Non c’è dubbio che, per i tifosi granata, la stagione 1997-1998 rappresenti ancora un ricordo indelebile, impossibile da cancellare in qualsiasi modo, probabilmente uno dei picchi di tutta la storia sportiva di questa società.
Anche per gli appassionati di scommesse, abituati a puntare su portali sicuri e affidabili come NetBet, quella stagione rappresenta forse il momento più alto della storia della Salernitana: si trattava del campionato cadetto numero sedici di tutta la sua storia, raggiungendo poi la promozione a qualcosa come cinquant’anni dalla sola apparizione fatta nel campionato di serie A. Insomma, un’annata impossibile da dimenticare, sia per chi c’era che per chi l’ha solo sentita raccontare.
La stagione prima una salvezza risicata e qualche mese dopo… la promozione!
La stagione precedente, ovvero quella del 1996-97, è stata ricca di ostacoli e di difficoltà per la Salernitana. Scendendo un po’ più nello specifico, in realtà lo spettro della serie C ha aleggiato per diversi mesi, salvo poi, proprio nelle ultime giornate di campionato, svanire all’improvviso, con una salvezza tirata davvero per i capelli.
Durante la stagione estiva, la società granata decide di svoltare completamente e ha in mente di rinnovare buona parte della rosa. In primis a cambiare è stato l’allenatore, dal momento che si decide di far tornare in panchina Delio Rossi, dopo due anni dalla sua permanenza a Salerno. Non è un caso, visto che Delio Rossi riuscì a portare la Salernitana dalla C1 alla B nel 1993-94, per poi sfiorare solamente il sogno promozione nel corso della stagione successiva.
A livello di rosa, invece, come si diceva in precedenza, furono diversi gli innesti per rendere più competitiva la squadra. Prima di tutto, in porta vennero ingaggiati Balli e Ivan, mentre in difesa furono tre i colpi principali, ovvero Galeoto, Franceschini e Ferrara. In mezzo al campo, ecco l’arrivo dei gemelli Tedesco insieme al ceco Kolousek, mentre in attacco sono Di Cesare, Greco, ma soprattutto Di Vaio ad arricchire la rosa, nella speranza di poter fulminare le difese avversarie.
C’è subito un grande entusiasmo
Fin dal primo momento, sono oltre 14.600 i tifosi che decidono di dare fiducia al lavoro della società sottoscrivendo l’abbonamento per le partite casalinghe. All’esordio stagionale, invece, furono più di 20 mila i sostenitori pronti a supportare la compagine granata. A farne le spese, in una giornata così perfetta, fu il Verona, senz’altro giunto a inizio stagione con i favori del pronostico per la promozione nella massima serie.
È la scelta di Delio Rossi di passare al 4-3-3 a fare la differenza. Lo spettacolo e il divertimento in campo sono assicurati: Ricchetti e i suoi tagli fanno impazzire i centrocampisti avversari, Artistico e le sue sponde che mettono in difficoltà i difensori avversari, per non parlare della confidenza con il gol del giovanissimo Di Vaio.
Le prime giornate vedono la Salernitana come un vero e proprio rullo compressore. La Reggiana ne prende quattro, mentre Pescara e Castel di Sangro vengono infilate da cinque gol a testa, così come il Venezia, fino a quel momento capolista, che si deve piegare di fronte a ben tre gol, nella giornata in cui la Salernitana opera anche il sorpasso in classifica. Testa della graduatoria che, a partire da quel giorno, non mollerà più.
La squadra guidata in panchina da Delio Rossi sembra perfetta e arrivano punti importanti in ogni giornata. Nel girone di ritorno il copione sembra essere lo stesso e la netta vittoria casalinga contro il Cagliari, terzo in classifica, spalanca le porte a una promozione che arriva in via ufficiale solamente il 10 maggio, quando di giornate ne mancherebbero ancora cinque. In realtà, una gioia così grande non arriva con una vittoria, ma lo 0-0 contro il Venezia è più che sufficiente per mandare in estasi i 33 mila spettatori. Sono 72 punti in 38 giornate e il titolo di capocannoniere per Marco Di Vaio, con 21 gol messi a segno.