia, affetti, nuove attività. È stato un anno travagliato. Dal punto di vista fisico stavo bene e potevo andare ancora avanti ma a gennaio ho stroncato sul nascere ogni accenno di proposta-offerta di altri club, che mi arrivava tramite mio fratello, il mio agente».

Sugli anni vissuti in maglia granata:

«Ci siamo un po’ sopportati a vicenda, ha fatto una scelta di tenermi fuori lista. L’ho accettata con grande professionalità e ho concluso in granata il mio percorso. Quando mi hanno richiamato per i tamponi, era mio dovere venire a Salerno rispettando regole e protocollo. Dal punto di vista contrattuale, ho fatto parte della Salernitana fino all’ultimo giorno utile. Non è stato piacevole, non era ovviamente quello che sognavo. Non porto rancore, non è nel mio carattere. Nonostante gli alti e bassi, non sono abituato a criticare le persone. Ho lasciato tutti con il sorriso, con stile. Non ho lasciato screzi alle spalle e quindi un giorno potrò sempre tornare a Salerno da amico, a testa altissima».

Su Ventura:

«Il mio obiettivo non era restare un anno inattivo. Con Ventura non ho mai avuto alcun tipo di rapporto né di colloquio. L’opportunità c’è stata ma forse non c’era volontà. Non è però un discorso del singolo allenatore, bisogna essere intellettualmente onesti. I problemi con la Salernitana partono da lontano ed erano già nati nel secondo anno. Mi sono impegnato per farmi apprezzare e ritornare in corsa, ma mi sono accorto che le vedute erano diverse. Poi un calciatore per essere performante ha anche bisogno di un contesto che dia stimoli per potersi esprimere».

Infine, ancora sulla sua esperienza a Salerno:

«Ero arrivato a Salerno a 32 anni, firmando per 4. Ero venuto per cercare di andare in A, chiudere in A e non per provare a salvarmi a più riprese in Serie B».

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Le Cronache, TuttoSalernitana, Granatissimi e SalernoinWeb ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa e RCS75 e attualmente è corrispondete di Radio Punto Nuovo per lo Sport salernitano. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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