Tristissima notizia nel mondo del calcio, Sinisa Mihajlovic, da tempo malato, ha perso la sua battaglia con la leucemia mieloide acuta. L’ex allenatore del Bologna, e che ha scritto pagine importanti di Sampdoria e Lazio, si è spento all’età di 53 anni. La redazione di SalernoSport24 porge le proprie condoglianze alla famiglia Mihajlovic.
Se n’è andato Sinisa Mihajlovic
La sua determinazione, la sua lotta, quella di un leone, era in campo come in panchina. Alzi la mano chi non attribuisse le vittorie del suo Bologna all’esempio del serbo. Alla fine se n’è andato come, ma non ha perso. Sinisa ha mostrato come si vive da Campioni, non quelli bravi a buttare una palla in porta, ma a buttare il cuore oltre l’ostacolo, Sempre. Se n’è andato, lasciando un vuoto enorme in tutti quelli che lo avevano conosciuto e anche no, perché un uomo così non può che essere l’esempio che tutti vorrebbero seguire.
Ha guidato il Bologna, ma non solo. Nativo di Vukovar, in Croazia, arrivò alla Roma dalla Stella Rossa di Belgrado. Poi Sampdoria e Lazio, anni buoni per stringere una forte amicizia con Roberto Mancini che poi lo avrà nello staff tecnico all’Inter come vice. La prima tappa in panchina fu proprio Bologna, per poi seguire Catania e Fiorentina prima della Nazionale serba. Poi nuovamente Italia, e nuovamente Sampdoria. Dopodiché Milan, Torino e Sporting Lisbona, prima di tornare a Bologna. Qui tre anni vissuti con la malattia già sul groppone, andirivieni dall’ospedale per seguire allenamenti e partite, spesso contro i pareri di parenti e medici.
Spesso le sue polemiche fuori dal campo sono stati momenti di riflessione, come quando imperversava la guerra nei balcani, o quando riprese un giornalista su cosa fosse facile e bello a questo mondo e cosa un dovere. E per ricordarlo, il modo migliore non può che essere dare una pillola di ciò che era Mihajlovic. Ciao Sinisa!
