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È un Gregucci Ter che non convince, ecco le cause

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Neanche il Gregucci Ter ha convinto e, parliamoci chiaro, anche il lavoro del tecnico ionico al primo campionato in granata fu da apprezzare in toto.

La disfatta del Gregucci Ter, ecco i perché

Non vogliamo issarci sul piedistallo di nessun podio. L’Italia è il paese degli allenatori e la penna dei giornali è la più sanguinosa delle spade per chi il proprio lavoro lo svolge sotto le luci dei riflettori. È indubbio però che anche il Gregucci Ter lascia più di qualche perplessità. Le doti umane del tecnico non sono mai state in discussione e, anche come uomo spogliatoio, come motivatore, le capacità sono indubbie. Tecnicamente però… i numeri gli remano contro.

  1. 2004. Nel suo primo anno a Salerno fu sostenuto da un gran bel impianto di gioco già formato da qualche anno. Conoscemmo Gregucci, in veste d’allenatore, nell’ottobre del 2004, quando l’allora direttore della Salernitana, Antonino Imborgia, lo chiamò al capezzale di una balbettante. Serviva un tecnico giovane ed affamato. Quello che era un po’ quella squadra. Infatti, oltre a gente come Bombardini, Roberto Breda e Shala, ce n’erano altri che avrebbero conquistato un pezzo della ribalta calcistica di quegli anni, come Palladino e Molinaro. Una squadra indubbiamente più forte di quella attuale ma che si salvò solo alla penultima di campionato senza entrare mai davvero in un discorso promozione.
  2. 2014. Il secondo, nel 2014 e già con l’attuale proprietà, le cose andarono di poco meglio. Era Serie C, la squadra granata aveva iniziato con Stefano Sanderra, un ottimo allenatore per la categoria il quale aveva fatto ottime stagioni al Latina. Il solito mercato di marca Fabiani non lo aveva però aiutato, quindi squadra che passa di mano prima a Perrone, poi al Greg, manco a dirlo, quattro giorni prima della fine del mercato. Alla fine di un torneo tribolato è comunque 9° posto in classifica, buono per il primo turno dei play-off. Peccato però che dall’altra parte ci sia il lanciatissimo Frosinone, per di più allo “Stirpe”. Addio sogno promozione, addio riconferma. E l’ennesimo cambio di guida tecnica stizza non poco anche il co-patron Marco Mezzaroma, amico ventennale proprio di Angelo Gregucci.
  3. 2018. Si arriva ad oggi. Ancora un subentro per l’amico del Mancio. E bisogna dirlo: come collaboratore tecnico, arrivare in Nazionale, non è cosa da poco. Più di qualcuno se lo sarà chiesto: perché rinunciare alla ribalta dell’azzurro per allenare a Salerno? La città d’Ippocrate sarà una scommessa ma, evidentemente, conserva ancora in sé il fascino e l’emozione di un Arechi pieno. Peccato che siano lontani i giorni di Salernitana-Ascoli con 30mila persone sugli spalti per una salvezza nel 2005. Se vogliamo Gregucci è arrivato anche in un momento buono per riuscire a fare qualcosa. Ahinoi, tifosi e addetti ai lavori (ai quali piacerebbe anche raccontare vittorie di tanto in tanto), si è trovato davanti l’imponderabile. Ci piacerebbe, e sarebbe anche comodo, puntare l’indice su chi dirige ma se c’è una proprietà che non sa far valere la propria volontà, le cause vanno divise. La squadra attuale poi, se vogliamo, non è scarsa. Con Colantuono aveva dato dimostrazione di essere valida per lottare nelle zone alte della classifica… poi chissà ch’è successo nello spogliatoio.

Fatto sta che una squadra non può prescindere da mille problematiche per non funzionare. Il problema deve essere uno, uno soltanto. Perché una volta trovata la causa, la si possa risolvere. Qui tutto sembra, tranne che ci sia un sol problema. E il Gregucci Ter sembra essere davvero l’ultimo dei problemi. Oggi non si può parlare di manico di squadra quanto di manico della società. E allora chi di dovere si prendesse le sue responsabilità e facesse “giocare” chi davvero ci tiene.

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.
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