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Nicola Campedelli: “Salerno straordinaria, ora serve trovare continuità”

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In vista della gara tra Modena e Salernitana, in programma per la 16ª di Serie B, ha parlato ai microfoni di SalernoSport24 Nicola Campedelli, attuale allenatore della primavera del Cesena ed ex di entrambe le compagini. Infatti, dopo aver cominciato il percorso da calciatore tra Cesena e Castel San Pietro, il centrocampista emiliano ha messo a referto ben 67 presenze, tra il 2000 ed il 2002, con la maglia granata, tra l’altro condite da quattro gol, prima di trasferirsi a Modena, dove ha giocato per i suoi cinque anni, tra il 2002 ed il 2007.

Nicola Campedelli: “Modena-Salernitana sarà aperta”

Sono stati diversi i temi trattati con Campedelli, che lo hanno visto ricordare i bei momenti trascorsi in Campania, oltre che discutere anche di attualità, parlando sia del match tra Modena e Salernitana, sia della situazione dei granata in classifica, per poi concludere con un interessante osservazione su quelli che sono i segreti per la gestione di un ottimo vivaio, come si sta dimostrando quello di Cesena che, con le prestazioni di Shpendi e Berti su tutti si sta distinguendo su questo fronte.

Lei nella sua carriera da calciatore ha giocato sempre, eccezione fatta per la Salernitana.

«Effettivamente è cosi. La mia è stata una carriera breve e soprattutto circoscritta quin in Emilia Romagna. Ho cominciato da Cesena, dove sono nato, per poi passare al Castel San Pietro, che si trova sempre qui in Emilia, ed arrivare a Salerno. È stata una bellissima esperienza professionale ma soprattutto di vita, dato che era la mia prima volta fuori casa. Formativa a livello umano e calcistico.

Quella di Salerno è stata sempre una piazza molto esigente ma mi son trovato molto bene. Per quanto mi riguarda si era creato un bel feeling che è proseguito per tutti e due gli anni in cui ho vestito la maglia granata. Addirittura ho ricevuto tanti cori. Giocare a Salerno è un esperienza clamorosa nonostante le tante aspettative, e pressioni perché è un pubblico notevole e passionale. Esperienza straordinaria».

Visto che lei conosce molto bene l’ambiente emiliano, in particolare quello di Modena, che ambiente si ritroverà la Salernitana?

« Un’ambiente molto similare, dato che anche i gialloblù sono una società che ad inizio anno era partita con ambizioni più alte, al momento non rispettate. Anche loro hanno cambiato allenatore, e ciò ha dato una scossa positiva, soprattutto dal punto di vista dei risultati. Inoltre, son tornati giocatori importanti che nella prima parte della stagione sono mancati ed ora vogliono dare il massimo supporto».

Parlando invece del campo, ed analizzati entrambi gli ambienti, che match si aspetta?

«Penso una gara aperta. Da Modena danno segnali che lasciano intendere la volontà di vincere la partita. La Salernitana, dal canto suo, vuole dare continuità alla vittoria con la Carrarese e ciò dimostra la voglia di imporsi da parte di entrambe le realtà. Mi auguro che sia una partita spettacolare ed aperta.

La classifica è sempre corta ed è un pericolo perché spesso in ambienti ambiziosi, come Salerno e Modena, si crea eccessiva pressione. Se non si trova fiducia ed una propria identità di gruppo la Serie B non perdona. Non bisogna farsi trasportare dall’emotività ma fare passi in avanti ogni gara, soprattutto dal punto di vista del gioco e della continuità, nonostante i numerosi infortuni e le evidenti difficoltà di entrambe le rose in questo inizio campionato».

La Salernitana ha cambiato allenatore, sostituendo Martusciello con Colantuono. Qual è la sua idea in merito?

«Per ovvi motivi, ho visto giocare la Salernitana col Cesena, ed in quel caso i granata hanno dimostrato di meritare qualcosa in più del pareggio. Se, però, ritorniamo al discorso di prima, dalla Salernitana ci si aspetta di più vista anche l’esperienza in A.

Colantuono in questo momento può dare tanta esperienza e conoscenza dell’ambiente visto che è li da tanto tempo ed è spesso subentrato, come nello scorso anno sul finale di stagione. Aggiungiamo poi intelligenza calcistica, nonostante la prima gara a Sassuolo non sia stata delle migliori, soprattutto per la squadra affrontata. Anche se la vittoria nell’ultima uscita con la Carrarese ha dato tanto morale, e la possibilità già a Modena di trovare continuità di risultato».

Secondo lei, quali sono e quali dovrebbero essere le caratteristiche da insegnare ai ragazzi per entrare professionalmente nel mondo del calcio?

«Sicuramente credere in loro. Noi in Romagna, in particolar modo qua a Cesena dove ci è sempre stata cultura del settore giovanile, tutti credono che il ragazzo del settore giovanile sia una grande risorsa e l’obbiettivo principale è mettergli a disposizione gli strumenti necessari per fargli capire che si crede in lui. Viene sempre sostenuto e poi tocca a loro esprimere al meglio le loro qualità. Il talento è ovunque in Italia, ma va sostenuto, cresciuto e crederci altrimenti per il ragazzo è difficile imporsi. Vedendo Salernitana e Modena uno dei principali problemi è l’attaccante, mentre qua a Cesena, ad esempio, c’è Cristian Shpendi, capocannoniere e prodotto delle giovanili.

I giocatori, ben sostenuti, diventano un grandissimo valore aggiuntivo per tutte le rose ed il Cesena più di altre lo sta dimostrando. La Salernitana ha il bel prospetto di Gerardo Fusco, figlio del mio amico Luca, che è un ragazzo in gamba che deve proseguire la sua gavetta. Dei miei molti ogni tanto vanno ad allenarsi in prima squadra e completano la rosa adeguatamente rendendosi anche protagonisti».

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