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Il doppio ex Claudio Ferrarese in ESCLUSIVA a SalernoSport24

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Ferrarese “E’ stato fantastico indossare la maglia della Salernitana”

Un solo anno ma che campionato. Claudio Ferrarese è uno di quelli che ti chiama e ti chiede “Ciao bello. Alla Salernitana che organizzano per il centenario?”. Un eterno ragazzo meraviglioso, generoso tanto nel cuore quanto nelle sgroppate che coloravano la fascia sinistra con quei cross di prima, suo vero marchio di fabbrica. Claudio, veneto di Verona, salernitano come i pochi con quel particolare accento del Triveneto. Domani la Salernitana è di scena a Cittadella, stadio Tombolato, per cui non potevamo che intervistare lui, doppio ex e protagonista di una delle gare più belle della Serie B se non di tutto il campionato italiano.

Ciao Claudio. Come sta andando al Levico Terme?

“Ciao! Al Levico va bene. Lo scorso anno abbiamo raggiunto una grandissima salvezza nel girone lombardo della Serie D. Quest’anno l’obiettivo è lo stesso e si sta continuando a fare quanto di buono fatto nel campionato precedente, in linea con gli obiettivi della società”.

Si va incontro ad un altro Cittadella-Salernitana. Segnasti ai granata nello storico 4-4 del 2001, e poi sei diventato un beniamino dei tifosi salernitani qualche anno più in là.

“Tutti ricordano quella partita perché fu uno spettacolo per il calcio! Fu una gran gara anche per me che feci un gol e due assist, una partita stupenda”. 

Cosa ha significato per te, veneto, vestire la maglia della Salernitana?

“Per me è stato fantastico indossare la maglia della Salernitana, tutti sanno quanto sia legato a Salerno e so bene cosa abbia significato per me giocare all’Arechi: mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore, non a caso l’anno successivo ero in Serie A al Cagliari. Fu un anno fondamentale nella mia crescita professionale. Solo chi ha giocato a Salerno può capire cosa significhi indossare quella maglia. Porterò sempre nel cuore Salerno, una città che mi ha fatto sentire a casa”. 

Ricordiamo che oltre a Salerno hai giocato in piazze storiche come Cagliari, Torino e Napoli. Hai qualche rimpianto?

“So di aver giocato in piazze importanti, già questo mi rende orgoglioso della carriera che ho fatto. Forse qualche volta avrei potuto scegliere una piazza piuttosto che un altra. Alla fine ognuno ha ciò che si merita. Alla fine il rimpianto è quello di non aver giocato di più in Serie A perché so che lo avrei potuto fare, era nelle mie potenzialità. Un vecchio amico, Dario Hubner, mi diceva spesso che il numero di partite che fai in una categoria dice che sei un giocatore di quella categoria: ho fatto trecento presenze in Serie B e cinquanta in Serie A, quindi non potevo essere un calciatore da massima serie (ride)“.

Quando ti vedremo a Salerno?

“Cerco di tornare almeno una volta all’anno a Salerno perché ho tantissimi amici! Sicuramente tornerò anche in occasione del centenario e spero che la società vorrà organizzare qualcosa di speciale, e che coinvolga anche gli ex calciatori. Il mio sogno rimane quello di tornare a far parte del mondo Salernitana, magari da direttore sportivo”.

La Salernitana sta tornando a far sognare i tifosi. Una squadra così non la si fa per niente, forse le intenzioni di riuscire a fare qualcosa di più si stanno finalmente manifestando?

“Spero che i tifosi continuino a sognare la Serie A, perché questo è ciò che merita una piazza come Salerno, ambire a traguardi importanti”.

Grazie Claudio. Ora vogliamo un abbraccio da te che prenda tutta la Curva Sud Siberiano!

Un abbraccio a voi, a tutta Salerno, a tutta la Curva Sud Siberiano!”.

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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