HomeCalcioMendicino: "Il match con il Bari è il più importante della stagione"
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Mendicino: “Il match con il Bari è il più importante della stagione”

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Intervista a Ettore Mendicino, attaccante classe 1990 della Paganese.

Intervista a Ettore Mendicino

Inizia la sua carriera nel settore giovanile della Lazio. Debutta a soli 19 anni in Serie A contro la Fiorentina, gara giocata l’8 febbraio 2009 entrando al posto di Cristian Ledesma. Fa il suo esordio da titolare con la casacca biancoceleste il 17 maggio 2009 contro il Palermo. A fine stagione totalizza 4 presenze in massima serie, entra anche nella gara giocata contro la Juventus e vince la Coppa Italia pur non avendo disputato nemmeno un minuto.

L’anno dopo passa al Crotone in Serie B dove totalizza 23 presenze condite da 2 reti. Nella stagione 2010-2011 passa all’Ascoli dove totalizza anche lì 24 presenze e 3 reti. Dopo l’Ascoli si trasferisce in diverse squadre: Gubbio, Taranto per poi ritornare alla Lazio. Passa poi al Como dove in sei mesi realizza 6 reti in 16 presenze. Nella stagione 2013-2014 passa alla Salernitana dove conquista una Coppa Italia di Serie C e una promozione in Serie B, il tutto condito da 49 presenze e 13 gol con la maglia granata. Dopo la parantesi granata Mendicino viene ingaggiato da numerose società: Siena, Arezzo, Cosenza, Monza, Monopoli e Rimini, per poi passare a fine settembre alla Paganese dove al momento ha totalizzato 7 presenze e 1 gol. Nel 2009 ha vinto anche l’argento ai Giochi del Mediterraneo di Pescara 2009 con l’Italia Under-20. In quel Italia Under-20 Mendicino ha giocato con i vari: Immobile, Darmian, Bonaventura e il capitano della Salernitana Di Tacchio.

Mendicino: “Il derby con il Benevento fu la svolta per la promozione in Serie B”

Domenica abbiamo visto una Paganese convincente su tutti i punti di vista ed è arrivato anche il tuo primo gol in maglia azzurrostellata. Un giudizio sulla gara di domenica?

«La gara di domenica la definirei una gara da tripla. Siamo partiti forte poi loro hanno ripreso in mano la situazione, ma alla fine del primo tempo potevamo trovarci in vantaggio. Il secondo tempo è stato altalenante e abbiamo rischiato anche di perderla, però come atteggiamento abbiamo dimostrato tanto perché abbiamo giocato a viso aperto contro una squadra che lo scorso anno faceva la Serie B, tutto questo può dare morale per il futuro».

Dodici punti in tredici gare. La Paganese poteva fare qualcosa in più?

«Facendo un’analisi, abbiamo sicuramente lasciato qualche punto per strada e ci siamo resi conto che c’era qualcosa da registrare e chiaro che non è stato neanche facile lavorare tutti quanti insieme, perché nel momento di svolta che è stata la vittoria con la Turris abbiamo perso sette giocatori me compreso per COVID, la squadra purtroppo ne risente dell’assenza di così tanti calciatori. Dopo Bisceglie ci siamo confrontati e abbiamo capito che dobbiamo lavorare in maniera diversa. Domenica è arrivato un buon punto e dobbiamo continuare su questa strada. Potevamo avere qualche punto in più ma secondo me il campionato vero e proprio è da dicembre a marzo perché in questo periodo le squadre trovano una loro quadratura. Sicuramente siamo consapevoli di aver lasciato qualcosa per strada e perciò ragioniamo come se stessimo in difetto e quindi dobbiamo recuperare i punti persi».

Cosa ti ha spinto ad accettare il progetto del presidente Trapani?

«Il calcio sta passando un momento delicato. Anch’io ho passato un momento particolare perché sono stato 6 mesi fuori rosa per scelte di altre persone a Monopoli. Dopo questi 6 mesi avevo scelto Rimini firmando per un’anno e mezzo ma dopo poche partite e a 12 giornate dalla fine ci hanno fatto retrocedere. La vita mi ha posto in una condizione che non mi ero trovato all’età di 30 anni che secondo me neanche meritavo. La Serie C vive un momento difficile e io mi sono messo nelle condizioni di andare dove sarebbero servite tante motivazioni, dove serviva la passione e l’amore per il gioco del calcio. La Paganese mi ha dato da sempre l’idea di essere un’ambiente fertile per chiunque avesse voglia di rilanciarsi e ha dato spesso la possibilità a tanti giocatori di rimettersi in carreggiata. È un’annata difficile non ci sono incassi, non ci sono sponsor e le uniche entrate sono collegate alla valorizzazione dei giovani, siamo consapevoli di queste difficoltà ma sono grato alla Paganese per avermi dato questa possibilità e cercherò di ripagarla fino all’ultimo».

Sabato arriva il Bari che gara ti aspetti?

«Arriverà un’avversario molto forte. Mi piace pensare che sarà la gara più importante della stagione, dovremmo fare una grande partita soprattutto in casa dove non siamo ancora riusciti a dare il massimo. Secondo me portare a casa un risultato positivo sarebbe molto importante per dare un segnale a noi stessi. Vale comunque 3 punti come tutte le altre gare però abbiamo il dovere di fare una grande gara».

Un giudizio sul campionato che sta disputando la Salernitana e un tuo ricordo sugli anni trascorsi all’ombra dell’Arechi

«La Salernitana sta facendo un grande campionato, in estate ho dichiarato anche che sarebbe stata protagonista con l’arrivo di Castori, tecnico che stimo tantissimo. Vedo una grande identità, vedo alcuni calciatori che a Salerno sono parte integrante perché ci sono alcuni ragazzi che giocano lì da tanti anni. È una squadra quadrata e mi auguro che possa continuare su questa strada. Ci sono tanti ricordi belli e difficili perché anche a Salerno ho avuto ricordi poco piacevoli. Ovviamente il ricordo più bello è la conquista del campionato, eravamo un grande gruppo e ci furono delle partite determinati. La più bella è il derby vinto col Benevento nel marzo 2015, quella partita ci ha dato la spinta in più, gara vinta poi 2-0 grazie ai gol di Gabionetta e Calil, derby che poi ho giocato anche con la fascia di capitano al braccio. È un ricordo che custodisco dentro al cuore e mi da sempre grande emozione».

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Ugo D'Amico
Ugo D'Amico
Classe 1996, giornalista pubblicista dal 2022 e prossimo alla laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Nato praticamente con una palla tra i piedi, ma vista la scarsa qualità il sogno ora è di raccontare le mille emozioni che regala quel magico prato verde. Sono cresciuto seguendo le gesta di: Del Piero, Buffon, Ronaldo, Messi e tanti altri. Appassionato di calcio locale, passione che permette di capire a 360° le innumerevoli sfaccettature che sono presenti in questo fantastico mondo.
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