Che Memo Ochoa fosse un buon portiere, magari sopra la media, lo si sapeva, ma di tutto il carico mediatico che si porta dietro è stata per molti una sorpresa. Una leggenda in patria, osannato e amato, ora anche in Italia sta riscuotendo un successo che pochi si aspettavano.
Ochoa-Italia: è già amore
A 37 anni si può trovare una nuova giovinezza? Sicuramente Candreva, spesso ci si dimentica che proprio ieri, 28 febbraio, l’ex Lazio spegneva 36 candeline (proposito auguri dalla redazione). Con Ochoa, che 37 li festeggerà il prossimo luglio) è bastato quel primo appuntamento con il Milan in cui, uscita su Leao a parte per il gol dello 0-1, fu a tratti una partita che ha dell’incredibile per il messicano che chiuse la porte con sette parate decisive. Se bastano sette secondi per innamorarsi, a Salerno è bastato quello per scoprire la Leggenda Ochoa.
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Una volta tornato Sepe abile e disponibile dopo l’infortunio in inverno pre ritiro, quest’ultimo aveva anche ripreso la sua posizione tra i pali. Niente contro colui che nello scorso campionato fu artefice del miracolo salvezza, ma la Curva Sud Siberiano ha ormai battezzato il messicano quale proprio beniamino e lo si scopre con facilità ogni volta che entra per il riscaldamento. Insomma, due partite per Sepe, con Paulo Sousa in panca, contro Verona e Lazio, sono bastate per capire chi è il portiere titolare della Salernitana. Anche contro il Monza, Ochoa è stato spesso decisivo, e il primo clean sheet del 2023 passa per le sue manone con quattro parate che sono una sentenza sul risultato finale.
Un volto… testimonial
E anche il resto del campionato e dello Stivale di per sé sta scoprendo il portiere. Molto attivo sui social con tre milioni di follower su Instagram, le imprese fanno la fila per averlo come testimonial, come l’azienda vinicola della Puglia che ha messo il volto del portiere messicano su una delle sue bottiglie, ma questa è notizia già di qualche giorno fa. E al termine dell’ultima gara interna con i brianzoli si aggiravano nei pressi dei cancelli due fan speciali con tanto di parrucche ricce, maglie granata con la stampa sul metto raffigurante sempre lui, Memo Ochoa.
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Quello che fa specie è quanto la carriera di un portiere così bravo – lo dicono i numeri – sia stata compromessa da una regolamentazione che limita la libera circolazione dei lavoratori extraeuropei. Sicuramente giusta per salvaguardare gli europei, ma bisognava arrivasse De Sanctis (uno che di portieri ne capisce) per anteporre la necessità di chiudere la porta – e bene – ad un calciatore di movimento?
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