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Il Calcio Nordico: “Kristoffersen-Salernitana può giocarsi qualche chance”

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Julian Kristoffersen è il volto last minute del mercato di gennaio della Salernitana. Un pò sconosciuto ai radar europei dei campionati maggiori, il gigante avra un’importante chance con la maglia granata.

Il Calcio Nordico su Kristoffersen neo acquisto della Salernitana

«È un giocatore che ha una grande struttura fisica, è alto 1,99 per 91 kg, e anche se non sembra dalla stazza, è un calciatore molto rapido ed elastico nei movimenti. Un vero e proprio attaccante moderno. Non è solo una boa d’area come può sembrare, ma data la sua velocità può essere molto utile nella manovra offensiva». Così lo aveva presentato Vincenzo Pisacane, intermediario della trattativa Kristoffersen-Salernitana. Abbiamo raggiunto Alessandro Musumeci, ideatore del progetto Il Calcio Nordico su Facebook che ci porta alla scoperta del calcio dei Paesi del Nord.

Come mai l’idea di portare all’attenzione di tutti il “calcio nordico”?

«Inizialmente era più un modo per raccontare la mia passione per questo tipo di Calcio e più in generale la fantastica cultura dello sport nel Nord Europa. A quelle latitudini lo sport, tra le tante cose, è visto come un’occasione per stare insieme e crescere come comunità, una visione molto vicina alla mia. Oltre a questo lo considero un Calcio più genuino. Poca pressione dai media e seppur sul livello tecnico/tattico la differenza rispetto ai 5 campionati principali è ancora molta, sono tantissimi i fattori che me li fanno preferire. Bellezza del territorio attorno allo stadio, Calcio più duro ma non scorretto. Fortissima vicinanza tra tifosi e giocatori e altre sensazioni che solo chi ha vissuto quell’ambiente può capire. Quello che mi piace del progetto “Il Calcio Nordico” e che sinceramente neanche mi aspettavo, è stata la risposta degli utenti. Adesso siamo una community piuttosto numerosa ed appassionata. Nel momento in cui un calciatore “Nordico” sbarca in Serie A o raggiunge grandi traguardi, ricevo tanti messaggi. Il pensiero di aver portato questa sorta di “sentimento” in un unico posto seppur virtuale, la considero una bella soddisfazione».

Quanto è migliorato a livello europeo il calcio dei Paesi del Nord?

«Dipende dal contesto. Anni fa club come il Rosenborg, riuscivano a fare belle figure in Europa mentre adesso è diventato quasi impossibile. Se parliamo di Nazionali invece, per Paesi come Islanda, Fær Øer e Finlandia, gli ultimi 20 anni sono stati fondamentali per lo sviluppo. I punti principali sono stati la costruzione di strutture indoor all’avanguardia in modo da permettere ai ragazzi di allenarsi bene anche durante i rigidi inverni, la formazione di allenatori con metodi decisamente migliori rispetto al passato e anche una sorta di cambio di mentalità, adesso decisamente più positiva e vincente. Per quanto riguarda i club invece, se escludiamo il fenomeno Midtjylland che secondo me crescerà molto, la differenza dal punto di vista economico rispetto alle big europee non smette di allargarsi e questo non consente ai “nostri” piccoli club di imporsi. Aggiungiamoci che da quando lo scouting è diventato globale e a portata di clic, i ragazzi migliori vengono portati via a 16, 17, 18 anni, quindi anche potenziali fenomeni non si esprimono mai per più di una stagione (quando va bene) con il club nordico di provenienza. Con queste premesse è inevitabile che il livello resti basso in maniera costante. Ricordo infatti quando Håland giocò le sue prime partite al Molde, dissi in pagina, godiamocelo finché possiamo».

Andiamo in Serie B: sei i giocatori svedesi in totale oltre ai già conosciuti Gustafson e Rohden è arrivato a Lecce il giovane John Bjorkendren ex Falkenberg…

«Si, Gustafson e soprattutto Rohdén hanno dimostrato di poter essere molto utili se inseriti nel giusto contesto. Una delle grandi qualità dei “nostri” calciatori è senza dubbio l’affidabilità. Björkengren al suo arrivo lo definivo ancora piuttosto acerbo. Diversi anni nel giro delle Nazionali giovanili, al Falkenberg ha dimostrato di saper stare in campo e ha contribuito con buone prestazioni alle stagioni positive del club. La Serie B però è un’altra cosa e soprattutto dal punto di vista fisico deve irrobustirsi. Se in futuro sarà meno timido, avrà sicuramente più possibilità di avere un ruolo importante in questo Lecce».

Dalla Svezia alla Danimarca: Gytkjaer nel Monza ha molta concorrenza, Jens Odgaard e Morten Hjulmand potrebbero rivelarsi delle sorprese e un Riza Durmisi in cerca di riscatto…

«Gytkjær lo conosco molto bene e lo considero forte per la Serie B. Al momento della firma azzardavo anche una posizione da podio in classifica cannonieri ma il suo ottimo contributo nel gioco, soprattutto in queste ultime giornate, mi fanno ben sperare per il futuro. Per me Gytkjær è davvero un giocatore importante per la categoria. Odgaard l’ho visto crescere sin dai suoi primi passi nel Calcio professionistico in quanto esce dal settore giovanile di un club a cui sono molto legato che è il Lyngby BK. In Danimarca se ne parlava anche in chiave futura come di una sorta di vice-Dolberg per la Nazionale del futuro ma se Dolberg non sta andando bene, Odgaard non sta facendo meglio. Il suo passaggio alle giovanili dell’Inter lo considero positivo ma l’esperienza Sassuolo (prestiti inclusi), ne ha stoppato la crescita. Spero fortemente che si riscatti al Pescara. Credo in questo ragazzo. Hjulmand è un giovane che sinceramente avevo perso di vista ma che ha qualità. Il Lecce sta puntando molto sui giocatori del Nord Europa anche grazie alla sua competente area scouting. Per Durmisi onestamente ho solo cattive notizie. Il terzino di qualche anno fa, era un giocatore importante, nettamente da Serie A. Il Durmisi arrivato in Italia, con una serie infinita di infortuni fisici cronici e la totale assenza di minuti nelle gambe, non credo purtroppo che riuscirà ad apportare molto alla causa Salernitana».

Timidamente c’è anche l’Islanda: la garanzia Bjarnason per far “crescere” Fridjonsson a Brescia mentre a Venezia il duo Karlsson e Bjarkason…

«Per me Bjarnason è l’idolo di una vita. Grande professionista, sempre deciso, capace di coprire più ruoli, incarna perfettamente lo spirito del calciatore Nordico. Sta soffrendo molto la situazione non semplice del Brescia e questo si riflette pesantemente sul suo gioco ma il Calcio è anche questo. Friðjónsson per i nostri campionati è sicuramente un buon attaccante, in Serie B non sarà facile. All’Aalesund aveva trovato la sua dimensione, starà adesso a lui dimostrare di valere qualcosa in più. I ragazzi del Venezia sono molto giovani e tra i due, Karlsson è sicuramente quello più pronto. Questa prima stagione gli sarà sicuramente utile per capire campionato e metodi di allenamento. Mi auguro di vederli impiegati con maggiore minutaggio già dalla prossima stagione».

I finlandesi ci provano con i vari Joronen e Vaisanen…

«Joronen merita palcoscenici più importanti e credo che se la situazione dovesse rimanere questa anche nella prossima stagione, andrà via. In Nazionale è chiuso dal grande Hrádecký ma è un portiere con ottime qualità. Da Väisänen era lecito aspettarsi di più ma sta comunque facendo una discreta carriera in Italia, nulla da dire. Volendo ci sarebbe anche Skrabb, strapagato dal Brescia che immagino prossimamente tornare in uno dei campionati del Nord Europa o andare in uno tipo polacco o austriaco».

Arriviamo alla Norvegia, due i giocatori in totali nella nostra Serie B: Dennis Johnsen a Venezia e la “sorpresa” Julian Kristoffersen a Salerno…

«Dennis Johnsen è un ragazzo talentuoso seppur poco costante. Ai tempi di Heerenveen ed Ajax si aspettava la sua definitiva esplosione ma non è mai arrivata. Dei ragazzi del Venezia è probabilmente quello da cui ci si aspetta di più (anche più del nuovo arrivo Ala-Myllymäki) e credo che si trovi nel contesto giusto per fare bene. Su Kristoffersen c’è un discorso più particolare da fare. Non lo considero esattamente un giocatore adatto alla corsa promozione ma il gioco della Salernitana si sposa bene con le sue caratteristiche. Alto poco meno di due metri, lotta e si fa va valere con il suo fisico imponente. Insomma, non ho estrema fiducia ma al tempo stesso, non mi va di bocciarlo preventivamente considerate le premesse fatte dal punto di vista tattico».

Un Milan “nordico”: dopo Ibra scout nei paesi scandinavi con i giovani Andreas Jungdal, Emil Roback, Lukas Bjorklund e Wilgot Marshage…

«Si, è un Milan decisamente attivo da questo punto di vista, un po’ come Sampdoria, Bologna, Lecce ed altre che iniziano ad affacciarsi a questo mercato. Dei ragazzi che hai citato conosco soprattutto Roback e tutti ne sembrano molto entusiasti. Io vado un po’ controtendenza e mi chiedo, qual è il ruolo di Roback? Se è prima punta, lo vedo troppo poco finalizzatore per diventare un top, per me non vede la porta, un po’ come Strand Larsen agli inizi che però in Olanda sta migliorando molto. Se invece si lavora sul ragazzo cercando di fargli sfruttare di più le sue qualità tecniche, anche se distante dalla porta, può diventare interessante. L’aspetto caratteriale anche non è semplice da interpretare in questo ragazzo, insomma c’è molto lavoro da fare».

Cosa può imparare l’Italia dal calcio nordico e viceversa?

«Bella domanda. L’Italia può imparare a vivere il Calcio in maniera più serena e costruttiva. Meno violenza fisica e verbale, più amore per lo sport semplicemente per quello che è. Proporre appunto questo sport come strumento di crescita e cultura piuttosto che come semplice business e intrattenimento, con i media pronti a far scaldare gli animi. Il Nord Europa invece può imparare dall’Italia, metodi di allenamento, tattiche e l’importanza di una cultura calcistica ben radicata nel Paese. Insomma, il luogo perfetto così come il Calcio perfetto, non esiste. Molto dipende dalla nostra personalità e dalle nostre esperienze. Per quanto mi riguarda, il Calcio del Nord Europa mi regala emozioni che non trovo altrove, se siete curiosi di capire perché, non vi resta che viverlo sulla vostra pelle!»

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