Dietro la sconfitta della Salernitana c’è molto di più
La Salernitana perde a Perugia, un risultato che ci può stare. Buona squadra quella di Nesta, ordinata al cospetto di quella granata, diametralmente opposta, per motivazioni almeno, a quella che aveva vinto a Palermo, Ascoli e in casa con la Cremonese. Ben lontana la squadra granata dalla semplice mancanza di cattiveria o coraggio tanto spesso dichiarato dal tecnico Gregucci nelle varie sale stampe post gara. Gol, doppio vantaggio e poi Casasola, il capocannoniere della Salernitana, un difensore. Nella partita più importante dei granata fuori Calaiò, il bomber messo sottocontratto da Fabiani per invertire le polveri bagnate della squadra, dentro Djuric… zero gol nel suo campionato a Salerno fino ad ora. Il giocattolo si è rotto già da un po’ così come l’idillio tra la piazza e la società. Fare una squadra e poi smontarla, rifare tutto e smontare ancora. Senza parlare di tutti i calciatori che rifiutano Salerno, sono lo schiaffo in faccia che devono sopportare i tifosi. Domenica ci sarà il Crotone, magari si vincerà e si tornerà a parlare di play-off ma l’anello al naso non ce l’ha più nessuno e il dato spettatori è la risposta sul quale il duo Lotito-Mezzaroma dovrebbe iniziare a pensare direttamente. Un muro inesorabile è strato costruito tra squadra e città. E davanti all’impossibilità di disputare un campionato di Serie A (sia bene chiaro che non si scrive di piazzamento ai play-off), è stato issato un dito a coprire il problema sparando a zero sugli addetti all’informazione. Ora che il gioco è chiaro, facessero un piacere a tutti e mettessero apertamente la Salernitana in vendita. Un po’ di chiarezza verso i tifosi mostrerebbe il rispetto che tutta la piazza merita.