Una Salernitana sontuosa esce dal Gewiss Stadium di Bergamo con un punto in tasca e tanti applausi.
Partita dominata contro l’Atalanta fin dalle prime battute e pareggio che in fondo sta stretto al gruppo di Nicola, contento e soddisfatto per il risultato giusto ai punti.
Granata combattivi e coraggiosi al cospetto di un avversario di rango, rullo compressore nelle ultime stagioni, meno brillante in questo campionato.
In campo undici leoni, ma sugli scudi il solito Ederson, che manda in visibilio gli oltre duemila sostenitori salernitani giunti nella Bergamasca al fianco di Djuric e compagni. È proprio l’ariete bosniaco a propiziare l’assist al bacio per il brasiliano ed a rendersi sempre pericoloso ed utile in fase offensiva. Molto pimpante anche un ritrovato Verdi, spina nel fianco costante della retroguardia nerazzurra.
Prova di alto livello dei campani, che tengono testa ad un quotato avversario e sfiorano a più riprese il raddoppio. Dea abbastanza confusionaria e senza smalto in avanti, quasi irriconoscibile per lunghi tratti, protagonista di un gioco in palleggio sterile e poco remunerativo. Musso risponde almeno due volte presente tra i pali e salva i suoi dalla capitolazione.
Nella fase finale la svolta che definisce la gara: granata col fiato corto e gambe pesanti, a fronte di una Dea con cinque sostituzioni di qualità operate per dare nuova linfa alla manovra. I cambi in casa Bersagliera, invece, non sortiscono l’esito sperato dal trainer. La squadra va in sofferenza poiché cala vistosamente il tasso tecnico complessivo. I padroni di casa ne approfittano e pungono la Salernitana a due giri di lancette dalla fine con un guizzo di Pasalic. Tanti i rimpianti, resta l’amaro in bocca ma il punto in classifica ha, e potrà avere, un valore enorme e storico. Mister Nicola ne ha ottenuti 13 in 11 partite, gli altri 13 erano stati racimolati in ben 23 gare. I numeri alla lunga raccontano sempre la realtà dei fatti.
Il pareggio conquistato mediante una prestazione esemplare ma tanto morale poiché conferisce ulteriore consapevolezza per le prossima finale, la prima delle due da giocare all’Arechi.
Il destino della Salernitana, prima abbondantemente appeso al verificarsi quasi di eventi soprannaturali, ora è pienamente nelle mani dei granata. Ci si gioca tutto in quattro lunghi ed interminabili giorni.
Con il cuore ricolmo di orgoglio e speranza in virtù di quanto messo in mostra nelle ultime uscite, Salerno e i suoi tifosi continuano il sogno della permanenza in massima serie. Una categoria meritata per le sofferenze sportive patite e per averci sempre creduto, per aver sempre sostenuto incondizionatamente, per aver dato sfogo e vita ad una passione forse senza pari.
Non è tempo di sfilate né di festeggiamenti, è tempo di mettere da parte tabelle e calendari ed assiepare a gran voce i gradoni per far valere il peso delle mura amiche, di rendere un incubo sportivo i pomeriggi di Venezia e Cagliari. Il gruppo sul terreno di gioco farà la sua parte fino all’ultima goccia di sudore, l’obiettivo è più vicino. Uniti…si vince.
Macte animo.