Un obiettivo più alto di qualsiasi “vendetta”
Se da Benevento la Salernitana era uscita con le ossa rotte, dopo il match interno con l’Ascoli stavano già iniziandosi ad addensare malumori e depressioni sul cielo di Salerno, figlie di recenti delusioni, di una mal gradita gestione ambientale e sportiva. La vittoria sul Verona, d’altra parte, scalda gli animi, non foss’altro della vecchia rivalità che regna sui gradoni tra le due tifoserie.
Il Foggia, che vince in casa degli stregoni, fa notizia e ricorda le parole di Colantuono in sala stampa appena dopo la vittoria sugli scaligeri: “In Serie A non succede mai che la prima perda contro l’ultima, può succedere ma deve essere una giornata storica. In Serie B, con un tale equilibrio, può accadere sempre!”. Il Foggia non è l’ultima della classe in termini di vittorie conquistate sul campo; senza la penalizzazione, sarebbe a pari punti con la Salernitana, con la stessa differenza reti, cioè zero ma con un maggior numero di reti segnate, undici. Il suo miracolo si chiama Oliver Kragl, probabilmente uno dei tre calciatori più forti della serie cadetta. E’ anche vero che Grassadonia, prima di sbancare il Vigorito e battere in casa il Padova solo all’85’ con un’invenzione di Cicerelli – e qui ci starebbe bene una bella emoji stile depressa – aveva incassato tre k.o. di fila. Il Foggia che vince in casa del Benevento fa una certa impressione e, analizzando la partita dei granata nel Sannio, lascia anche altrettanto sbigottiti. Aveva ragione Colantuono quando in sala stampa sabato diceva che quella con il Benevento era una gara da 0-0, e solo un episodio ne avrebbe inclinato il destino. E’ stato così che il Foggia ha vinto a Benevento, ed è stato fortunato negli episodi decisivi. Allo stesso modo i granata sono bravi ad avere Jallow, Djuric, Casasola, Akpa Akpro, Schiavi, Mantovani e Micai, senza dimenticare certo Di Gennaro e Di Tacchio. Non è quindi una riflessione di che possa incitare all’invidia quanto alla consapevolezza dell’ambiente.
La Salernitana batte il Verona, e anche questo fa un po’ notizia; un Verona pari al Benevento e che forse faceva anche più paura degli stregoni. Cosa è cambiato allora dopo la depressiva partita interna con l’Ascoli? Forse è cambiata la stessa Salernitana, forse nella mentalità. Non dimentichiamo che quando si affronta il Verona, per qualsiasi squadra del sud, è come un derby per i valori morali che travalicano quelli sportivi; tutte le tifoserie rivali si uniscono in un unico coro e la povera Giulietta non divien altro che una donna che faceva la vita. Povera Giulietta, povero Shakespeare. Benevento, Ascoli e Verona rappresentano il passato ora. Il futuro ora è rivolto al Cremona, a casa di un altro personaggio che i tifosi granata di certo non hanno nel cuore, Andrea Mandorlini. Guai però a parlare di completezza di vendetta dopo Verona. Per ambire agli obiettivi che questa piazza merita, oltre i meriti sportivi della squadra, è importante anche continuare sul percorso di crescita già intrapreso da tempo dalla torcida granata. Vendetta è fatta è un motto che non può e non deve appartenere a chi vuol ragionare da grande. Soprattutto equivale a dar adito all’ignoranza di chi valuta le differenze in modo discriminatorio anziché come un arricchimento culturale. Per cui che si voli oltre che non c’è miglior disprezzo della noncuranza!
