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Riccardo Perpetuini: “Mi auguro il meglio per la Salernitana”

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L’ex granata Riccardo Perpetuini si racconta fra divisa da calcio e camice da dottore

Quella di Riccardo Perpetuini è una favola calcistica a metà. Eppure la sua carriera era cominciata, a parte le giovanili, direttamente con presenze in serie A, in Europa League e con vittorie, passando dalla Coppa Italia con la Primavera biancoceleste alla Supercoppa Italiana con la prima squadra… Una giovane promessa della “cantera” laziale che ha poi proseguito la carriera in serie B a Crotone prima di ritrovarsi alla Salernitana di Lotito con gli ex compagni Tuia e Mendicino. Noi di SalernoSport24 lo abbiamo ascoltato per parlare con lui di Salernitana, Lotito, addio al calcio e anche della sua breve parentesi alla Cremonese, prossima avversaria dei granata.

Salve dottore… Hai indossato la maglia della Salernitana per due stagioni e nel suo momento di “rinascita”, cosa ti ha lasciato questa esperienza? E cosa invece la breve parentesi a Cremona?

“Ciao a tutti. Allora, in generale ho ricordi positivi per ambedue le esperienze. Salerno sono maggiori perché ho vissuto due stagioni;  due stagioni contornate con la vittoria di un campionato, di una Coppa e una lotta al vertice terminata solo contro il Frosinone. Posso dirti che avevamo una bella squadra ed un bel gruppo che mi ha dato tanto, come del resto i tifosi e la città. Nel bene e nel male sanno regalare sempre emozioni, sanno farti sentire importante e questo non si dimentica. La città poi, mare, buon cibo…non si poteva chiedere di più. Di Cremona invece ti dico che si vive il tutto diversamente: è una città fredda, anche nella quotidianità vi è meno ospitalità. In squadra però mi trovavo bene perché era un gruppo ben assortito e c’erano molti giovani della mia età. Ma lì son comunque rimasto poco passando al Mantova a gennaio”.

Non essendo più coinvolto come calciatore cosa pensi del format a 19 squadre che si è venuto a creare per questa stagione in serie cadetta?

“La serie B a 19 squadre ha i suoi pro e i suoi contro. E’ un peccato per i tanti giocatori che sono rimasti a casa ma ci sono anche troppe società poco serie che falliscono e creano il tutto. Nella decisione se sia giusto o sbagliato non entro”.

Della Salernitana e della Cremonese, sul lato tecnico e societario cosa pensi? Dove possono arrivare in questo campionato?

“La Salernitana ha fatto ottimi investimenti. Mantenere Colantuono è indice che vi sia un progetto e che quest’anno la società ha voluto fare le cose in grande. Non dico che possa lottare ancora per le prime tre posizioni perché vi sono squadre più attrezzate, almeno sulla carta, come Benevento e Verona, ma sicuramente i play off sono alla portata dei granata. La Cremonese ha nel Cav. Arvedi un grande presidente ed è una società di alto livello e con una buona squadra che può dare fastidio. Nel contesto generale però il campionato di serie B è lungo e strano, può accadere di tutto. Io mi auguro il meglio per la Salernitana perché quella piazza deve sognare e merita di poterlo fare e poi dietro c’è una società importante con Lotito, Mezzaroma e il ds Fabiani”.

Società importante che tu conosci, soprattutto nella figura di Patron Lotito che avevi anche alla Lazio, eppure non tutti a Salerno sono felici di ciò sentendosi Lazio B.

“Sicuramente fra le due società vi è una forte sinergia ma la Salernitana non è lo scaricabarile della Lazio. Assolutamente. Del resto a Salerno sono stati girati sempre giovani promettenti anche se poi qualcosa non è girata nel verso giusto e le aspettative non sono state quelle che si pensava. Lotito non è uno che fa le cose tanto per…è uno attento a tutto, che programma le cose nel tempo. Gli introiti del salto dalla B alla A penso piacciano ad ogni società quindi non vedo perché non dovrebbero piacere anche a lui? Problema Lazio in A? Lui troverebbe la soluzione”.

Hai deciso di lasciare il mondo del calcio nel pieno della tua carriera. Cosa ti ha spinto verso questa scelta ed hai mai pensato di averla sbagliata?

“Bhe nel pieno non proprio…a 25 anni. Non ho mai pensato di aver sbagliato a lasciare il calcio, semmai, potendo tornare indietro in quel periodo, cambierei delle scelte fatte allora, ma non sono pentito di aver cambiato strada. La decisione è arrivata nel momento in cui ho capito che il mio treno importante era passato e non vi ero salito. Da allora non ero più motivato a continuare. È arrivato un giorno che gli allenamenti, i ritiri mi stavano stretti, mi pesavano…non i gruppi, perché con i colleghi son sempre stato bene e mi divertivo anche. Il resto non lo sentivo più forte per poter perseverare. Così ho stracciato il contratto che avevo con il Mantova e mi sono dedicato agli studi che comunque avevo già intrapreso mentre ancora giocavo. Oggi la mia vita da dentista mi piace, è dinamica, fra convegni e gli studi di Roma e Cisterna di Latina”.

Prima dei saluti torniamo alla gara che vedrà impegnata la Salernitana contro la Cremonese. Che partita sarà per te e che risultato dobbiamo aspettarci?

“Sono due squadre ad oggi sullo stesso livello. Il fattore Arechi avrebbe influito molto come sempre ma giocando fuori è più dura. È una gara equilibrata sulla carta, sicuramente la differenza può farla un episodio. Sulla carta è più papabile un pareggio ma la Salernitana potrebbe esser maggiormente motivata dopo la vittoria con la capolista, come la Cremonese dalle buone prestazioni offerte fino ad ora… Dai, per me alla fine è una gara aperta a tutti i risultati”.

Grazie mille per la chiacchierata Riccardo e auguri per la nuova carriera.

“Grazie mille. Saluto il popolo granata e gli amici di SalernoSport24”.

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