venerdì 19 04 24
spot_img
HomeSalernitanaSalernitana, Ramzi Aya si racconta a Box to Box: "Vorrei vivere il...
spot_img

Salernitana, Ramzi Aya si racconta a Box to Box: “Vorrei vivere il calore dell’Arechi”

spot_imgspot_img

Il difensore della Salernitana Ramzi Aya è stato il protagonista dell’ultima puntata del format granata “Box to Box“. Scopriamo qualcosina in più sul centrale italo-tunisino in forza ai granata.

Salernitana, Aya si racconta a Box to Box

Arrivato a Salerno nel mercato invernale del 2020, Ramzi Aya è divenuto subito uno dei perni difensivi granata. Sia Gianpiero Ventura che Fabrizio Castori, infatti, lo hanno schierato spesso e volentieri nell’11 titolare granata.

Scopriamo qualche curiosità in più su di lui dopo la recente puntata di Box to Box.

Di primo acchitto, leggendo nome e cognome, le origini tunisine sono predominanti, ma sei un vero e proprio romano DOC.

«Sì, le mie origini tunisine possono trarre in inganno, ma sono nato e cresciuto a Roma e mi sento romano a tutti gli effetti».

Da dove nasce e soprattutto come nasce la passione per il calcio?

«Come ogni bambino c’è stato un grande attaccamento allo sport, poi mia nonna mi ha iscritto ad una scuola calcio ed è cominciato tutto. […] Con mia nonna ho un rapporto particolare, sono cresciuto con lei e porto tantissimi bei ricordi legati a lei, alla quale ho anche dedicato un tatuaggio».

Ripercorriamo la tua carriera

«Ho cominciato col Messina, poi sono passato al settore giovanile della Fiorentina e da lì ho cominciato la mia carriera da calciatore. Prima esperienza lontana da casa dove ho anche condiviso un periodo con il capitano Di Tacchio. Poi c’è stata la Reggiana, dove ho vissuto un’esperienza turbolente ma soddisfacente».

Poi una parentesi al Rimini e dopo la Torres…

«Sì, un passaggio al Rimini e poi una stagione particolare alla Torres dove sono cresciuto molto dal punto di vista caratteriale. La stagione seguente passo alla Fidelis Andria dove gioco un buon biennio prima di passare al Catania. In Sicilia mi sono trovato benissimo con la piazza e la squadra, poi il salto in Serie B col Pisa ed ora la Salernitana… un bel giro».

Esattamente, gran bel giro ma… dov’è che ti sei trovato meglio?

«A Catania ho vissuto la primissima infanzia di mia figlia ed una piazza incredibile, mi ci sono trovato benissimo. Mi sto trovando benissimo a Salerno e mi spiace molto non poter godere del calore del pubbico dell’Arechi».

Com’è stato l’ambientamento a Salerno?

«Mi sono ambientato subito fortunatamente ed anche mister Ventura mi ha da subito dato fiducia lanciandomi nella mischia. Il gruppo mi ha accolto benissimo e lo spogliatoio mi ha subito fatto sentire parte attiva. Con mia moglie, poi, ho approfondito anche la conoscenza della città».

Cosa pensi dei tuoi compagni di reparto?

«Abbiamo un reparto arretrato importante e con giocatori di valore. Possiamo ancora crescere e migliorare molto però gara dopo gara».

In carriera sei sempre stato uno molto diretto, hai avuto in passato qualche screzio con dei tuoi compagni?

«Io mi ritengo una persona sincera e senza peli sulla lingua, magari qualcuno lo apprezza e qualcun altro no, pazienza».

Ti ritieni scaramantico?

«Non mi ritengo scaramantico e non ho riti particolari, ma se un qualcosa mi ha portato bene una volta potrebbe succedere un’altra volta. Chiedete a Di Tacchio, gli diedi una capocciata e vincemmo (ride ndr)!».

Grazie ai social abbiamo scoperto il tuo lato dolce ed il tuo grande attaccamento alla famiglia.

«Mia moglie è stata fondamentale per me, mi ha cambiato in positivo facendomi capire ciò che veramente conta. Mia figlia è la persona più importante al mondo e tutta la mia vita gira intorno a lei e mia moglie. I valori sono la cosa principale, soprattutto da trasmettere».

Facendo un salto indietro nel tempo, hai anche avuto un trascorso nelle nazionali giovanili e c’è stato anche un rifiuto per la maglia tunisina.

«Sì, ho giocato con la Nazionale under-19 italiana ma non ho grandi ricordi, ero piccolo e poco maturo ancora per fare esperienza. Ho rifiutato due volte la Tunisia per paura ed anche perché non ho mai avuto rapporti con la nazione d’origine di mio padre».


Potrebbe interessarti anche:

spot_img
spot_img
spot_img
Luigi Lodato
Luigi Lodato
Luigi Lodato nasce a Salerno nel 1993. Residente a Roccapiemonte, ridente cittadina dell'Agro, si avvicina al giornalismo ad inizio 2010 sulle onde radio di Radio Blue Star, grazie alla quale ottiene l'iscrizione all'albo dei pubblicisti nel 2012. Fino al 2015 è corrispondente e reporter per la radio e svariate testate giornalistiche dell'Agro. Ritorna a scrivere nel 2017 sul sito tematico Granatissimi e, dal 2018, entra nella famiglia di SalernoSport24 come redattore per divenire, in seguito, caporedattore e responsabile alle interviste. Qualche citazione, tanta imparzialità ed un pizzico d'ironia per invogliare alla lettura, buon viaggio sul nostro giornale!

Notizie popolari