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Mai più multiproprietà nel calcio, il TFN rigetta il ricorso dei De Laurentiis

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Finisce un’altra era, quella della multiproprietà nel calcio. Con il Bari in Serie B, i De Laurentiis avevano presentato ricorso verso l’indicazione della cessione di uno dei due club.

Fine delle multiproprietà nel calcio, ora è ufficiale

Aurelio e Luigi De Laurentiis, presidenti di Napoli e Bari le hanno provate tutte, ma con l’ultima parola del Tribunale Federale Nazionale della FIGC, ora dovranno gettare la spugna. L’ultimo ricorso era avverso la delibera del del 1° ottobre 2021 relativamente alla modifica dell’art.16 bis NOIF sulle Partecipazioni Societarie.

Ora i De Laurentiis avranno tempo due anni per vendere uno dei due club, pena l’esclusione dal campionato.

Multiproprietà, tra passato e futuro

Don Pasquale Casillo, con il suo Foggia, aveva fatto proseliti, tra le varie partecipazioni c’era anche la Salernitana. Poi, sempre partendo da Salerno, Aniello Aliberti continuò la tradizione con una partecipazione nel Campobasso e nell’Avellino. Ma l’ombra lunga della multiproprietà non aveva finito con il Cavalluccio, fino ad arrivare al 2011 con l’avvento di Lotito-Mezzaroma.

Tra ricorsi, delibere e deroghe soprattutto, il duo romano era riuscito a portare il club dalla Serie D alla A in dieci anni. Nel frattempo altri si erano uniti alla crociata, tra questi Maurizio Setti, proprietario di Hellas Verona e Mantova, e poi i De Laurentiis divisi tra Napoli e Bari. Ora che i galletti hanno rimesso tutti e due i piedi in Serie B, si vede necessaria una scelta, e la FIGC non ricalcherà la vicenda traumatica della Salernitana salvata a due minuti dall’ennesima cancellazione. E va detto, i De Laurentiis non avranno i sei mesi di Lotito per rifletterci, due anni possono bastare.


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