In occasione della partita Salernitana-Bologna, abbiamo avuto il piacere di intervistare Dino Fava, ex attaccante di entrambe le squadre. Dino è un calciatore inarrestabile. A 46 anni continua la sua carriera calcistica, con grandissimi risultati.
La carriera di Dino Fava
Dino Fava, nasce a Formia nel 1977. Inizia a giocare nelle Giovanili della Sessana, in seguito gioca il primo campionato della stagione 1995/1996 nella città di Formia, nei Dilettanti. Nella stagione 1996/1997 gioca nel Napoli dove vince, squadra in cui vince anche la Coppa Italia Primavera. L’anno successivo viene dato in prestito all’Acireale, squadra dove realizza 25 presenze, ma non mette a segno nessuna rete. Nella stagione 1998/1999 ritorna al Napoli, per poi essere ceduto alla Pro Patria in serie C2 .Nella stagione 2002/2003 viene acquistato dalla Triestina e durante quell’anno diventa capocannoniere della serie B, con 22 reti in 38 partite.
Il suo esordio in serie A si deve all’Udinese, club in cui gioca nella stagione 2003/2004. Nel 2007 gioca nel Bologna e grazie alle sue due reti, segnate consecutivamente, contribuisce a promuovere la squadra del Bologna in serie A. Nel 2008 arriverà a Salerno. Successivamente giocherà nella Lega Pro Seconda Divisione nella Paganese e dopo aver giocato in altre squadre, nella stagione 2020/2021 approda alla Maddalonese. Attualmente gioca nella Sessana.
Fava: “C’è qualcosa dentro di me che mi spinge ancora oggi a giocare”
Dal 2008 al 2011, hai giocato nella Salernitana. Com’è stata la tua esperienza a Salerno e che ricordi ha di quel periodo?
«Ho avuto bei momenti e brutti momenti dalla retrocessione alla finale col Verona. È stata un’alternanza di momenti molto particolari ma sono rimasto molto affezionato a Salerno che mi ha dimostrato veramente di avere passione e calore».
Cosa ti spinge a giocare ancora a calcio a 46 anni? E qual è stato il gol che ti ha dato finora la soddisfazione maggiore durante la tua carriera di attaccante?
«Il gol che mi ha dato più soddisfazione è stato sicuramente quello a San Siro, quando ho giocato contro il Milan. Abbiamo vinto 2 a 1 e il Milan aveva appena vinto la Champions League. Giocare a Udine con quel Milan stellare, fare gol ma soprattutto vincere la partita, è stata un’emozione che non dimenticherò mai! Per quanto riguarda la passione che ho per il calcio: c’è qualcosa dentro di me che mi spinge ancora oggi a giocare, a dare consigli ai ragazzi. È una passione talmente forte che faccio fatica a definirla».
Oggi si sfideranno Salernitana e Bologna. Da doppio ex come pensi che andrà la partita?
«Sarà una bella partita! Il Bologna è una squadra molto particolare, che alterna ottime prestazioni, mentre in alcune partite invece è stata molto sofferente. Mi auguro che la Salernitana vinca, perché servono più i punti alla Salernitana».
Qual è il giocatore granata che ti sta piacendo di più?
«La Salernitana ha allestito una buona squadra e quest’anno, secondo me, riuscirà a salvarsi. Faccio difficoltà a parlare del singolo giocatore, preferisco esaltare la squadra».
Il gruppo de Lo Stato Sociale ti ha dedicato un intero capitolo del libro “ Il movimento è fermo”. Che emozione hai provato nell’essere protagonista di una storia a te dedicata?
«Quell’anno a Bologna è stato talmente particolare per me, che sembra davvero tratto da un libro. Non segnare reti per un attaccante per tantissime partite, per poi fare il gol che ha dato la possibilità al Bologna di salire in serie A, è stato veramente grandissimo! Ancora oggi, i tifosi del Bologna mi vogliono veramente bene e me lo dimostrano, perché vedevano che in campo facevo un sacco di assist a Marazzina. In ogni partita davo l’anima e tutti si aspettavano il mio gol. A tal proposito ho un aneddoto da raccontare. Quando andavo in centro con mia moglie, i tifosi che mi vedevano mi dicevano di non preoccuparmi e che sicuramente avrei fatto il gol decisivo che consentirà al Bologna di vincere il campionato”