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Panariello: “La cosa che mi desta più preoccupazione è l’incertezza”

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Con il campionato di Serie C prossimo alla chiusura, Aniello Panariello, difensore della Paganese ha parlato ad Eleven Sport sulla situazione che stiamo vivendo.

Panariello: “Allenarsi da soli non è come allenarsi in gruppo” 

Nel pomeriggio ai microfoni di Eleven Sport, Jolanda De Rienzo ha posto varie domande ad Aniello Panariello, difensore della Paganese sul momento che stiamo vivendo.

Che idea ti sei fatto della situazione che tutti noi abbiamo trascorso?

«La cosa che desta preoccupazione è non sapere se si riprende o meno. Mi crea molto disagio. Prima si trova una decisione e meglio è. Sia per noi calciatori, sia per le società».

Dove ti vedi l’anno prossimo?

«Ho ancora un altro anno di contratto in quel di Pagani, quindi nella Paganese. È una società che ha creduto tanto in me. Spero di aver ripagato la fiducia della Paganese, almeno in parte».

Stavi riflettendo di lasciare il calcio quest’estate. Come mai hai cambiato idea?

«Stavo iniziando a valutare l’idea di un’ attività lavorativa. Se sbagli un’ annata tra i dilettanti ti comprometti la carriera. Ma la chiamata della Paganese non potevo rifiutarla perché come detto prima ha creduto tanto in me e ha fatto sì che ritornassi a calcare i campi della Serie C».

Quali sono i tuoi hobby?

«Non ho hobby particolari. Fino allo scorso anno ho studiato. Mi sono laureato in Economia e Commercio e ho terminato la magistrale in Management e Governance all’ Università di Siena».

Hai giocato nella Paganese nell’anno 2013-2014. Quali sono le differenze tra le due annate?

«L’annata 2013-2014 era già soggetta ad idee di riforme. Ai tempi non si retrocedeva perché si passò da Serie C2 e Serie C1 ad una Lega Pro unica. Quell’annata ero uno dei più anziani pur avendo 25 anni all’epoca. C’erano tanti giocatori giovani che poi ora stanno facendo bene come Perrotta, Deli, De Sena. La Paganese di quest’anno ha ottimi giovani ma è più equilibrata rispetto a quell’annata perché c’e una ossatura migliore. Ci sono: Scarpa, Stendardo, Caccetta che sono la parte trainante del gruppo».

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Ugo D'Amico
Ugo D'Amico
Classe 1996, giornalista pubblicista dal 2022 e prossimo alla laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Nato praticamente con una palla tra i piedi, ma vista la scarsa qualità il sogno ora è di raccontare le mille emozioni che regala quel magico prato verde. Sono cresciuto seguendo le gesta di: Del Piero, Buffon, Ronaldo, Messi e tanti altri. Appassionato di calcio locale, passione che permette di capire a 360° le innumerevoli sfaccettature che sono presenti in questo fantastico mondo.

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