Focus sulla stagione di Claudio Lotito. Ennesimo campionato anonimo a dispetto dei propositi di successo dichiarati apertamente nel comunicato dell’aprile 2019. I tifosi chiedono chiarezza.
Focus sulla stagione di Claudio Lotito
«Niente di nuovo all’orizzonte», direbbe un capitano di vascello. Pochi giorni fa, dopo il fischio finale di Salernitana-Spezia, si è chiusa l’ennesima stagione anonima, e se vogliamo anche controversa, della Salernitana targata Lotito–Mezzaroma. Cinque anni di delusioni e poche gioie, di campionati anonimi e di salvezze al cardiopalma. Dal ritorno in cadetteria, la Salernitana non è mai andata oltre il decimo posto, nonostante, specialmente quest’anno, non abbia quasi mai trovato di fronte a sé squadre cosiddette ammazza campionato, Benevento a parte. Tanti, forse troppi, i prestiti dalla Lazio nell’ultimo lustro, i quali non hanno permesso una reale programmazione che, a lungo andare, potesse rivelarsi vincente.
Eppure, l’avvento di Gian Piero Ventura, sembrava aver posto le basi per un certo tipo di discorso, poi vanificato, in parte, in sede di mercato. L’ormai ex tecnico granata, al netto di errori evitabili e scelte cervellotiche, è stato comunque abile a valorizzare diversi calciatori, giovani e non, sotto la sua guida. «Tutto molto bello», direbbe Bruno Pizzul, se non fosse che almeno il 60% dei titolari era di proprietà biancoceleste. Un cordone ombelicale, checché se ne dica, che ha pochi pro e numerosi contro. Ad esempio, la scelta di acquistare Gondo e Maistro, dal Rieti, tramite Lazio, ha lasciato fin da subito perplessi. Difficile pensare che una società come quella granata, tra le più facoltose della categoria, non abbia la forza economica di acquistare giovani calciatori provenienti dalle serie minori.
Le aspettative di inizio di stagione e la delusione dei tifosi
All’inizio, dunque, tutto lasciava presagire ad un cambio di rotta, largamente anticipato nell’ormai famoso incontro tra dirigenza e parte della tifoseria a Villa San Sebastiano nell’aprile 2019. L’intento, almeno sulla carta, era quello di costruire una squadra in grado di lottare per le prime posizioni. Prospettiva miseramente smentita, purtroppo, dai risultati. Per onestà intellettuale, la Salernitana di quest’anno, nonostante alcune evidenti lacune strutturali, aveva tutte le carte in regola per disputare quanto meno i play-off. Ma risultava comunque difficile immaginare, organico alla mano, un’eventuale futuro più o meno lungimirante in massima serie.
Intanto, il feeling con la piazza è ai minimi storici. Un amore, tra il co-patron e i tifosi, mai sbocciato del tutto, probabilmente frutto delle numerose uscite fuori luogo sulla storia granata, nonché del progressivo allontanamento, sia fisico che mentale, dalla “quotidianità” salernitana. Sono in tanti ad aver “minacciato”, nelle ultime ore, la non presenza allo stadio in mancanza di una campagna acquisti quanto più faraonica possibile. Ora la palla, come si suol dire, passa a Claudio Lotito. Un imprenditore, nonché uomo di calcio, estramente esperto e preparato, ampiamente in grado, se volesse, di venire incontro alle esigenze di una delle piazze più passionali dell’intero panorama calcistico italiano.